Nel pomeriggio del 2025, un ragazzo di 21 anni, originario della Costa d’Avorio, si è tuffato nel Lago Maggiore e non è più riemerso. È successo intorno alle 15.30 alla spiaggia Le Fornaci di Caldè, frazione di Castelveccana, nel varesotto. Quel posto, molto frequentato soprattutto dai giovani in estate, ora è il centro delle ricerche coordinate dalle squadre di soccorso specializzate.
Lago Maggiore, spiaggia Le Fornaci: un luogo amato ma non privo di rischi
Il Lago Maggiore è uno dei più grandi e profondi d’Italia, si estende tra Piemonte, Lombardia e Svizzera. La sua conformazione e le correnti in alcune zone possono diventare pericolose, soprattutto quando ci sono improvvise variazioni o fondali irregolari. La spiaggia Le Fornaci a Caldè è una meta molto gettonata dai giovani durante l’estate. Un posto amato per il bagno e il relax, ma dove non sempre si presta la giusta attenzione alla sicurezza in acqua.
Le profondità e la morfologia del lago complicano molto le ricerche e i soccorsi. Qui ogni anno capita che chi si immerge o si tuffa si trovi in difficoltà, anche a causa delle differenze di profondità o delle correnti nascoste. Le Fornaci, pur essendo un punto conosciuto e frequentato, non è immune da incidenti legati ai pericoli dell’acqua.
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Il giovane era con alcuni amici quando si è tuffato. Secondo le prime ricostruzioni, “è entrato in acqua ma non è più riemerso.” Subito sono partite le ricerche, con l’intervento di sommozzatori e soccorritori locali che hanno iniziato a scandagliare il tratto di lago vicino alla spiaggia.
Il fatto che fosse in compagnia ha permesso una segnalazione veloce al 118 e ai vigili del fuoco, impegnati con mezzi specializzati per la ricerca in acqua. Finora, però, i sommozzatori non hanno trovato tracce del ragazzo. Le ricerche vanno avanti con grande attenzione, per non lasciare nulla al caso.
Ricerche in acqua profonda: una sfida complicata
Quando si cercano persone scomparse in acqua, serve un intervento rapido e squadre preparate, con attrezzature adatte a lavorare anche in acque profonde o poco visibili. I sommozzatori, coordinati da vigili del fuoco e protezione civile, stanno intensificando le ricerche, coprendo più aree possibili dove il ragazzo potrebbe essersi spostato sott’acqua.
Il Lago Maggiore non è facile da “leggere”. Le correnti e la profondità possono spostare un corpo anche a notevole distanza dal punto di tuffo. Per questo serve una ricerca attenta e precisa, soprattutto se le condizioni meteo o la luce non aiutano.
In ogni caso, intervenire subito è fondamentale per provare a salvare vite. Sul lago, in estate, i soccorsi non sono rari, vista la quantità di giovani che scelgono questi posti per nuotare e tuffarsi.
Giovani e sicurezza in acqua: un problema che resta aperto
Le spiagge frequentate dai giovani, come Le Fornaci a Caldè, sono spesso sotto osservazione per la sicurezza in acqua. Tuffi, immersioni e nuoto in acque profonde portano rischi concreti, spesso aggravati dalla mancanza di esperienza o dalla sottovalutazione dei pericoli del lago.
Negli ultimi anni le amministrazioni locali hanno avviato campagne per sensibilizzare i bagnanti sulle regole da seguire, soprattutto in estate. Ma gli incidenti continuano a capitare, spesso per imprudenza o per condizioni non ideali.
Il caso di Caldè fa emergere la necessità di prestare più attenzione e di rafforzare la prevenzione, soprattutto in posti dove la familiarità col territorio può far abbassare la guardia. Le autorità insistono sull’importanza di una sorveglianza più rigorosa e di comportamenti responsabili da parte di chi frequenta il lago.
Le ricerche sul Lago Maggiore proseguono, mentre si continua a raccogliere ogni elemento utile per capire cosa sia successo al giovane di 21 anni. Sul posto resta alta la mobilitazione degli operatori specializzati, che mettono a frutto l’esperienza accumulata in interventi simili su questo specchio d’acqua.