Il comune di latina si costituisce parte civile nel processo per la turbativa sull’assegnazione dei chioschi del lungomare

Il comune di latina si costituisce parte civile nel processo per la turbativa sull’assegnazione dei chioschi del lungomare

La giunta comunale di Latina incarica l’avvocata Alessandra Capozzi per costituirsi parte civile nel processo penale sulla turbativa d’asta e reati associativi legati ai chioschi sul lungomare, con udienza il 23 maggio 2025.
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La giunta comunale di Latina ha incaricato l’avvocatura di costituirsi parte civile nel processo per turbativa d’asta legato alle gare d’appalto dei chioschi sul lungomare del 2017, con l’udienza fissata a maggio 2025. - Gaeta.it

La giunta comunale di latina ha deciso di incaricare l’avvocatura per la costituzione di parte civile nel processo penale legato alla turbativa nelle gare d’appalto dei chioschi sul lungomare. Il procedimento riguarda fatti avvenuti nel 2017 e arriva dopo una lunga serie di vicende che hanno coinvolto amministrazione, ex sindaci e la magistratura. L’udienza di apertura del dibattimento è fissata per il 23 maggio 2025.

La decisione della giunta comunale e l’incarico all’avvocata capozzi

Nella seduta tenutasi di recente, la giunta di latina ha formalizzato l’incarico all’avvocata Alessandra Capozzi, con l’obiettivo di rappresentare il comune nel procedimento penale. La sindaca Matilde Celentano ha chiesto che la costituzione di parte civile venga resa ufficiale in vista dell’udienza fissata per maggio. Questo passo è stato considerato necessario per tutelare gli interessi dell’ente e della comunità cittadina coinvolta.

La delibera esplicita che, oltre alla costituzione come parte civile, l’amministrazione si riserva la facoltà di intraprendere un’azione civile autonoma contro gli imputati, qualora ci siano le condizioni per farlo. Questa decisione si inserisce nel quadro di protezione dei diritti e dell’immagine del comune, pesantemente compromessi dagli eventi al centro dell’inchiesta.

Nel documento approvato si sottolinea che il comune non era stato informato direttamente del decreto che ha dato inizio al giudizio penale, come già dichiarato dalla sindaca Celentano durante un consiglio comunale. Quindi, la scelta di costituirsi è un tentativo di riaffermare la presenza e l’attenzione dell’ente in una vicenda che coinvolge pesantemente la città.

Le accuse principali e la portata della vicenda

Il procedimento in questione riguarda accuse gravi quali turbativa d’asta, estorsione e rapina, con l’aggravante del vincolo associativo secondo l’articolo 416 bis1 del codice penale. Gli episodi si riferiscono al lungomare di latina e alle modalità di assegnazione dei chioschi del 2017.

Il quadro penale e le accuse nel procedimento contro gli imputati

Le accuse includono turbativa d’asta, estorsione, rapina e l’aggravante del vincolo associativo ai sensi dell’articolo 416 bis1 del codice penale. Le indagini sono focalizzate sul lato B del lungomare di latina e sulle modalità con cui sono stati assegnati i chioschi nel 2017.

La sindaca Celentano ha definito queste accuse lesive per il comune su più livelli. La libertà e regolarità delle procedure di gara sarebbero state compromesse, danneggiando anche l’immagine complessiva della città. Il clamore mediatico generato dai fatti ha amplificato la rilevanza dell’intera vicenda.

Secondo la ricostruzione, gli imputati avrebbero esercitato pressioni tali da causare la rinuncia di diversi legittimi aggiudicatari, al punto da inficiare l’intera gara d’appalto. Questo aspetto è al centro della querelle giudiziaria, con il comune che chiede tutela dei propri diritti e di quelli dei cittadini.

L’intervento dell’ex sindaco damiano coletta

L’indagine che ha portato al processo è partita da una serie di episodi emersi nel 2017, quando i primi aggiudicatari dei chioschi rinunciarono inspiegabilmente ai loro diritti. L’allora sindaco di latina, Damiano Coletta, decise di presentare una denuncia formale in questura, segnalando anomalie e pressioni ricevute.

Questa denuncia ha dato avvio a un’inchiesta coordinata dalla direzione distrettuale antimafia di roma, evidenziando possibili collegamenti con organizzazioni criminali. Nel 2024 sono state eseguite otto misure cautelari verso gli indagati coinvolti.

La rilevanza dei fatti legati a reati associativi ha reso l’inchiesta particolarmente complessa e significativa per la giustizia locale e nazionale, condizionando lo svolgimento del processo ancora in corso nel 2025.

L’incendio del 2023 e il destino del primo chiosco assegnato

Non fa parte del processo attuale l’episodio che ha coinvolto il primo chiosco assegnato nel 2023 con un bando regionale rivolto ai giovani. La sera del 15 maggio 2023, quel chiosco è stato distrutto da un incendio mentre a latina cadeva una pioggia battente.

Questo evento, pur riguardando lo stesso punto del lungomare, si colloca in una fase successiva e differisce sotto il profilo giuridico rispetto alle accuse attuali. Rimane comunque un fatto di rilievo per la cronaca locale, a testimonianza del fatto che la questione dei chioschi sulla costa di latina resta sotto costante attenzione.

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