La dinamica del bullismo spesso si alimenta nel silenzio e nella mancanza di reazioni da parte di chi assiste. Il fenomeno coinvolge non solo i giovani, ma anche l’ambiente scolastico e il ruolo degli adulti. Oggi le istituzioni scolastiche e i consultori mettono in campo iniziative concrete per contenere la prepotenza e favorire il benessere dei ragazzi. Un nodo centrale resta però la capacità di intervenire in modo consapevole, rompendo l’indifferenza che alimenta il comportamento del bullo.
Il ruolo del gruppo e la fragilità nascosta del bullo
Il bullo non è solo chi appare forte e aggressivo. Spesso cela fragilità personali che si esprimono attraverso un atteggiamento prepotente. Questa situazione si aggrava perché le persone intorno, sia coetanei che adulti, restano sorprese o indifferenti alle sue azioni. L’assenza di reazioni finisce per rafforzarlo. Molto peggio è quando chi dovrebbe intervenire, come i genitori o gli insegnanti, sminuisce o minimizza i suoi comportamenti. In un contesto sociale che premia il successo e la forza, la prepotenza diventa quasi una strategia per ottenere attenzione e controllo.
Nel contesto di una classe o di un gruppo di pari, spesso chi non reagisce prende inconsapevolmente posizione a favore del bullo. Il silenzio, infatti, diventa un segnale di assenso o di accettazione implicita. Non opporsi significa non prendere le distanze, non negare il proprio dissenso e, quindi, favorire l’espansione del clima di paura o disagio. Tra i più giovani questo può accadere senza intenzioni negative, spesso a causa di inesperienza o insicurezza. Per questo motivo, l’intervento degli adulti diventa fondamentale, perché può rompere il circuito invisibile che protegge la prepotenza.
Gli interventi della scuola e i laboratori educativi
La scuola è il luogo principale dove si manifestano le dinamiche di bullismo, ma può anche diventare un punto di svolta. Gli insegnanti sono coinvolti in percorsi specifici che puntano a sviluppare competenze in linea con le indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità . In questi programmi, gli educatori diventano moltiplicatori di comportamenti salutari e di ambiente positivo, andando oltre la semplice attività didattica.
Lo stare a scuola non si limita alle prestazioni accademiche, ma rappresenta un contesto sociale dove si costruiscono relazioni e si sperimentano ruoli. I laboratori pratici in collaborazione con insegnanti mirano a rafforzare il legame tra pari, insegnando a rivestire ruoli cooperativi e solidali invece che esclusivi e di prepotenza. Si educa all’inclusione, facendo vivere ai ragazzi esperienze concrete che mostrano i benefici di un clima collaborativo e rispettoso per tutti. Queste attività aiutano a prevenire i comportamenti aggressivi perché offrono alternative positive alle dinamiche di emarginazione e dominio.
Il consultorio e lo spazio giovani per il supporto agli adolescenti
Lo Spazio Giovani negli ambulatori dei consultori rappresenta una risorsa accessibile per ragazzi dai 14 ai 21 anni. Si tratta di un ambiente in cui gli adolescenti possono rivolgersi liberamente per affrontare temi delicati come la sessualità, l’affettività, la contraccezione e le esperienze legate alla crescita fisica e psicologica. La rete di professionisti che opera in questi centri comprende ginecologi, ostetriche, assistenti sanitari e psicologi.
Secondo l’assistente sanitario Gesuino Serra, queste strutture offrono un supporto senza bisogno del consenso dei genitori, in conformità con le norme sul consenso informato. Questo facilita l’ascolto e l’accoglienza, in particolare per le ragazze, grazie anche all’attività di sensibilizzazione svolta nelle scuole. Le prime richieste riguardano spesso questioni legate al corpo e alla salute, ma aprono la strada a un percorso che può includere orientamento e supporto psicologico a più ampio raggio.
Nel caso di un sostegno terapeutico più approfondito, viene richiesto il consenso della famiglia, così da favorire un dialogo tra genitori e figli. Proprio per facilitare questo confronto, dal mese di ottobre fino a marzo nel Municipio 3 di Milano partirà il cineforum “Genitori e adolescenti, imperfetti e sconosciuti”. Si tratta di un ciclo di incontri con proiezioni di film e dibattiti gratuiti pensato per migliorare il rapporto tra i due mondi, spesso distanti e poco comunicativi.
Questi progetti dimostrano come si possa sostenere un ambiente più sereno e sicuro, offrendo agli adolescenti spazi di ascolto e confronto spesso assenti altrove. Di fronte alla crescita di episodi di prepotenza, è necessario costruire comunità più attive e consapevoli, dove chi subisce o assiste possa trovare sostegno e il coraggio di intervenire.