La recente intesa tra Unione europea e Stati Uniti per limitare i dazi al 15% apre una nuova fase di confronto per l’Italia. Roma sta cercando modi concreti per proteggere le imprese più esposte, mentre emergono tensioni nella maggioranza e richieste da parte delle opposizioni affinché il governo riferisca in Parlamento. Diverse proposte cercano di definire gli strumenti finanziari e normativi utili ad affrontare le ripercussioni economiche, mentre la premièra Giorgia Meloni e il suo staff lavorano per coordinare gli interventi.
La strategia del governo dopo l’accordo sui dazi: tra intesa e cautela
Dal rientro da una trasferta in Etiopia, la premier Meloni si è concentrata con il suo team a Palazzo Chigi sulla definizione di un piano operativo per fronteggiare le conseguenze dell’intesa raggiunta tra Usa e Ue sui dazi. Il governo intende prima stabilire con precisione tutti i dettagli dell’accordo, ricordando la necessità di prevedere esenzioni mirate per i settori più vulnerabili dell’economia nazionale. Solo dopo aver bloccato questi punti si potrà procedere con il sostegno concreto alle imprese colpite. Si tratta di una fase definita dai tecnici come «work in progress», in cui ogni passo va calibrato per contenere i possibili effetti economici dannosi. Rendere noto il contenuto dell’accordo a Palazzo Madama è una priorità per le opposizioni, che chiedono con urgenza un confronto parlamentare per valutare i termini dell’intesa.
Le richieste della lega: riformare patto di stabilità e revisione del pnrr
Matteo Salvini, vicepremier e leader della Lega, ha espresso cautela nell’attesa dei dettagli, ma nel frattempo ha puntato il dito sulla Commissione europea e su von der Leyen, attribuendo loro un peso negativo sulle imprese italiane. Ha chiesto un intervento immediato di modifica del Patto di stabilità, considerato incompatibile con la situazione attuale che vede guerre e tensioni commerciali in corso. Secondo Salvini, la presidente della Commissione potrebbe annullare i vincoli fiscali già da subito, ma non l’ha fatto. L’altra proposta rilanciata dalla Lega riguarda il Pnrr, piano con risorse dedicate a Italia per investimenti e riforme. Massimiliano Romeo, capogruppo al Senato, ha avanzato l’idea di un ordine del giorno per rivedere la ripartizione delle somme, liberando fondi non utilizzati per supportare direttamente le imprese danneggiate dai dazi. L’obiettivo è destinare queste risorse a misure di sostegno economico per contenere gli effetti negativi sulla produzione e l’export.
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Posizioni di forza italia e di palazzo chigi sul sostegno alle imprese
Antonio Tajani, altro vicepremier e leader di Forza Italia, si è concentrato sull’esigenza di tutelare i settori più esposti, proponendo di mettere in sicurezza quei comparti per ridurre le conseguenze dell’aumento tariffario. Dall’altra parte, Palazzo Chigi vede con favore l’intesa raggiunta, poiché ha evitato uno scenario peggiore, ma invita la cautela prima di esprimere un giudizio definitivo. Il governo vuole osservare nei fatti come verranno gestite le esenzioni, le regole precise e i possibili sostegni. Il quadro resta incerto e il confronto con Bruxelles continua per tentare di ottenere le condizioni migliori possibili, senza lasciare scoperti settori produttivi chiave.
Il parere del ministero degli affari europei sul pnrr e i fondi per le imprese
Tommaso Foti, ministro per gli Affari europei, il Pnrr e le Politiche di coesione, ha chiarito che al momento non esistono condizioni chiare per decidere un utilizzo delle risorse del piano per compensare le imprese colpite dai dazi. La priorità resta quella di verificare in concreto quali esenzioni saranno concesse e quale impatto avranno sull’economia italiana. Solo allora si potrà valutare con maggiore precisione una possibile rimodulazione del Pnrr. Foti sottolinea che ogni discussione ufficiale sul piano va fatta in Parlamento, l’unico organo competente per definire modifiche o ridistribuzioni di fondi pubblici. Qualsiasi cambiamento richiede un’analisi approfondita e un confronto istituzionale adeguato, non può nascere da iniziative mediatiche.
Le dinamiche nel governo e le reazioni politiche nella capitale
L’atmosfera politica a Roma si fa tesa, con una maggioranza divisa sulle strategie da adottare per affrontare l’accordo sui dazi. Le richieste di Salvini, più radicali e orientate a interventi immediati, si contrappongono a un approccio più prudente della premier Meloni e del suo staff. Le opposizioni hanno chiesto un intervento urgente in Parlamento per fare chiarezza e valutare gli effetti sui diversi settori produttivi. Palazzo Chigi sta evitando annunci affrettati, riservandosi di delineare una linea precisa solo dopo aver ottenuto maggiori garanzie sull’applicazione dell’intesa con Washington e Bruxelles. L’intesa rimane dunque al centro del dibattito politico, con l’attenzione puntata su come tutelare le imprese italiane e contenere i rischi di un possibile conflitto commerciale più ampio.