Il Consiglio Di Stato conferma il blocco degli accorpamenti scolastici nel Lazio, caos per l’avvio dell’anno

Il Consiglio Di Stato Conferma

Consiglio di Stato blocca gli accorpamenti scolastici nel Lazio, incertezza per l’inizio dell’anno - Gaeta.it

Sara Gatti

5 Settembre 2025

La riorganizzazione delle scuole nella Regione Lazio si arena nuovamente dopo che il Consiglio di Stato ha respinto la sospensiva richiesta dalla Regione sulla riorganizzazione degli istituti scolastici. Otto accorpamenti sono così bloccati, creando disordine fra studenti, famiglie e personale a pochi giorni dall’inizio dell’anno scolastico 2025/2026. Lo scontro tra la Giunta guidata da Francesco Rocca e le comunità scolastiche si apre sotto i riflettori, con accuse di arroganza e negligenza.

Il rigetto della sospensiva da parte del consiglio di stato e le conseguenze sul dimensionamento scolastico

Il Consiglio di Stato ha deciso di non sospendere le sentenze emesse dal TAR che avevano annullato otto accorpamenti previsti dalla riorganizzazione del sistema scolastico nel Lazio. Questo porta a una conferma della validità delle decisioni del TAR, impedendo a otto istituti di fondersi come previsto inizialmente dalla Giunta regionale. Queste fusioni riguardavano in parte 23 accorpamenti complessivi programmati per l’annuale scolastico 2025/2026.

La situazione ha generato caos organizzativo. Diverse scuole interessate dal blocco si trovano infatti senza un dirigente, causando incertezze tra gli studenti e il personale docente. Anche gli uffici scolastici territoriali sono coinvolti in una fase di confusione, incapaci di gestire in modo fluido le risorse e le responsabilità. Questo disordine arriva nel pieno dell’avvio dell’anno scolastico, aggravando la condizione di chi deve affrontare le normali attività educative in un clima di instabilità.

Le scuole rappresentano da sempre presidi di comunità e centri nevralgici per i territori coinvolti. Il blocco degli accorpamenti rischia di compromettere il funzionamento quotidiano di queste istituzioni, con ripercussioni dirette su studenti e famiglie, lasciati in attesa di una risoluzione che al momento appare lontana.

La giunta rocca sotto accusa per la gestione del processo di riorganizzazione

Il processo di dimensionamento è stato fortemente criticato da più fronti per la sua gestione. La Giunta regionale, sotto la guida del presidente Francesco Rocca, ha preferito intraprendere una strada legale sfidando le sentenze del TAR invece di ascoltare le proteste di dirigenti scolastici, comitati, sindaci e genitori. Questo atteggiamento ha portato a un’accesa polemica politica, evidenziando una distanza fra le istituzioni e le comunità locali coinvolte.

Secondo la consigliera regionale Marietta Tidei, la Giunta si è mostrata incapace di dialogare, adottando un’impostazione arrogante che ha peggiorato la situazione. La decisione di forzare la mano, proseguendo con i provvedimenti standard senza modificare la strategia nonostante le critiche, ha determinato un conflitto che ha condotto al rigetto da parte del Consiglio di Stato. Il mancato ritiro del piano di dimensionamento si è tradotto nell’incapacità di garantire un funzionamento ordinato delle scuole coinvolte.

Il presidente Rocca e l’assessore all’istruzione Schiboni hanno dunque perso la partita legale, ma non dovranno rispondere direttamente di questa sconfitta. Al contrario, saranno gli istituti scolastici, gli studenti e le loro famiglie a sopportare le conseguenze più immediate e concrete di questa gestione.

Le reazioni politiche e sociali: richieste di confronto e solidarietà alle scuole

Sono numerose le figure politiche che denunciano l’approccio della Giunta regionale. Marietta Tidei ha espresso dure critiche verso una politica che non sa ascoltare la società civile e le esigenze delle comunità educative. Ha invitato a lasciare da parte le decisioni calate dall’alto e i giochi di potere, chiedendo un confronto aperto e partecipato per definire il futuro dell’istruzione nel Lazio.

Anche il Partito Democratico, tramite esponenti come Eleonora Mattia, ha sostenuto la necessità di tutelare il diritto allo studio e mostrare attenzione per le scuole come parti integranti dei territori e delle comunità locali. La gestione del dimensionamento non può ridursi a operazioni amministrative o piani di razionalizzazione senza considerare il benessere di studenti, docenti e famiglie.

Molte realtà scolastiche continuano a manifestare preoccupazione per il futuro immediato, temendo che la confusione amministrativa possa influire negativamente sull’esperienza educativa. La vicenda pone nuovamente all’ordine del giorno il tema della partecipazione e del dialogo fra istituzioni e cittadini in questioni di scuola, un terreno delicato che coinvolge direttamente migliaia di persone.