Un pomeriggio di tensione si è vissuto a Coazze, lungo il fiume Sangone, quando un ragazzo è rimasto bloccato tra le rocce con un piede ferito. L’intervento dei soccorsi si è rivelato decisivo nel prevenire esiti più gravi. L’episodio ha riportato l’attenzione sulla sicurezza delle aree fluviali frequentate soprattutto in stagione estiva.
Il salvataggio nel fiume sangone tra rocce e acqua gelida
Era circa le 18:00 di un pomeriggio di fine aprile 2025 quando il giovane ha perso la possibilità di muoversi autonomamente all’altezza dell’ex cartiera di via Sertorio. È rimasto intrappolato tra le rocce, con un piede ferito che gli ha impedito di uscire dall’acqua. Durante la lunga attesa di aiuto ha iniziato ad accusare i primi segni di ipotermia, dovuti al contatto prolungato con l’acqua fredda del fiume.
L’acqua gelida e il rischio di ipotermia erano evidenti, e il ragazzo si trovava in stato di shock. Le condizioni ambientali hanno complicato la situazione, rendendo difficile ogni tipo di movimento. La posizione tra le rocce implica sempre una difficoltà maggiore nei soccorsi, perché il fondale è irregolare, scivoloso e può nascondere insidie.
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L’intervento dei vigili del fuoco e del soccorso alpino
Gli operatori sono arrivati sul posto poco dopo la chiamata di emergenza. Hanno lavorato con rapidità e precisione per evitare qualsiasi peggioramento nelle condizioni dello sfortunato ragazzo. I sommozzatori dei Vigili del Fuoco si sono immersi nel fiume e hanno raggiunto il giovane in un ambiente ostile, fatto di corrente e spazi ridotti.
Al loro fianco, la squadra volontaria di Giaveno e il reparto Speleo Alpino Fluviale hanno supportato le operazioni. Anche il Soccorso Alpino ha fornito assistenza preziosa grazie alla sua esperienza nel terreno impervio e pericoloso. L’azione coordinata ha permesso di estrarre il ragazzo senza ulteriori traumi o complicazioni.
Le condizioni del giovane e il trasporto in ospedale a rivoli
Dopo il recupero, il ragazzo è stato affidato ai medici dell’equipe di emergenza sul posto. Presentava chiari sintomi di ipotermia, con pelle fredda e pallida, tremori e stato di confusione dovuta al freddo e allo stress. I sanitari lo hanno stabilizzato con l’uso di coperte termiche e hanno monitorato costantemente i suoi parametri vitali.
Subito dopo è stato trasportato in ambulanza all’ospedale di Rivoli. Nel nosocomio, i medici hanno completato la valutazione e avviato le cure necessarie alla risalita della temperatura corporea e al trattamento della ferita al piede. Da quanto si apprende, le sue condizioni sono serie ma non critiche, grazie alla rapidità di intervento dei soccorsi.
Le indagini sulle cause e il pari rischio dei corsi d’acqua in estate
Le autorità locali stanno ricostruendo l’accaduto per chiarire perché il ragazzo fosse nel fiume in quel punto. Non è confermato se si trattasse di un tuffo, di un’escursione finita male o di un’altra circostanza. Ogni possibilità viene vagliata per fornire una spiegazione esatta dei fatti.
Al contempo, l’episodio richiama l’attenzione sui pericoli frequenti che si incontrano nei fiumi durante i mesi caldi. Molti scelgono questi luoghi per rinfrescarsi o camminare, spesso senza presidi di sicurezza o sistemi di allerta rapida. Il rischio di incidenti simili resta concreto e può aumentare con l’improvvisa variazione delle condizioni ambientali o con comportamenti imprudenti.
La grave situazione evitata oggi conferma l’importanza di monitorare e regolamentare l’accesso ai corsi d’acqua, per prevenire emergenze simili. L’efficace coordinamento tra diverse unità di soccorso ha salvato una vita questa volta, mettendo in luce anche il valore di chi affronta ogni giorno scenari difficili per prestare aiuto.