Giovanni malagò lascia la presidenza del coni dopo 12 anni segnati da successi e sfide per lo sport italiano

Giovanni malagò lascia la presidenza del coni dopo 12 anni segnati da successi e sfide per lo sport italiano

Giovanni Malagò lascia la presidenza del Coni dopo 12 anni, preparando il passaggio di consegne in vista delle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026 e delle prossime elezioni per il nuovo vertice sportivo.
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Giovanni Malagò conclude dopo 12 anni la presidenza del Coni, lasciando un'importante eredità nello sport italiano e preparandosi a nuovi ruoli legati alle Olimpiadi Milano-Cortina 2026. - Gaeta.it

Giovanni Malagò ha concluso il suo ultimo giorno di lavoro a palazzo H, lasciando dopo 12 anni la presidenza del Coni. Il suo lungo mandato si chiude nel momento in cui il movimento sportivo italiano si prepara a scegliere un nuovo vertice. Malagò ha guidato lo sport nazionale attraversando cambiamenti importanti e ottenendo traguardi difficili da raggiungere prima. L’addio arriva a pochi mesi dalle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026, evento in cui sarà ancora protagonista ma in ruoli diversi.

L’ultimo giorno a palazzo h e il racconto in fotografie

Il pomeriggio del 31 marzo 2025 ha visto Giovanni Malagò vivere le ultime ore al comando del Coni in un clima carico di emozione. A documentare questi momenti è stato ferdinando mezzelani, fotografo storico dell’agenzia GMT, che ha catturato immagini preziose nello studio del presidente, lungo i corridoi e sulla scalinata dell’edificio che ospita il comitato olimpico. Alle 19.26 Malagò ha lasciato palazzo H per l’ultima volta nella veste ufficiale.

Riflessioni tra passato e futuro

Questa giornata è stata un’occasione per riflettere sul percorso personale e professionale di Malagò. Le fotografie mostrano non solo un uomo che lascia un incarico, ma qualcuno che guarda al passato con orgoglio e al futuro con una certa tranquillità. Quel luogo ha rappresentato un punto focale per un lungo periodo di attività intensa, fra riunioni, decisioni importanti e il rapporto diretto con atleti e dirigenti.

Le immagini raccolgono la solitudine e la solennità di quell’addio, ma anche la consapevolezza di chi sa di aver contribuito a lasciare un’impronta concreta nello sport italiano. Il clima è teso ma sereno, segno di una finestra che si chiude dopo un’epoca complessa e ricca di eventi.

Un mandato di dodici anni tra traguardi sportivi e rilancio internazionale

Malagò ha rivestito la carica di presidente del Coni dal 2013 fino al 2025, attraversando tre mandati confermati grazie alla fiducia accordatagli dal movimento sportivo. Da subito ha affrontato il ruolo con un spirito di servizio, fornendo una guida stabile in anni turbolenti per il sistema sportivo, segnati da difficoltà economiche e politiche.

Sul piano dei risultati sportivi, il periodo Malagò ha coinciso con successi senza precedenti per gli atleti italiani, capaci di emergere in diverse discipline a livello olimpico e mondiale. Ha contribuito a rafforzare la presenza internazionale dello sport italiano, portandolo a un prestigio mai toccato prima. L’impegno ha riguardato sia la valorizzazione delle eccellenze sportive sia la promozione dello sport di base.

Sfide e ostacoli lungo il percorso

Non sono mancati ostacoli: la gestione dei grandi eventi, le tensioni interne e la necessità di aggiornare normative vecchie hanno richiesto scelte che non sempre hanno trovato unanime consenso. Malagò ha mantenuto un approccio riservato ma determinato, cercando di unire e rappresentare tutti gli stakeholder, senza perdere di vista i traguardi da raggiungere.

L’esperienza accumulata è stata funzionale anche alla candidatura e poi all’organizzazione delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026, progetto che rappresenta una delle eredità più importanti lasciate sotto la sua guida.

Il futuro di giovanni malagò fuori da palazzo h

Nonostante la fine dell’incarico di presidente, Malagò ha confermato un legame saldo con il mondo dello sport. Il manager manterrà ruoli di rilievo, in particolare all’interno del Comitato olimpico internazionale, dove parteciperà all’organizzazione delle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026 e ad altri eventi di rilevanza globale.

Malagò ha spiegato di sentirsi ancora energico e motivato come il primo giorno al Coni, pronto a sostenere lo sport italiano con contributi meno esposti ma ugualmente importanti. Avere una figura con esperienza e autorevolezza come la sua in questo momento cruciale può offrire continuità e stabilità, soprattutto in vista delle sfide che attendono il movimento olimpico nazionale.

In questi ultimi giorni ha ricevuto numerosi messaggi di stima e riconoscimento da parte di atleti, dirigenti e personalità istituzionali. Il sostegno collettivo ha rappresentato un elemento di conforto e di gratitudine, a testimonianza del valore del suo lavoro e della rete costruita negli anni.

La svolta per il coni e le prossime elezioni

Il 1 aprile 2025 è in programma l’elezione del nuovo presidente del Coni che guiderà l’organismo per il quadriennio 2025-2029. Dopo dodici anni chiusi dalla presidenza Malagò si aprono nuovi scenari e proposte per rilanciare e gestire l’attività sportiva nazionale.

Sfide e opportunità per il nuovo corso

La partita è aperta e i candidati dovranno confrontarsi con le questioni lasciate in sospeso ma anche con le opportunità offerte dall’organizzazione degli eventi sportivi internazionali prossimi e dalle politiche di sostegno allo sport giovanile e amatoriale.

Il cambiamento richiederà capacità di ascolto e visione. Il passaggio di testimone sancisce anche una fase di rinnovamento, dove il nuovo presidente avrà il compito di mantenere saldo il ruolo del Coni nel panorama sportivo italiano, lavorando su riforme strutturali e investimenti.

La testimonianza di Malagò sarà un riferimento importante per chi prenderà le redini, soprattutto in un momento in cui il sistema sportivo attraversa cambiamenti importanti sul piano economico e organizzativo.

Poche ore prima della nomina ufficiale, l’attenzione del mondo dello sport sarà tutta rivolta a palazzo H, che torna a rappresentare il cuore pulsante delle decisioni per il futuro delle discipline italiane.

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