Negli ultimi giorni, il mondo della musica dal vivo è scosso dalle accuse di concerti con sold out finti e biglietti distribuiti gratuitamente o a prezzi ridotti. Tra i protagonisti della discussione ci sono i pinguini tattici nucleari, che hanno deciso di intervenire attraverso un messaggio pubblicato sulla loro pagina instagram. Con parole dirette e uno sguardo dietro le quinte del loro lavoro, la band ha voluto chiarire aspetti spesso ignorati dai riflettori.
Dietro le quinte di burnout, il brano nato dallo stress e dalla fatica
Nel post su instagram, riccardo zanotti, voce e anima del gruppo, accompagna l’immagine che lo ritrae in fase di registrazione di burnout, una traccia dell’ultimo album molto sentita. Racconta di una mattina difficile, in cui, seduto al bar con il maestro paga_prod, ha vissuto momenti di stanchezza e confusione causati da mesi senza pause di lavoro in studio. Non ricorda quale fosse il motivo del loro litigio, definendolo una sciocchezza, ma è chiaro che quel momento di tensione ha dato forma a un sentimento più profondo, quello di sconforto che arriva quando fai questo mestiere senza avere sempre la strada chiara.
Scrivere canzoni come valvola di sfogo
Scrivere una canzone in quei frangenti diventa quasi una valvola di sfogo, un modo per raccontare il lato meno raccontato dell’essere musicista. zanotti spiega che preferisce non definirsi “artista”, parola che gli suona distante dalla sua realtà personale, essendo figlio di un muratore. Si sente piuttosto un “muratore di canzoni”. L’espressione sottolinea un lavoro fatto di fatica continua, costruzione e pazienza.
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Le difficoltà nascoste nel mestiere di chi fa musica
L’intervento non si limita a un racconto personale. Il cantante dei pinguini tattici nucleari mette in luce le insidie dietro il successo musicale. Anche se chi lavora in questo campo gode di un privilegio difficile da ottenere, la vita da artista non è fatta solo di gloria e applausi. Ci sono momenti in cui tutto pesa, dove lo stress e la pressione si fanno sentire forte.
Il sistema musicale e le performance numeriche
Le polemiche sui concerti sold out truccati, biglietti svenduti e numeri gonfiati negli streaming che si leggono in questi giorni sono la spia di un sistema che impone performance numeriche irrealistiche. Chi fa musica si trova così obbligato a rincorrere cifre che non sempre rispecchiano il reale valore dell’artista o la qualità del suo lavoro. Questo crea una dinamica controproducente, perché premia chi riesce a produrre numeri, senza guardare troppo ai contenuti.
Sold out e biglietti: quando i numeri diventano l’unico obiettivo
Il post di riccardo zanotti si presenta come una riflessione sincera su quanto accade oltre il palcoscenico. Il fatto che si parli di biglietti a prezzi scontati o regalati per simulare un pienone mette in discussione la genuinità delle prestazioni live. In effetti, in un mercato che sembra ossessionato dai numeri, molti rischiano di perdere la dimensione vera della musica dal vivo, fatta di incontri e condivisione con il pubblico.
La logica del sold out a tutti i costi
La logica del sold out a tutti i costi finisce per penalizzare sia i musicisti sia gli spettatori. Le prime devono inseguire curve di vendita forzate; i secondi, invece, rischiano di assistere a eventi costruiti più per impressionare i media che per celebrare la musica. A quel punto, si perde anche la spontaneità che rende unico ogni concerto.
Il messaggio nel testo burnout e l’augurio per chi fa musica
Nel frammento della canzone citato, “io volevo solo fare l’artista, non avere mille burnout”, emerge il senso profondo di questo sfogo. La parola burnout rappresenta quel momento in cui la passione lascia il posto alla stanchezza, alla frustrazione. Un segnale chiaro del peso delle aspettative e delle richieste del sistema musicale attuale.
Con questo post, i pinguini tattici nucleari aprono una finestra sulle difficoltà di chi sceglie la musica come mestiere. Non si tratta solo di risultati commerciali, ma di affrontare una strada incerta, piena di imprevisti e sacrifici. Il racconto si fa testimonianza di una realtà fatta di fatica, ma anche di scelte autentiche, come quella di continuare a costruire canzoni come un muratore costruisce muri, con pazienza e dedizione.