Il castello di Sammezzano, gioiello dell’arte orientalista immerso nelle colline vicino a Firenze, è al centro di un’importante svolta dopo più di trent’anni di abbandono. Questa meraviglia architettonica stava lentamente scomparendo tra il degrado e incuria, ma ora la famiglia Moretti ha preso in mano la situazione con l’intento di restituirle slancio e visibilità, trasformandola in un polo culturale e ricettivo aperto al pubblico. Vediamo cosa cambia ed emerge in questo storico rilancio.
Il castello di sammezzano e la sua storia moresca nascosta in toscana
Situato nel comune di Reggello, a circa 30 chilometri da Firenze, il castello di Sammezzano è uno dei più affascinanti esempi di architettura e decorazione moresca in Europa. La dimora, con le sue 365 stanze – una per ogni giorno dell’anno – si distingue per le sue cupole a cipolla, mosaici colorati, maioliche scolpite e soffitti vivacemente decorati. Un vero e proprio viaggio nel tempo e nello spazio, con uno stile che ricorda le atmosfere di Le Mille e una Notte.
Il ruolo del marchese Ferdinando Panciatichi Ximenes d’Aragona
Il merito della sua forma attuale va al marchese Ferdinando Panciatichi Ximenes d’Aragona, che tra il 1853 e il 1889 trasformò una residenza seicentesca in questo castello da favola. La sua passione per l’arte orientale ha creato un complesso unico, un affresco con note di simbolismo e scene decorative dettagliate. Purtroppo, dagli anni ’90 l’edificio è rimasto chiuso, vittima di umidità, deterioramento e l’abbandono progressivo. Tentativi di vendita senza successo e la costruzione di un’imponente struttura in cemento nei paraggi hanno aumentato la sofferenza di questo luogo.
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La nuova proprietà e il riconoscimento giudiziario che riaccende le speranze
Il passaggio di proprietà è stato ufficializzato il 28 aprile 2025, quando il tribunale ha omologato il concordato proposto dalla società SMZ Srl. Da quel momento, il castello di Sammezzano è entrato a far parte del patrimonio della famiglia Moretti, un avvenimento che spezza un lungo silenzio. Questo riconoscimento formale arriva dopo decenni di aste andate deserte e ha aperto la strada a un possibile risveglio del sito.
L’impegno e l’interesse della famiglia Moretti
La famiglia Moretti, già attiva nel campo della tutela ambientale e culturale, si è mostrata determinata nel voler riportare il castello alla luce. Il loro interesse non è solo economico ma punta soprattutto al rilancio della storia e del valore artistico del complesso. La lunga attesa ha generato grande aspettativa nella comunità locale e in tutte le associazioni che da anni chiedono un intervento serio sul castello.
Il piano di recupero e le opere che cambieranno il volto del castello e dei dintorni
Dietro al progetto presentato dalla famiglia Moretti ci sono passi concreti e misurati. Prima tra tutte, l’apertura di un museo dedicato a raccontare la storia del castello e la sua architettura. Questo museo fungerà da porta d’ingresso per i visitatori e rappresenta un segnale forte per il ritorno all’accessibilità pubblica, una tappa decisiva dopo decenni di chiusura totale.
Le opere previste e il rispetto per il paesaggio
Il programma prevede poi il restauro del piano nobile, che ospita le decorazioni più preziose e fragili, il recupero del parco con alberi secolari e percorsi storici. Sarà abbattuto il «mostro», l’enorme edificio in cemento armato di 9.500 metri quadri, sorto accanto al castello e considerato un vulnus al paesaggio e all’integrità dell’area. Infine, verranno creati spazi per organizzare eventi come matrimoni, manifestazioni culturali e ospitalità di qualità: un mix che vuole portare nuova linfa economica al territorio mantenendo il rispetto per la storia.
La fase burocratica e l’impegno dichiarato della famiglia Moretti
Non mancano alcune formalità burocratiche da completare. I termini di legge prevedono trenta giorni per eventuali ricorsi da parte di terzi, mentre lo Stato ha sessanta giorni di tempo per esercitare la prelazione, termine fissato da metà maggio 2025. Questi passaggi sono previsti e fanno parte del procedimento di acquisto di proprietà così importanti e delicate.
Giorgio Moretti, volto noto a Firenze per il suo impegno con l’associazione Angeli del Bello, ha ribadito con chiarezza: «Abbiamo confermato l’acquisto, nonostante alcuni passaggi tecnici da completare. Il nostro interesse è serio e vogliamo mettere in pratica il progetto». Il clima intorno a Sammezzano è cambiato: da tempo aspettavano una svolta e adesso questa sembra più vicina della prima.
Questo rilancio attirerà senza dubbio l’attenzione di appassionati, studiosi e turisti. Il futuro del castello di Sammezzano dipenderà dalla capacità di trasformare queste idee in cantieri reali, capaci di conservare e valorizzare un patrimonio troppo a lungo trascurato. La Toscana, ancora una volta, si prepara a custodire una delle sue meraviglie nascoste.