La grandinata che ha colpito la zona pedemontana del Torinese tra il pomeriggio del 22 e le prime ore del 23 maggio ha creato seri problemi all’agricoltura locale. Campi di mais, vigneti, frutteti e coltivazioni di grano hanno subito danni pesanti, a pochi giorni dalla stagione di raccolta. La situazione sembra destinata a complicare ulteriormente un settore già provato dal maltempo primaverile.
Danni provocati dalla grandine nel torinese pedemontano
Nel territorio che va dal Canavese al Pinerolese, la grandinata è stata particolarmente violenta. Nella zona di Ivrea, la grandine ha raggiunto dimensioni anomale, con chicchi grandi come palle da ping-pong, che hanno colpito soprattutto i campi di mais. In quel periodo, la coltura era nella fase delicata di crescita primaverile, con steli verdi che promettevano un buon raccolto. Dopo la grandinata, però, nelle campagne resta soltanto un tappeto di foglie rovinate e residui coperti di fango. La grandine ha completamente spazzato via le piante, rendendo impossibile immaginare una ripresa rapida.
Danni anche ai frutteti e alle vigne
Il fenomeno ha causato danni estesi anche alle coltivazioni di frutta e alla vite, con alberi spezzati e filari distrutti. Lo scenario nell’eporediese è aggravato dal fatto che questa zona era già stata danneggiata dalle esondazioni ad aprile. Qui, la grandinata ha colpito in modo concentrato, peggiorando le condizioni di terreni e raccolti.
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Il pinerolese e i danni più gravi alle colture
Nel Pinerolese, l’impatto della supercella temporalesca si è fatto sentire con particolare intensità. Campi di piccoli frutti, come fragole e lamponi, sono stati devastati dall’arrivo improvviso della grandine. Anche i frutteti di mele, pere e kiwi, in piena fase di allegagione, hanno subito perdite consistenti. Il vento forte ha spezzato rami e compromesso lo sviluppo dei raccolti futuri.
La situazione più critica riguarda i campi di grano che avevano da poco superato la fioritura. La grandine ha fatto cadere buona parte dei chicchi in formazione, riducendo drasticamente la produzione possibile. In alcune zone il ghiaccio ha creato veri e propri strati al suolo: passare tra i campi è diventato difficile anche per gli agricoltori e i tecnici che devono fare una prima valutazione dei danni.
Prime reazioni dagli agricoltori
Le segnalazioni arrivano agli uffici Coldiretti locali. Molti agricoltori definiscono la grandinata un disastro completo. Alcune aziende segnalano raccolti azzerati, altre perdite parziali ma significative, soprattutto tra i piccoli produttori che soffrono già da mesi per le condizioni meteo sfavorevoli.
L’impatto economico e sociale sulle aziende agricole locali
Il territorio dell’eporediese, già danneggiato dalle recenti inondazioni, sta affrontando un ulteriore colpo pesante. I danni economici stimati da Coldiretti superavano i 3 milioni di euro già a metà maggio, prima che arrivasse quest’ultimo evento meteorologico violento. La nuova ondata di maltempo rischia di far salire ulteriormente questa cifra.
Le perdite produttive colpiscono soprattutto le realtà imprenditoriali piccole e medie, dove le risorse per far fronte ai danni sono limitate. Molti agricoltori si ritrovano ora a dover ricostruire interi filari o ricominciare la coltivazione da zero. La situazione evidenzia la fragilità economica di un settore fortemente dipendente dall’andamento del clima.
Opinione da loranzè
Un imprenditore di Loranzè ha commentato la situazione, rimarcando quanto sia difficile riprendersi dopo un evento che segue quello delle alluvioni di aprile. La catena di danni si somma, mettendo a dura prova la continuità delle attività agricole e la sopravvivenza stessa di alcune aziende.
Richieste e interventi per affrontare i cambiamenti climatici
Bruno Mecca Cici, presidente di Coldiretti Torino, ha segnalato la necessità urgente di interventi concreti per sostenere gli agricoltori alle prese con eventi climatici sempre più violenti e frequenti. Ha evidenziato come gli strumenti assicurativi attuali non siano più in grado di proteggere le aziende da eventi di questo tipo, che si distaccano ormai dal concetto di normalità meteorologica.
Il presidente ha chiesto un cambiamento di strategia, con l’introduzione di misure immediate, fondi ad hoc e procedure snelle per dichiarare lo stato di calamità naturale senza indugi. Serve anche una politica climatica più strutturata, che consideri il peso dell’agricoltura piemontese sul territorio, sull’ambiente e sulla qualità del cibo.
Il settore agricolo piemontese vale miliardi di euro e copre una superficie vasta, rendendo il suo sostegno fondamentale non solo per l’economia locale ma per la tutela del paesaggio e delle risorse naturali. Sullo sfondo c’è il rischio che nuovi eventi meteorologici estremi possano aggravare ulteriormente la situazione, con ripercussioni dirette su produzione e mercato.
La campagna torinese dopo la grandinata e il futuro a breve termine
Le campagne della cintura torinese mostrano ancora i segni di questa grandinata, con piante distrutte e campi appena distrutti. L’estate, che sta arrivando, potrebbe portare altre sorprese sul fronte meteorologico. Le previsioni parlano di possibili nuovi episodi di maltempo, il che mantiene alta l’attenzione tra gli agricoltori.
Nonostante i danni gravi, le aziende stanno tentando di pianificare interventi per limitare le perdite residue e valutare i tempi per una possibile ripresa della coltivazione. L’andamento climatico potrà influenzare la qualità e la quantità dei raccolti estivi o autunnali. Anche i tecnici e gli esperti locali continueranno a monitorare la situazione sul campo, per fornire dati utili agli agricoltori e alle autorità.
Il maltempo di maggio si aggiunge a un inverno e primavera instabili e evidenzia come il settore agricolo debba prepararsi a scenari climatici sempre più difficili da gestire. Le immagini delle campagne rovinate sottolineano la difficoltà di proteggere una delle attività più importanti per il territorio.