La relazione tra i più piccoli e gli animali rappresenta un elemento chiave per il loro sviluppo cognitivo, emotivo e sociale. Roberto Marchesini, etologo e autore di Che cos’è la zooantropologia , evidenzia come l’interazione con gli animali possa offrire molteplici vantaggi fondamentali, dal miglioramento del linguaggio alla crescita dell’empatia. Queste esperienze, spesso sottovalutate, aiutano i bambini a entrare in contatto con la realtà concreta e con il diverso da sé, offrendo occasioni di apprendimento e di attenzione al mondo che li circonda.
Stimolare la fantasia e il linguaggio attraverso il contatto con gli animali
I bambini vivono oggi immersi in un contesto digitale che spesso limita il contatto diretto con la natura e gli esseri viventi. L’interazione con animali domestici, come cani e gatti, offre un ambiente reale che incoraggia la fantasia, interfacciandosi con la realtà visiva e tattile. Questo distacco dal mondo online permette ai più piccoli di sviluppare il vocabolario in modo spontaneo. Attraverso l’esperienza concreta, i bambini imparano a definire sensazioni, azioni, e colori, per poi trasformare queste conoscenze in racconti e primi pensieri.
Il ruolo dei genitori nel processo
Roberto Marchesini sottolinea che i genitori giocano un ruolo centrale nel favorire questo processo, stimolando uscite all’aperto o momenti dedicati alla cura degli animali presenti in casa. La crescita del lessico passa da contesti reali e concreti, non solo attraverso la lettura o la televisione, ma soprattutto dall’esperienza diretta con ciò che li circonda. I primi pensieri e racconti dei bambini nascono proprio dall’osservazione e dall’interazione quotidiana con la natura e gli animali.
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Imparare la cura e il rispetto attraverso la relazione con l’animale
La convivenza con un animale domestico introduce i bambini all’educazione alla cura. Questo processo fa scaturire i primi gesti di attenzione e responsabilità, fondamentali per costruire rapporti sociali più ampi. Assumere l’impegno di prendersi cura di un essere vivente insegna a rispettare regole semplici ma imprescindibili, come il dare da mangiare, garantire il benessere, o comprendere segnali di disagio. Questi insegnamenti costituiscono la base per la convivenza civile e per lo sviluppo di rapporti sani anche con familiari, amici e futuri colleghi di lavoro.
L’aspetto emotivo della cura
Marchesini evidenzia che questa esperienza formativa agisce anche su un piano emotivo: il bambino impara a riconoscere i bisogni dell’altro e a rispondere con disponibilità, sviluppando quindi la capacità di prendersi cura non solo degli animali ma anche delle persone attorno a lui. Questa educazione alla cura si riflette infine nell’autostima e nel rispetto di sé, un aspetto troppo spesso trascurato.
Conoscere e rispettare la diversità attraverso il contatto con animali diversi
L’esperienza con animali di specie diverse stimola nei bambini la capacità di confrontarsi con il diverso. Non si tratta solo di imparare a leggere il comportamento umano ma anche quello animale, un codice che richiede attenzione ai dettagli del linguaggio del corpo. Ad esempio, il modo in cui un gatto avvicina la coda alzata indica curiosità, mentre un cane con la coda tra le zampe esprime paura. Riconoscere questi segnali aiuta i bambini a sviluppare empatia e sensibilità verso chi ha modi o aspetti differenti.
Le competenze fondamentali per la vita quotidiana
Secondo Marchesini, tali competenze sono fondamentali nella vita quotidiana, perché permettono di instaurare relazioni basate sulla comprensione e non esclusivamente sul giudizio immediato. Imparare a gestire le differenze fin da piccoli facilita l’inclusione sociale, riducendo atteggiamenti di pregiudizio o diffidenza. In questo senso, il contatto con animali diversi contribuisce a costruire un primo modello di relazione più aperto e attento alle peculiarità altrui.
Questo approccio, completo e concreto, non riguarda solo le specie animali ma si estende a ogni situazione in cui il bambino si trovi di fronte a diversità di genere, cultura o personalità. L’educazione alla diversità passa anche da questi piccoli segnali, quotidiani e apparentemente semplici, che aiutano a formare adulti più consapevoli e sensibili.