La scomparsa di Giovanni Marchionni, 21 anni di Bacoli, trovato senza vita nella cabina di uno yacht ormeggiato alla Marina di Portisco, Olbia, resta un mistero. I rilievi tecnici, durati più di quattro ore, non hanno individuato tracce di sostanze tossiche a bordo. Le indagini però vanno avanti, con la famiglia e la Procura di Tempio Pausania che seguono con attenzione ogni sviluppo.
Periti a bordo: rilievi approfonditi ma nessuna prova di gas tossici
L’8 agosto 2025 è stata una giornata tragica a bordo di uno yacht di 17 metri nella Marina di Portisco. Giovanni Marchionni è stato trovato morto nella sua cabina. Nei giorni seguenti, una squadra di esperti ha passato al setaccio l’imbarcazione per oltre quattro ore, controllando ogni angolo e ogni possibile fonte di rischio.
I periti si sono concentrati soprattutto sulle sostanze nocive, in particolare sulle batterie di bordo, che possono essere pericolose. Un’attenzione particolare è stata riservata al possibile monossido di carbonio, un gas pesante e velenoso. Se fosse stato presente, avrebbe potuto accumularsi nella cabina dove si trovava il ragazzo. Ma al termine delle verifiche non è emersa alcuna traccia di esalazioni tossiche, come ha confermato il legale della proprietà .
Leggi anche:
Questi controlli escludono la presenza di gas o fumi irritanti in grado di causare soffocamento o intossicazioni. Così sono state messe in dubbio anche le prime segnalazioni di alcuni testimoni che avevano parlato di un odore simile a uova marce, spesso associato al monossido di carbonio.
Batterie e aree tecniche: esami senza anomalie
Le batterie che alimentano il motoscafo sono state analizzate con cura. Sei batterie di servizio, posizionate al centro dell’imbarcazione, sono risultate integre e funzionanti. Poi sono state ispezionate anche quelle nel vano motore, una zona critica in caso di fuoriuscite di gas.
Le batterie sono lontane dalla cabina di Giovanni, che si trova nella parte alta dello yacht. Considerando che il monossido di carbonio è un gas più pesante dell’aria, avrebbe avuto difficoltà ad accumularsi in quella zona. Questa valutazione si basa sulle proprietà del gas e sul modo in cui si muove l’aria in spazi chiusi come quelli di uno yacht.
Nei prossimi giorni sono previsti altri accertamenti con i motori in funzione, per capire se durante la navigazione o il funzionamento dei sistemi di bordo possano emergere emissioni o problemi non riscontrati a motore spento. Questi test serviranno a completare il quadro.
Indagine in corso a Tempio Pausania: si cerca la veritÃ
La Procura di Tempio Pausania ha aperto un’inchiesta per fare luce sulla morte di Giovanni Marchionni. Il fascicolo è affidato a consulenti tecnici, mentre la famiglia, assistita da avvocati, chiede che si vada fino in fondo con trasparenza.
Tra le piste al vaglio c’è anche quella di un possibile incidente legato al lavoro, proposta dalla direzione Inail di Napoli. Si sta valutando il ruolo del giovane sull’imbarcazione e le condizioni di sicurezza a bordo.
Gli accertamenti tecnici e medici saranno decisivi per capire se ci sono responsabilità e per ricostruire cosa è successo. Nei prossimi giorni sono attesi aggiornamenti dagli ulteriori controlli, che verificheranno anche il comportamento degli impianti e dei macchinari con lo yacht in funzione, oltre a eventuali fonti di sostanze pericolose.
Il caso di Marchionni resta complesso, con aspetti umani, tecnici e giudiziari che si intrecciano. Le autorità mantengono alta l’attenzione, mentre la comunità segue da vicino una vicenda ancora senza risposte certe.