Oggi più che mai si parla di come gli spazi fisici delle aziende possano diventare luoghi di dialogo e scambio. In un’epoca in cui confrontarsi sembra sempre più difficile, uffici e sedi si aprono alla comunità mettendo al centro le idee e le persone. A Milano, Ibm ha fatto un passo in questa direzione con un progetto che punta a trasformare i propri ambienti in crocevia di innovazione e dibattito. Le parole di Maurizio Decollanz, direttore marketing di Ibm Italia, spiegano perché questi luoghi assumono un ruolo fondamentale nel racconto e nella strategia dei brand oggi.
Il ruolo sociale degli spazi aziendali nella comunicazione dei brand
Maurizio Decollanz ha illustrato come oggi gli spazi aziendali non siano solo uffici ma parte integrante dell’identità di un marchio. Le sedi diventano punto d’incontro in cui architettura, design e tecnologia si fondono per raccontare una missione e uno scopo. Il nuovo numero del magazine di ICCH-International Corporate Communication Hub, presentato a Milano in Assolombarda, si concentra proprio su questo tema. L’idea è che l’ambiente di lavoro debba favorire la condivisione e il confronto tra visioni diverse, creando sinergie che esprimano la ricchezza di un’azienda e la sua relazione con la città.
La capacità di accoglienza e inclusione diventa così un messaggio potente. L’azienda apre lo spazio a partner, clienti ma anche alla comunità più ampia, come studenti e professionisti di vari settori. In questo modo il luogo smette di essere solo uno spazio lavorativo e si trasforma in un punto di riferimento dove le idee circolano e trovano terreno comune. L’attenzione alla progettazione, dall’arredo alla tecnologia, mira a facilitare incontri e scambi in modo naturale, come una moderna agorà.
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L’ispirazione dalle agorà della grecia antica
Il paragone con le agorà della Grecia antica rende chiaro il concetto di Decollanz. Quegli spazi pubblici erano il cuore della città dove si dibattevano questioni vitali per la polis. Oggi le aziende possono riprendere quel ruolo mettendo a disposizione ambienti che permettono alle persone di incontrarsi, discutere e trovare accordi. L’apertura degli spazi fisici, soprattutto se curati anche nell’aspetto estetico, favorisce una cultura del dialogo spesso compromessa da dinamiche sociali più rigide.
Il design come alleato del confronto
Secondo Decollanz il design gioca un ruolo decisivo nel rendere questi luoghi accoglienti. Arredi funzionali, tecnologie integrate e spazi polisensoriali aiutano a creare un’atmosfera in cui il confronto si costruisce con facilità. “Non si tratta solo di estetica, ma di mettere a disposizione strumenti concreti per animare il dibattito, stimolare la cooperazione e incoraggiare incontri significativi.” In tempi in cui la comunicazione rischia di frammentarsi, questi spazi danno la possibilità di ritrovare un senso collettivo attraverso la presenza fisica.
Ibm studios milano come modello di apertura
L’esempio concreto di questa filosofia è rappresentato dagli Ibm Studios, sede milanese situata in Piazza Gae Aulenti. Qui Ibm ha voluto creare uno spazio dove non solo i propri dipendenti ma una pluralità di persone può incontrarsi e collaborare. La struttura offre occasioni di dialogo tra clienti, partner tecnologici ma anche studenti, designer e programmatori. L’obiettivo è girare attorno a temi tecnologici di attualità e innovazione, un terreno fertile per mettere in comune idee e trovare nuove direzioni.
Decollanz sottolinea che questo non è solo un luogo di lavoro, ma un punto di riferimento per la città e la comunità scientifica e creativa. Le diverse competenze che si incontrano negli Ibm Studios mirano a orientare lo sviluppo tecnologico verso orizzonti sostenibili e utili. Il dialogo permanente tra innovatori e utenti permette di testare sul campo soluzioni e ridefinire pratiche. In un momento storico che richiede rapidità di cambiamento, lo spazio diventa un catalizzatore di confronto che spinge la tecnologia oltre i limiti tradizionali.
In questa prospettiva lo spazio fisico racconta più di tante parole il brand Ibm. Non a caso la scelta di aprire i propri ambienti alla città dimostra una volontà di connessione diretta con territorio e persone. Le sedi aziendali non sono più mura chiuse ma vivono di incontri, modelli di collaborazione e scambi veri, in cui tecnologia e comunità avanzano insieme. Questo approccio si rivela sempre più necessario per mantenere vivi i valori e promuovere un futuro condiviso.