L’esercito israeliano ha confermato l’uccisione di Behanam Shahriari, figura di spicco della Forza Quds delle Guardie Rivoluzionarie iraniane, considerato responsabile della gestione del traffico di armi verso diversi gruppi armati in Medio Oriente. L’azione, avvenuta in Iran occidentale, si è svolta con il supporto dell’intelligence e ha colpito una rete cruciale per il trasferimento di missili e razzi utilizzati in attacchi contro Israele.
Il raid aereo e il ruolo cruciale di shahriari nella catena di approvvigionamento delle armi
L’operazione israeliana ha preso di mira Behanam Shahriari mentre si trovava a bordo di un’automobile in Iran occidentale, a più di 1.000 chilometri da Israele, come ha indicato l’IDF il 2025. Shahriari era a capo dell’unità di trasferimento armi 190 all’interno della Forza Quds, un ramo delle Guardie Rivoluzionarie che gestisce le attività fuori dal territorio nazionale iraniano. Secondo le fonti israeliane, questa unità occupava un posto di rilievo nel movimento e nella consegna di armamenti sofisticati destinati a gruppi come Hezbollah, Hamas e i ribelli Houthi.
Il raid e le informazioni di intelligence
Il raid è stato condotto dai caccia che hanno agito seguendo informazioni di intelligence precise, per localizzare e colpire Shahriari in un luogo ritenuto sicuro per lui e difficile da attaccare. L’eliminazione di questo comandante rappresenta un duro colpo per le linee di rifornimento delle armi di questi gruppi, e nello specifico per missili e razzi. Questi ordigni hanno alimentato numerosi attacchi contro Israele, soprattutto nell’ultimo conflitto che ha visto la regione teatro di intensi scontri.
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L’IDF ha sottolineato che Shahriari si occupava direttamente della distribuzione delle armi verso gli emissari iraniani in varie aree del Medio Oriente. La Forza Quds, attraverso la sua unità 190, controllava rotte e canali grazie ai quali missili e razzi venivano inoltrati verso gruppi armati che si oppongono a Israele. Hezbollah in Libano e Hamas nella Striscia di Gaza hanno ricevuto un flusso costante di armamenti contenuti sotto la supervisione di Shahriari. Anche i ribelli Houthi nello Yemen, coinvolti in una guerra civile sostenuta indirettamente dall’Iran, sono risultati destinatari di queste forniture.
Importanza strategica della rete di armi
Queste armi hanno alimentato attacchi prolungati contro territori israeliani, con un aumento della frequenza e della potenza dei razzi lanciati. Controllare questa rete è quindi strategico per ridurre la capacità offensiva degli avversari regionali di Tel Aviv. Shahriari aveva un ruolo operativo diretto, coordinando e garantendo che i trasferimenti avvenissero senza intoppi, nonostante le difficoltà imposte da controlli internazionali e operazioni di interdizione.
Implicazioni strategiche dell’eliminazione di shahriari sul confronto israeliano-iraniano
Questo attacco conferma la volontà di Israele di agire oltre i propri confini per limitare la crescita militare degli avversari. Il fatto che l’operazione si sia svolta così lontano dimostra il livello di precisione raggiunto dall’intelligence israeliana, capace di individuare bersagli sensibili anche in aree considerate protette dall’Iran. Shahriari, eliminato in un punto nevralgico per i traffici di armi, rappresentava un anello essenziale nella catena di comando delle forniture belliche.
Possibili ripercussioni future
La rimozione di figure come Shahriari potrebbe causare momentanee difficoltà nella gestione delle spedizioni di armamenti verso i gruppi proxy iraniani. Ma la rete resta complessa e resistente. Israele rimane comunque impegnato in una sorta di guerra silenziosa per interrompere ogni tentativo di rafforzamento militare diretto o indiretto contro la propria sicurezza.
La reazione di Teheran alle azioni dirette sul suo territorio rimane un fattore da osservare, anche in vista di eventuali tensioni ulteriore nel lungo termine. Alla vigilia del 2025, la situazione fra Israele e Iran continua ad essere una fonte di instabilità nella regione, con attacchi mirati che si susseguono e segnano il quadro geopolitico mediorientale.