Controlli recenti dei Nas dei Carabinieri in un salumificio della provincia di Cesena hanno portato alla luce condizioni di lavoro e conservazione assai rischiose per la salute pubblica. Quantità importanti di spezie, carni e prodotti affettati sono risultati scaduti o privi di tracciabilità, sollevando dubbi sulle pratiche di sicurezza alimentare adottate nello stabilimento.
Ispezioni nas e scoperta di alimenti scaduti da anni nel salumificio di cesena
Durante un controllo avvenuto nei giorni scorsi, militari del reparto antisofisticazioni hanno ispezionato un prosciuttificio salumificio in provincia di Cesena trovando spezie e condimenti con date di scadenza superate da più di dieci anni. Questi materiali erano destinati a entrare nella produzione di salumi, mettendo a rischio la qualità e sicurezza degli alimenti finiti.
Non solo spezie ma anche carni, prosciutti, salumi e budelli da insacco presentavano scadenze oltrepassate o risultavano anonimi, senza chiara provenienza. L’assenza di informazioni impediva di ricostruire la filiera e di garantire la regolarità dei prodotti lavorati.
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Dimensioni del fenomeno e materiale sequestrato
L’entità del materiale sequestrato getta luce sulle dimensioni della gestione sospetta: oltre 1.000 kg di spezie scadute, più di 300 kg di salumi con problemi di tracciabilità e circa 250 kg di carni congelate illegittimamente. Tali quantitativi denuncia un fenomeno che non riguarda solo il singolo lotto ma una situazione continuativa, pericolosa per i consumatori.
Irregolarità nel processo di conservazione e congelamento dei salumi
Nel piazzale dello stabilimento è stato scoperto un impianto frigorifero abusivo usato come cella per conservare spezie e alimenti senza alcun permesso o adeguata documentazione. L’uso di questo magazzino esterno e improvvisato rappresenta un grave rischio, poiché non garantisce condizioni idonee per la sicurezza alimentare. La temperatura, l’igiene e l’organizzazione dovevano rispettare norme precise, ma così non era.
Modalità di congelamento e confezionamento
I controlli hanno anche evidenziato il metodo di congelamento dei prosciutti, congelati a -18°C per periodi che arrivavano fino a cinque mesi. Dopo aver passato questa fase, i prodotti venivano scongelati, affettati e confezionati in vaschette termo-sigillate destinate alla vendita al dettaglio. Le confezioni riportavano un’etichetta con scadenza di circa 80 giorni dall’affettatura, una durata che nascondeva la lunga permanenza dei prodotti sotto zero e quindi la reale freschezza incerta. Questo tipo di conservazione illegittima può alterare la qualità e mettere a rischio la sicurezza delle carni.
Interventi delle autorità e sanzioni inflitte per violazioni sanitarie
L’azione dei Nas ha portato al sequestro di più di 1.600 kg di merce non idonea al consumo e all’affidamento a disposizioni sanitarie da parte dell’Usl. L’azienda è stata multata per un importo complessivo di 12.000 euro, cifra che testimonia la serietà delle irregolarità riscontrate in sede di ispezione. L’ente sanitario territoriale ha inoltre adottato dei provvedimenti prescrittivi per obbligare l’impresa a correggere le proprie procedure e la gestione degli alimenti.
Valore commerciale e implicazioni
La somma stimata del valore commerciale degli alimenti sequestrati si aggira intorno ai 30.000 euro. Questi numeri evidenziano un mancato rispetto di regole fondamentali, rischiando di compromettere la salute pubblica oltre a provocare danni economici ai consumatori e a chi opera nel settore nel rispetto delle norme.
Le verifiche svolte rappresentano un punto di attenzione importante sul controllo della filiera alimentare locale, con l’obiettivo di contrastare pratiche scorrette e salvaguardare l’incolumità di chi porta prodotti sulle tavole quotidiane.