Il castello Nidastore di Arcevia, in provincia di Ancona, ha raccolto il maggior numero di voti tra i monumenti delle Marche nella 12ª edizione del censimento Fai “I luoghi del cuore”. Quest’iniziativa coinvolge ogni anno migliaia di cittadini che segnalano siti storici e artistici per ottenerne interventi di tutela e recupero. La classifica regionale della stagione 2025 ha visto in testa con oltre 11 mila preferenze questo antico castello, seguito da altri quattro importanti beni culturali della zona. L’appello alla valorizzazione di queste testimonianze architettoniche emerge forte, in particolare per edifici che versano in condizioni precarie o che aspettano progetti restaurativi da tempo.
Il castello nidastore, storia e architettura in valle del nevola
Il castello Nidastore sorge nella valle del fiume Nevola e deve il nome agli astori, falchi usati anticamente nella caccia, di cui conserva memoria nella sua identità. Le sue origini risalgono probabilmente al XIII secolo, intorno al 1200, anche se la struttura attuale testimonia pesanti interventi di rifacimento avvenuti nel XV secolo. La cinta muraria che circonda il castello è uno degli elementi meglio conservati; su di essa si innestano palazzi e abitazioni caratterizzati da portali di epoca rinascimentale e barocca, risalenti al ‘500 e ‘600.
La chiesa di san sebastiano e il cuore spirituale del castello
Al centro del complesso si trova la chiesa di San Sebastiano, che custodisce una crocifissione risalente al XVI secolo. Questo spazio religioso rappresenta il cuore spirituale della fortezza, riuscendo ancora a trasmettere il senso del luogo nonostante i secoli trascorsi e i molteplici interventi sull’edificio. Il castello ha attraversato epoche di trasformazione, legate anche all’evoluzione storica e sociale della regione, mantenendo un ruolo importante nel tessuto urbano e rurale di Arcevia.
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Sant’angelo magno ad ascoli piceno, tra storia religiosa e danneggiamenti recenti
Il complesso di Sant’Angelo Magno, con il suo chiostro e la chiesa, si trova ad Ascoli Piceno ed è secondo nella classifica delle preferenze con quasi 7 mila voti popolari. Fu donato dall’imperatore Ottone II al vescovo locale nel 1218. Per secoli ospitò monache benedettine e clarisse, ma attorno al 1460 la funzione religiosa subì modifiche importanti: le religiose furono costrette a spostarsi, mentre i monaci olivetani presero possesso degli spazi. All’inizio del XIX secolo passò brevemente ai monaci camaldolesi e poi, con l’unità d’Italia nel 1861, fu soppresso diventando proprietà dello Stato.
Danni e restauri dopo il sisma 2016
Il sisma del 2016 ha provocato gravi danni all’edificio, costringendo alla chiusura della chiesa. Grazie alla mobilitazione popolare della campagna Fai, che aveva già rilevato il suo valore nel 2018, il sito è tornato al centro dell’attenzione. Si è avviata una lunga procedura per la messa in sicurezza e il recupero, culminata con un progetto esecutivo per il restauro. La struttura più preziosa è il chiostro seicentesco, adornato da 36 lunette affrescate che illustrano la vita di San Benedetto. Questi affreschi, fondamentali per comprendere il patrimonio artistico locale, richiedono interventi urgenti per evitare ulteriori danneggiamenti.
Il palazzo del marchese del grillo tra storia nobile e necessità culturale a fabriano
Nel centro storico di Fabriano si trova il palazzo del marchese del Grillo, terzo classificato tra i luoghi più votati delle Marche. L’edificio risale al XVII secolo e conserva elementi che raccontano una lunga storia familiare e urbana. La famiglia Del Grillo, protagonista nella vita cittadina, ha lasciato tracce evidenti, come scaloni scenografici e cucine con camini di grandi dimensioni. Il palazzo si affaccia sul Palazzo del Podestà, creando un legame visibile tra le aree nobiliari e il potere cittadino.
Spazi funzionali e personaggi storici
Negli spazi retrostanti si trovavano strutture funzionali come pozzi, neviera e stalle per cavalli e carrozze, elementi essenziali per la vita quotidiana dell’aristocrazia di allora. Il nobile Onofrio Del Grillo, personaggio storico reale, è noto anche per essere stato interpretato da Alberto Sordi in un film che ne ha amplificato la fama. Nonostante il pregio storico e architettonico, il palazzo non è molto conosciuto fuori dal territorio e attende nuovi progetti per non perdere la sua eredità culturale.
L’affresco della madonna della pietà ad acquaviva picena in pericolo per l’umidità
L’affresco cinquecentesco della Madonna della Pietà si trova nell’omonima chiesa di Acquaviva Picena ed è quarto nella classifica regionale. Rappresenta una Madonna con capelli lunghi e biondi, avvolta in un manto celeste e intenta a sostenere con intensità il corpo del figlio. La scena presenta due angeli e un cielo stellato, con un tratto artistico raro nel contesto della pittura sacra marchigiana.
Un’opera in grave rischio
Purtroppo l’opera versa in gravi condizioni, compromessa dall’umidità e dalla mancanza di manutenzione. I dettagli dell’affresco rischiano di andare perduti, rendendo urgente un intervento di restauro. L’opera è visibile solo in occasioni particolari e rappresenta un pezzo significativo del patrimonio artistico locale, che necessita protezione per non sparire. L’attenzione verso questa testimonianza è fondamentale per salvaguardare la memoria storica e religiosa della comunità di Acquaviva Picena.