La città di Genova ha ospitato ieri sera un importante ritorno sulle sue scene liriche con la messa in scena di die zauberflöte, opera celebre di Wolfgang Amadeus Mozart. L’appuntamento al teatro Carlo Felice ha attirato un pubblico numeroso e appassionato. L’evento ha segnato il ritorno di questo titolo mozartiano, assente da tempo dal cartellone genovese, con una produzione che richiama la tradizione e valorizza nuovi talenti del canto. L’opera, tra le più rappresentate e amate nel repertorio classico, ha un posto speciale nella storia della musica e della cultura europea.
La genesi e il valore storico di die zauberflöte
Composto nel 1791, l’ultimo anno di vita di Mozart, die zauberflöte rappresenta uno degli approdi più significativi del compositore austriaco. Quest’opera nasce in un periodo intenso e fruttuoso, durante il quale Mozart ha scritto anche il concerto per clarinetto, la clemenza di Tito e iniziato il Requiem, rimasto incompiuto. die zauberflöte combina elementi comici e drammatici, regalando un ritratto complesso e profondo, capace di parlare sia al pubblico del suo tempo che alle generazioni successive. L’opera si distingue per il laboratorio musicale raffinato e per il testo ricco di simbolismi legati alla cultura tedesca, grazie anche alla collaborazione con il librettista Emanuel Schikaneder. La lungimiranza di questo lavoro ne ha fatto una pietra miliare della musica operistica.
La messa in scena al teatro carlo felice e l’allestimento di lele luzzati
La produzione proposta a Genova ha ripreso lo storico allestimento ideato da Lele Luzzati, artista noto per un segno visivo pulito e magico, perfetto per lo scenario fantastico dell’opera. Le scene ambientate in un immaginario Egitto hanno catturato l’attenzione e favorito l’immedesimazione degli spettatori, lasciando spazio all’incanto e alla fiaba. Daniele Abbado ha curato la regia con attenzione, mantenendo una lettura che rispetta l’impianto originario e valorizzando la semplicità dell’opera di Luzzati. La direzione d’orchestra è stata affidata a Giancarlo Andretta, il quale ha condotto l’ensemble con equilibrio, contemperando la presenza in buca con l’attività dei cantanti sul palcoscenico. Andretta ha tratteggiato le sfumature della partitura mozartiana, dal gioco tra leggera ironia e tensione drammatica alla dolcezza dei momenti più intimi, ottenendo un risultato che ha convinto il pubblico.
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La prova del cast giovane dell’accademia del teatro carlo felice
Il cast vede protagonisti giovani artisti provenienti dall’accademia di alto perfezionamento del teatro carlo felice, impegnati in ruoli che richiedono grande versatilità. La complessità della partitura e la varietà stilistica hanno rappresentato una prova impegnativa, specie per i continui passaggi tra arie solistiche, interventi corali e brani recitati in tedesco. Gabriella Ingenito, nel ruolo di Pamina, si è distinta per la precisione tecnica e una resa espressiva convincente. Martina Saviano ha affrontato con agilità le difficili colorature dell’aria della Regina della Notte, nonostante una sonorità più sottile nel registro grave. Samuele Di Leo ha interpretato Tamino con la giusta intensità, mentre Ernesto de Nittis ha divertito per la sua caratterizzazione di Papageno. Giada Venturini ha portato sul palco una Papagena carismatica. Antonino Arcilesi e Davide Battarini hanno completato il gruppo con Sarastro e Monostatos, rispettivamente, meno imponenti ma adeguati ai ruoli. Gli applausi finali hanno premiato la serata e l’impegno dei giovani artisti.