Il segretario di Stato Vaticano, cardinale pietro parolin, si è espresso in modo netto sulla questione del riconoscimento dello stato di palestina, respingendo l’idea che sia prematuro affrontare questo passo. Le sue parole intervengono nel dibattito politico aperto da alcune figure internazionali, tra cui la premier italiana giorgia meloni e il presidente francese emmanuel macron. Parolin ha rimarcato che il riconoscimento della palestina rappresenta una soluzione chiara, identificata dalla Santa Sede come la migliore via per una convivenza stabile e sicura tra palestinesi e israeliani.
La posizione della santa sede sullo stato di palestina
Il cardinale parolin ha rifiutato categoricamente l’idea che riconoscere la palestina costituisca un atto prematuro. Secondo lui, la Santa Sede guarda a questa opzione come a una vera e propria soluzione politica. Ha ricordato come, da tempo, la Santa Sede consideri il riconoscimento di due stati sovrani e indipendenti la chiave per superare il conflitto storico tra israeliani e palestinesi. Due entità che convivono con autonomia e sicurezza sono il modello auspicato, e a suo dire la strada più concreta per raggiungere la pace nella regione.
Il commento su macron e il riconoscimento
Parolin ha commentato anche le dichiarazioni di emmanuel macron, che aveva manifestato apertura verso il riconoscimento. Con una battuta, il porporato ha detto che per la santa sede la palestina è già riconosciuta da tempo e questa rappresenta la soluzione, non un passaggio prematuro o secondario. Questo chiarisce che la Santa Sede si pone in modo più deciso rispetto a chi vede la questione come un tema delicato da rimandare a tempi migliori.
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Il ruolo dei paesi del g7 nel riconoscimento
Interpellato sul possibile coinvolgimento del gruppo dei paesi più industrializzati, il G7, Parolin si è detto favorevole a un riconoscimento collettivo della palestina da parte di questi stati. Ha sottolineato che per la Santa Sede riconoscere la palestina in modo ufficiale e unanime nel G7 rappresenterebbe un passo coerente con la sua visione di pace e coesistenza. Un riconoscimento diffuso, secondo il cardinal parolin, potrebbe favorire alcuni sviluppi positivi nel contesto internazionale.
Le difficoltà sul terreno
Allo stesso tempo, il segretario di Stato vaticano ha ammesso le difficoltà presenti sul terreno, specialmente in Cisgiordania. La situazione sul campo, con le tensioni e gli ostacoli alla creazione di uno stato autonomo, complica molto le possibilità di realizzare la soluzione dei due stati. Non a caso ha richiamato l’attenzione sulla difficile condizione pratica che impedisce una facile realizzazione di questo quadro, pur confermando l’importanza di insistere in questa direzione.
La conferenza di new york e le prospettive diplomatiche
Parolin ha infine menzionato la conferenza in programma a New York, promossa da Francia e Arabia Saudita, che mira a definire i termini pratici per il riconoscimento e la realizzazione concreta dello stato di palestina. Il porporato ha espresso un cauto ottimismo, augurandosi che questo incontro porti risultati positivi. Ha ricordato che il dialogo diretto tra le parti rimane un elemento fondamentale per procedere verso due entità politiche indipendenti.
Con questa posizione, la Santa Sede rafforza il proprio ruolo di voce attiva nella diplomazia internazionale sul conflitto mediorientale. La sensibilità espressa dal cardinale parolin sottolinea come la via politica e il riconoscimento istituzionale siano visti come strumenti necessari per affrontare una crisi che dura da decenni. La questione resta aperta ma con un indirizzo chiaro puntato su una soluzione definita, che passi da due stati separati e sovrani.