La partenza della Brigata alpina Taurinense verso il Libano segna un momento importante per le forze armate italiane impegnate all’estero. Il contingente, pronto a operare nell’ambito della missione Unifil delle Nazioni Unite, porta con sé non solo esperienza militare ma anche un forte legame con il territorio piemontese che lo sostiene attivamente. Questa operazione conferma il ruolo delle truppe alpine nel mantenimento della pace in una zona delicata del Medio Oriente.
Cerimonia di partenza alla caserma monte grappa di torino
La mattina del 27 aprile 2025, alla caserma Monte Grappa di Torino, si è svolta la cerimonia di saluto per il contingente alpino pronto a partire per il Libano. Il momento ufficiale ha avuto come protagonista il generale di divisione Michele Risi, comandante delle truppe alpine dell’Esercito italiano, che ha guidato la funzione. In segno di rispetto e riconoscimento, era presente anche il gonfalone della città di Torino, che ha simboleggiato il sostegno della comunità locale verso i militari impegnati nella missione.
Un momento di solidarietà tra torino e il libano
Durante la cerimonia, si è voluto sottolineare l’importanza del compito che attende gli alpini della Taurinense e le altre unità specialistiche chiamate a collaborare. L’evento ha richiamato l’attenzione non solo dei rappresentanti militari ma anche di associazioni e cittadini, che hanno confermato il loro impegno attivo attraverso iniziative di raccolta beni destinati alla popolazione libanese. Questa presenza concreta ha reso il momento non solo una partenza militare, ma un ponte fra Torino e il Libano, un simbolo di solidarietà.
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Ruolo e compiti della brigata taurinenese nella missione unifil
L’impegno degli alpini della Taurinense si inserisce nella missione Unifil , operazione Onu che da anni vigila sulla stabilità del Libano meridionale. A partire dai prossimi mesi, il contingente svolgerà compiti fondamentali nel rispetto del mandato internazionale. Tra le attività principali rientrano il monitoraggio della cessazione delle ostilità, l’assistenza alle istituzioni locali nel ripristino della sovranità e il supporto alla popolazione civile, che vive in contesti complessi e spesso segnati da difficoltà sociali ed economiche.
Il comando e la collaborazione internazionale
In questa edizione della missione, il generale di brigata David Colussi, comandante della Taurinense, guiderà il settore ovest con base operativa a Shama. Qui operano circa 3.800 caschi blu, di cui 1.100 appartengono alle forze italiane, provenienti da 16 paesi tra i 48 che contribuiscono a Unifil. Questa collaborazione internazionale richiede coordinamento e costante scambio informativo, soprattutto per agire efficacemente in un territorio diviso da tensioni e necessità diverse.
Conoscenza del territorio e dialogo efficace
Grazie all’esperienza accumulata dalla Brigata Taurinense in missioni precedenti, i militari conoscono il tessuto sociale, politico e culturale locale, un vantaggio importante. Ciò permette di instaurare dialoghi efficaci con istituzioni civili, militari e religiose, indispensabili per il successo dell’operazione.
Il legame tra la brigata taurinenese e la comunità piemontese
Un elemento che rende unica questa missione è il forte legame tra la Brigata Taurinense e il territorio piemontese. Le associazioni di volontariato e alcune istituzioni locali di Torino e dintorni hanno ribadito la loro vicinanza, impegnandosi nel sostenere la popolazione libanese attraverso la raccolta di beni di prima necessità. Questi aiuti saranno gestiti direttamente dagli alpini durante la loro permanenza nel Paese, con l’obiettivo di raggiungere le fasce più vulnerabili delle comunità locali.
Il sostegno della città di Torino si estende anche al morale del personale militare, che riceve messaggi e oggetti utili per affrontare il difficile contesto operativo. La consegna del gonfalone durante la cerimonia assume così un significato simbolico profondo, che unisce chi parte e chi resta in un rapporto di mutua responsabilità.
Questa cooperazione attiva con la società civile rappresenta un aspetto concreto del ruolo degli alpini, impegnati non solo nel compito di sorveglianza e protezione, ma anche come portavoce di una presenza italiana che vuole contribuire alla ricostruzione e al miglioramento della vita nel Libano meridionale.
La Brigata Taurinense si prepara dunque a una nuova fase del servizio all’estero, con un bagaglio di esperienza e un sostegno che arrivano dal cuore della comunità piemontese, elementi che potranno fare la differenza in una missione che resta delicata e impegnativa.