Il Consiglio regionale dell’Abruzzo ha approvato una serie di emendamenti che rivedono profondamente il disegno di legge sull’istituzione della nuova Agenzia per le Attività Produttive , proposto dall’assessore Magnacca. Le modifiche, frutto soprattutto delle proposte di Di Matteo e Campitelli, segnano una rottura rispetto al testo originale. La discussione mette in luce le criticità di un progetto giudicato problematico fin dall’inizio, con conseguenze importanti per la gestione dell’ente regionale e per la collaborazione con il Consorzio Industriale Val Pescara.
Un cambio di rotta deciso dal consiglio regionale
L’intervento del capogruppo Pd Silvio Paolucci, al termine della seduta congiunta delle commissioni Bilancio e Attività produttive, ha riassunto con chiarezza il senso degli emendamenti approvati. Questi modificano radicalmente le linee guida tracciate dall’assessore Magnacca, facendo cadere quelle che erano state definite un’operazione già dall’origine problematica.
Il confronto ha portato a una riscrittura del testo che, a detta del consigliere, ha creato un “pasticcio istituzionale” tanto sotto il profilo politico quanto tecnico. Non si è trattato di una semplice correzione, bensì di una presa di distanza netta da un piano di riforma che era rimasto fermo per mesi senza passare alla fase operativa. I problemi sollevati riguardano soprattutto aspetti legati alla legittimità e ai rischi di danno per la Regione stessa. Le opposizioni, insieme a parti della maggioranza, hanno posto il problema con forza sin dall’inizio del percorso.
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Le novità nel testo: fusioni, nomine e competenze dell’agenzia
Tra le novità più importanti, gli emendamenti intervengono sulla previsione di fusione tra l’Arap e il Consorzio Industriale Val Pescara, mettendo a posto la questione della legittimità della procedura. La novità istituzionale più rilevante riguarda però la scelta di attribuire al Consiglio regionale il potere di nominare i membri del consiglio dell’Arap. Questo spostamento di responsabilità dal governo regionale all’assemblea legislativa rappresenta una deviazione rispetto alla proposta originaria.
Un diverso equilibrio istituzionale
La modifica apre a un diverso equilibrio tra esecutivo e parlamento regionale, toccando il modo in cui le decisioni sulla governance dell’agenzia saranno prese in futuro. Un punto che riflette tensioni politiche e ripensamenti sul controllo e la trasparenza nella gestione degli enti pubblici regionali.
Dubbi e problemi sulle finanze e le funzioni della nuova agenzia
Nonostante la riorganizzazione, permangono forti dubbi sulla reale condizione economica dell’Arap. L’ente sarebbe infatti alle prese con una situazione debitoria non chiarita, mentre la nuova configurazione non ha ancora risolto questioni cruciali come la manutenzione delle aree industriali, a cui invece dovrebbe occuparsi principalmente.
Nel dibattito si è inoltre evidenziato un problema di sovrapposizione di attività. L’Arap, secondo le intenzioni originarie, avrebbe dovuto concentrarsi sulle aree industriali, ma negli ultimi anni ha assunto compiti differenti, tra cui la promozione del territorio. Tra le voci di spesa contestate, la partecipazione a eventi come il “Festival della Birra”, giudicata poco connessa alla missione principale.
Il nodo finanziario rimane aperto, con segnalazioni che indicano una carenza di un piano serio per mettere ordine nei conti e garantire un funzionamento efficace senza gravare sulle imprese territoriali, che spesso devono provvedere a spese di manutenzione e gestione.
Gestione trasparente e efficace
Il tema della trasparenza finanziaria e della corretta gestione delle spese è stato ribadito più volte nel corso della discussione, sottolineando come senza un piano solido la nuova Agenzia per le Attività Produttive rischia di pesare negativamente sull’economia locale.
Le prospettive dopo la votazione e la richiesta di chiarimenti
Il Consiglio regionale ha stabilito di riconvocare l’assessore Magnacca per un’audizione dedicata agli emendamenti approvati. Questo passaggio servirà a verificare l’effettiva applicazione delle modifiche e a chiarire i punti ancora controversi.
La situazione descritta è quella di un esecutivo sotto pressione, in cui la maggioranza ha messo in discussione il lavoro svolto dall’assessore al punto da definire l’iter come una sorta di prova difficile per la sua credibilità politica. La tregua politica non sembra vicina e le tensioni sulla gestione dell’Arap riflettono il malessere più ampio che attraversa la politica regionale abruzzese sul fronte economico e industriale.
Un tema aperto per la regione abruzzo
La riorganizzazione dell’agenzia resta dunque un tema aperto, con la necessità di trovare soluzioni concrete per la gestione delle aree produttive e per garantire una governance trasparente e funzionale. I prossimi mesi saranno decisivi per vedere se la nuova linea del Consiglio regionale riuscirà a superare le difficoltà accumulate finora.