La stagione estiva 2025 si presenta con temperature elevate in molte città italiane e i lavoratori all’aperto affrontano condizioni difficili ogni giorno. Glovo, piattaforma di consegne a domicilio, ha scelto di rispondere all’emergenza caldo con un sistema di bonus economici per i rider che effettuano consegne nelle ore più calde. Questo intervento però ha suscitato reazioni contrastanti, perché arriva mentre le istituzioni locali e nazionali indicano misure più stringenti per proteggere i lavoratori dai rischi legati al calore eccessivo. I dettagli del bonus e il suo meccanismo meritano quindi un’analisi precisa.
La risposta di glovo all’ondata di calore: bonus ma microscopici
Il primo luglio 2025, Glovo ha inviato una comunicazione ufficiale ai suoi rider in Italia, annunciando un incentivo economico legato all’aumento delle temperature estive. Nella mail si legge che l’azienda ha intenzione di “prestare particolare attenzione a chi lavora all’aperto” e promette sicurezza come priorità. Viene sottolineato che l’emergenza caldo può comportare costi aggiuntivi per chi consegna e per questo si propone un contributo sotto forma di bonus.
Questo bonus economico la quantifica in frazioni di percentuale sul valore di ogni ordine completato durante luglio e agosto 2025, ma si traduce in cifre decisamente basse. Adeguare il pagamento alle condizioni climatiche è un’idea che, sulla carta, pare corretta ma il modo in cui viene applicata ha sollevato numerose critiche. Il bonus infatti viene calcolato solo in base alla temperatura rilevata nella città di appartenenza del rider e non considera altri fattori, come la durata o complessità della consegna.
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Il sistema di bonus e i suoi limiti pratici
Glovo ha stabilito una soglia di premi variabile a seconda delle temperature: il 2% in più per temperature fra 32 e 36 gradi, il 4% in più tra 36 e 40 gradi, e l’8% oltre i 40 gradi. In termini concreti questo porta a un aumento di pochi centesimi per consegna, considerando che la tariffa standard si aggira intorno a 2,5 euro.
- Tra 32 e 36 gradi il rider guadagna circa cinque centesimi in più
- Tra 36 e 40 gradi il bonus arriva a circa dieci centesimi
- Oltre i 40 gradi il bonus corrisponde a circa venti centesimi per consegna
Di fatto, per le ore più calde e faticose, i compensi hanno un rincaro simbolico. Questo sistema non tiene conto della quantità di lavoro, della distanza percorsa o del rischio effettivo legato a condizioni meteorologiche così estreme. Inoltre, il bonus è erogato solo dopo la fine del periodo di riferimento, cioè con la fattura del 21 settembre 2025, costringendo i rider a sostenere anticipi di spesa per i prodotti necessari a proteggersi dal caldo.
Confronto con le normative per la protezione dal caldo sul lavoro
Nel frattempo, a livello istituzionale, le autorità nazionali e regionali italiane hanno varato provvedimenti per salvaguardare la salute dei lavoratori esposti a temperature elevate. Ordinanze e disposizioni invitano le aziende a concedere pause nei momenti di calura massima, impedendo il prolungamento dell’attività fisica senza interruzioni.
Questi interventi puntano a garantire la tutela effettiva delle persone che restano all’aperto, chiedendo alle aziende di rispettare limiti precisi e di adottare misure preventive più concrete. L’intenzione è di prevenire colpi di calore e altri disturbi causati dall’esposizione prolungata al sole.
L’approccio di Glovo, limitandosi a proporre un incremento economico minimo e ritardato, appare in netto contrasto con queste norme, tanto più che i rider non ottengono pause obbligatorie né indicazioni per modificare le loro modalità di lavoro. La mancanza di pause obbligatorie durante le ore più calde rischia di prolungare l’esposizione agli agenti atmosferici pericolosi, aumentando i rischi per la salute.
Le reazioni e le conseguenze per i rider
La comunicazione di Glovo ha suscitato reazioni critiche tra i rider e sul piano pubblico. Molti lavoratori hanno definito i bonus troppo modesti rispetto ai rischi e ai costi reali sostenuti nelle ore di lavoro con temperature sopra i 35 gradi.
Questa scelta di rimandare il pagamento a fine settembre obbliga inoltre i rider a anticipare le spese per l’acquisto di acqua, creme solari e sali minerali, proprio quando questi costi si fanno più urgenti.
Il sistema previsto non offre nemmeno garanzie sulla sicurezza o la salute sul lavoro. La piattaforma si limita a fornire un incentivo economico marginale, senza riconoscere la necessità di tempi di pausa o di condizioni di lavoro più adeguate.
Sui social e tra le organizzazioni dei lavoratori si è aperto un dibattito sull’opportunità di introdurre regole più stringenti sulle pause, i limiti orari e le tutele anticalore, soprattutto nelle professioni a rischio. Aspetti che rischiano di diventare una priorità con l’aumento delle ondate di calore registrate negli ultimi anni in Italia.
Il caso Glovo rimane un esempio della difficoltà nel conciliare lavoro agile e tutele reali, soprattutto in settori con condizioni ambientali difficili e contrasto tra esigenze di produttività e di protezione dei lavoratori.