Il tribunale di Udine ha convalidato le detenzioni di Lorena Venier, 61 anni di Gemona, e Maylin Castro Monsalvo, compagna del figlio di Venier, Alessandro, 35 anni. Entrambe sono accusate di aver ucciso e poi fatto a pezzi il giovane. I reati contestati includono omicidio pluriaggravato in concorso, vilipendio e occultamento di cadavere.
I fatti alla base dell’indagine: un omicidio pluriaggravato
Alessandro Venier è stato trovato morto dopo che la madre e la compagna avevano ammesso la loro responsabilità nell’omicidio. L’episodio, che ha scosso Gemona e l’intera provincia di Udine, si è rivelato particolarmente crudo per via della modalità con cui è stato portato a termine, cioè lo smembramento del corpo. L’accusa principale sostiene che le due donne abbiano agito insieme intenzionalmente, aggravando così la gravità del fatto.
Le circostanze precise della morte sono oggetto di approfondimenti da parte degli inquirenti, che hanno raccolto testimonianze e prove durante le perquisizioni. Il procedimento ha inoltre evidenziato elementi di vilipendio, dovuti al trattamento riservato al cadavere, e di occultamento, per aver nascosto i resti al fine di impedire ritrovamenti tempestivi.
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La decisione del gip e le condizioni delle misure cautelari
Il giudice per le indagini preliminari ha confermato le misure restrittive per entrambe le imputate. Lorena Venier è stata collocata in carcere, dove dovrà rimanere in attesa del proseguimento delle indagini e del processo. Nel caso della compagna Maylin Castro Monsalvo, è stata scelta una forma di custodia attenuata in una struttura protetta. Questo perché Maylin ha un figlio ancora molto piccolo, inferiore all’anno d’età, e la legge prevede attenzioni particolari in questi casi, pur mantenendo la detenzione.
Questa differenza nel tipo di custodia riflette l’esigenza di bilanciare sicurezza e rispetto delle condizioni familiari. La struttura protetta consentirà di controllare la presenza di Maylin evitando i rischi derivanti da un trattamento penitenziario tradizionale, ma senza rinunciare alla restrizione di libertà.
Le prossime mosse legali e il ruolo della difesa
L’avvocato Giovanni De Nardo, legale di Lorena Venier, ha dichiarato di voler analizzare le motivazioni dietro alla convalida per valutare eventuali azioni da intraprendere. Non esclude di presentare ricorso al tribunale del riesame, momento in cui si discuterà la validità delle misure cautelari adottate.
La fase successiva si concentrerà sull’approfondimento delle condizioni e degli elementi emersi nelle indagini. Intanto, il procedimento si mantiene aperto e in attesa di sviluppi, considerando anche le dichiarazioni delle parti coinvolte e nuovi riscontri tecnici.
Le autorità giudiziarie proseguiranno il lavoro di ricostruzione dei fatti, e ulteriori aggiornamenti potranno arrivare in seguito a nuovi accertamenti. Il caso resta sotto forte attenzione, viste le implicazioni penali e umane presentate.