Grave maltrattamento a napoli, padre di pietro chiede chiarezza sulle ferite pregresse del figlio

Grave maltrattamento a napoli, padre di pietro chiede chiarezza sulle ferite pregresse del figlio

Il piccolo Pietro, ricoverato in coma al Santobono di Napoli per edema cerebrale e fratture pregresse, è al centro di un’indagine su possibili maltrattamenti mentre la famiglia affronta provvedimenti giudiziari.
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Il piccolo Pietro, di nove mesi, è ricoverato in condizioni gravissime a Napoli con fratture pregresse e gravi problemi neurologici; sono in corso indagini per chiarire l’origine delle lesioni, mentre il Tribunale ha sospeso la responsabilità genitoriale della madre. - Gaeta.it

Il caso del piccolo Pietro, di nove mesi, da giorni ricoverato in condizioni gravissime a Napoli, continua a scuotere l’opinione pubblica. Il bambino è arrivato in ospedale con fratture pregresse e gravi problemi neurologici, e l’attenzione si concentra sull’accertamento di cosa sia successo realmente. Il padre biologico, attraverso il suo avvocato, chiede che vengano chiarite tutte le cause delle lesioni che hanno colpito il piccolo e si aspetta risposte sulla natura delle ferite.

Le condizioni attuali di pietro e i primi soccorsi

Pietro si trova tuttora ricoverato nel reparto di rianimazione dell’ospedale Santobono di Napoli. Il bambino è stato trasferito d’urgenza in elicottero dal nosocomio di Sapri, nel Salernitano, dove la madre lo aveva portato dopo il grave peggioramento. I medici hanno effettuato due delicati interventi chirurgici al cervello per trattare un forte edema cerebrale. I danni neurologici lo hanno costretto a rimanere in coma, con prognosi riservata.

Oltre al grave edema, sul corpo del piccolo sono state riscontrate fratture vecchie, al femore e alle costole, circostanza che ha sollevato dubbi sulle cause e sulle dinamiche degli eventuali maltrattamenti. Non risultano contusioni o segni di trauma recente sul cranio, una particolarità che ha spinto i medici a ipotizzare un’origine spontanea dell’emorragia, legata a un edema cerebrale congenito secondo la diagnosi del pediatra di famiglia.

La famiglia e la dinamica dei fatti

Il bambino abitava a Villammare, nel comune di Vibonati, su Salerno, insieme alla madre, al fratellino di quattro anni e al nuovo compagno della donna, in una villetta. Il padre biologico, Giuseppe Mileo, non vive più con loro e risulta estraneo ai fatti di cui si discute. Furono proprio la madre e il nuovo compagno a portare Pietro all’ospedale di Sapri nei momenti di emergenza.

La vicenda ha aperto un’indagine sulla possibile origine delle fratture, le cui cause restano da chiarire. Il Tribunale per i Minorenni di Potenza ha sospeso temporaneamente la responsabilità genitoriale della madre. Il fratello maggiore di Pietro è stato collocato in una comunità protetta mentre si svolgono le verifiche e gli accertamenti medico-legali.

La posizione del padre biologico e le richieste della difesa

Attraverso l’avvocato Franco Maldonato, il padre si è detto sconvolto dalla situazione ma non ha puntato l’indice contro la ex compagna. “Il nostro assistito al momento in cui gli inquirenti ipotizzano la causa delle lesioni, si trovava altrove”, ha spiegato l’avvocato. Le testimonianze e le ricostruzioni confermano che il padre ha saputo del malessere del bambino solo quando era già in ospedale.

Il legale ha sottolineato che per l’emorragia cerebrale i sanitari hanno ipotizzato un evento spontaneo, escludendo traumi diretti o indiretti recenti sul cranio. Questa versione si accorda con l’assenza di ecchimosi o segni visibili di trauma esterno nella zona colpita. Diverso è il discorso delle fratture pregresse, che restano inspiegabili e richiedono approfondimenti medico-legali.

La difesa farà richiesta al Tribunale per rivedere il provvedimento che ha collocato il fratellino in comunità. L’idea è di affidare il bambino al padre e ai nonni, che potrebbero assicurargli un ambiente più sereno e la cura necessaria, vista la sua età e situazione.

Le indagini ancora in corso e le questioni aperte

Le forze dell’ordine e i medici stanno valutando ogni dettaglio per stabilire cosa abbia provocato le ferite al piccolo Pietro. Al momento non risultano indagati ufficiali, ma le verifiche sono in corso per ricostruire i momenti precedenti al ricovero e approfondire la natura delle fratture scoperte.

Le ipotesi sul maltrattamento restano aperte, ma la situazione clinica del neonato complica il quadro. Dal quadro emerso, l’edema cerebrale sembra non derivare da un trauma riconosciuto, mentre altri segni fisici indicano violenze pregresse.

Le autorità continuano a indagare con attenzione, mentre il padre biologico chiede che si faccia chiarezza e che la tutela dei bambini coinvolti abbia la priorità. La situazione resta delicata e le prossime settimane saranno decisive per capire cosa è successo davvero a Villammare.

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