I monaci cistercensi lasciano la Certosa Di Pavia dopo quasi 60 anni, gestione passata al Ministero Della Cultura nel 2026

I Monaci Cistercensi Lasciano

Monaci cistercensi lasciano la Certosa di Pavia, gestione al Ministero nel 2026. - Gaeta.it

Elisabetta Cina

18 Settembre 2025

La storica Certosa di Pavia, uno dei principali monumenti lombardi di arte tardo-medievale e rinascimentale, cambierà gestione dal primo gennaio 2026. I monaci cistercensi della Congregazione Casamariensis, presenti nel complesso dal 1968, lasceranno la residenza. La custodia e la valorizzazione del sito passeranno al Ministero della Cultura tramite la Direzione regionale Musei nazionali Lombardia, segnando una nuova fase per il patrimonio culturale della zona.

I monaci cistercensi abbandonano la certosa dopo quasi sei decenni di presenza

La comunità religiosa dei monaci cistercensi, appartenente alla Congregazione Casamariensis, ha deciso di lasciare la Certosa di Pavia dopo quasi 60 anni di residenza stabile. Il trasferimento riguarda soprattutto i pochi monaci rimasti, ormai in età avanzata, che saranno ricollocati nell’abbazia di Casamari, in provincia di Frosinone. Questa scelta è stata comunicata dalla stessa Congregazione e riflette un cambiamento nelle presenze monastiche del complesso. La loro permanenza nel sito era iniziata nel 1968 e da allora hanno mantenuto una presenza religiosa, custodendo la spiritualità del luogo. Le motivazioni dietro questa decisione sono state barrate dalla Congregazione stessa, senza che entità esterne potessero modificarla.

Passaggio di gestione al ministero della cultura e nuovi criteri di accesso

Dal 2026 la gestione della Certosa passerà nelle mani del Ministero della Cultura tramite la Direzione regionale Musei nazionali Lombardia. Questo cambiamento segna una svolta nella cura strutturale e nella valorizzazione del complesso monumentale. Rosario Maria Anzalone, direttore dei musei statali in Lombardia, ha sottolineato che nei mesi scorsi si è tentato di convincere i monaci a mantenere la residenza ma senza successo, dato che la decisione non dipendeva dal Ministero. L’intento è ora assicurare la continuità delle attività di conservazione e al tempo stesso rendere il sito più accessibile al pubblico. In quest’ottica verranno ampliate le fasce orarie di apertura e verrà introdotto un biglietto d’ingresso. Tale misura coincide con la necessità di coprire i costi di gestione), compreso il servizio di accoglienza e sorveglianza ministeriale, assente fino ad oggi.

Implicazioni per le attività religiose e ruolo della Diocesi Di Pavia

Il trasferimento dei monaci ha suscitato riflessioni circa le celebrazioni liturgiche presso la Certosa, tradizionalmente garantite dalla comunità cistercense. Monsignor Corrado Sanguineti, vescovo di Pavia, ha avviato trattative per individuare un’altra comunità religiosa che possa garantire la celebrazione della messa domenicale all’interno del santuario. L’interazione tra diocesi e nuova gestione ministeriale dovrà quindi trovare un equilibrio tra le esigenze culturali del complesso e quelle religiose, riconoscendo il valore simbolico e spirituale della Certosa. In effetti, l’assenza stabile dei monaci cambierà la natura dell’animazione religiosa nel luogo, che dovrà essere integrata con altre forme di presenza ecclesiastica.

La Certosa Di Pavia: patrimonio artistico visitato da oltre centomila persone ogni anno

La Certosa di Pavia, proclamata monumento nazionale già nel 1866, rappresenta uno dei capolavori architettonici della Lombardia. La sua fama deriva dalla fusione di elementi artistici tardo-medievali e rinascimentali che la rendono una meta obbligata per i visitatori interessati alla storia e all’arte. Ogni anno il sito ospita oltre 100.000 visitatori, attratti non solo dal valore estetico ma anche dall’impatto storico e spirituale. La nuova gestione ministeriale mira a favorire una maggiore fruizione e tutela, migliorando l’accesso e l’organizzazione del luogo. La Certosa resta uno dei simboli più visibili e frequentati del patrimonio culturale lombardo, impegnando nuove risorse per mantenere vivo questo legame con il territorio e la storia nazionale.