Giappone: prima esecuzione capitale dal 2022, condannato per omicidi multipli vicino a Tokyo

Giappone: prima esecuzione capitale dal 2022, condannato per omicidi multipli vicino a Tokyo

La pena di morte torna in Giappone con l’esecuzione di Toshihiro Shiraishi, condannato per l’omicidio di nove persone attratte tramite il social X; il caso riapre il dibattito su giustizia e sicurezza online.
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In Giappone è stata eseguita la prima pena di morte dopo oltre un anno: Toshihiro Shiraishi, il "killer di Twitter", è stato giustiziato per l’omicidio di nove giovani donne, suscitando dibattiti su giustizia, sicurezza online e disagio giovanile. - Gaeta.it

La pena di morte torna ad essere applicata in Giappone dopo oltre un anno. Un uomo, riconosciuto colpevole di aver ucciso nove persone, è stato giustiziato, segnando la prima esecuzione capitale da luglio 2022. Le notizie, diffuse venerdì dall’emittente pubblica NHK e altri media nazionali, hanno suscitato attenzione per la gravità dei crimini e il modo in cui sono avvenuti.

Dettagli sull’esecuzione e la conferma delle fonti

La notizia dell’esecuzione è stata riportata da NHK, l’emittente pubblica più seguita in Giappone, insieme ad altri due organi di stampa nazionali. Nonostante la diffusione delle informazioni, il Ministero della Giustizia si è limitato a non confermare direttamente la notizia, mantenendo una linea ufficiale di riserbo. Questo approccio è comune in Giappone, dove le esecuzioni sono spesso annunciate soltanto dopo l’avvenuto svolgimento, senza anticipazioni né dettagli precisi.

L’uomo giustiziato era stato condannato nel 2017 per aver assassinato nove persone. La sua condanna si basava su prove raccolte nell’indagine, che ha attirato attenzione per la natura dei delitti e le modalità con cui sono avvenuti. Ogni informazione sul caso è stata dettagliata nei documenti giudiziari e nelle cronache successive al processo, che ha avuto ampia eco nei media.

La vicenda di shiraishi, il “killer di twitter”

L’esecutato è Toshihiro Shiraishi, noto come il “killer di twitter” a causa del modo in cui ha attratto le sue vittime. Secondo le cronache, ha utilizzato la piattaforma social, oggi chiamata X, per contattare soprattutto giovani donne tra i 15 e i 26 anni, molte delle quali avevano mostrato segnali di disagio o pensieri suicidi. Il suo modus operandi consisteva nel farsi offrire dai contattati la possibilità di “aiutarle a morire”, ma in realtà le uccideva una volta portate nel suo appartamento vicino a Tokyo.

Le vittime venivano attirate con messaggi, poi eliminate e smembrate nell’appartamento dell’uomo, che avrebbe conservato parti dei corpi in celle frigorifere. La scoperta di queste atrocità ha scosso non solo la città ma l’intero paese, aprendo dibattiti sul ruolo dei social nella sicurezza personale e sul rischio di manipolazioni di questo genere.

Impatto sociale e riflessioni sulle esecuzioni in giappone

L’esecuzione di Shiraishi arriva in un momento in cui la pena di morte in Giappone resta controversa, ma con ancora un forte sostegno tra la popolazione. La giustizia capitale, che il Giappone conserva, viene applicata con riserva e con pochi casi ogni anno, spesso seguiti da una rigorosa segretezza. A distanza di quasi due anni dall’ultima applicazione, questa esecuzione ha fatto emergere temi importanti, come il trattamento dei condannati, la sicurezza online e la risposta delle istituzioni alle violenze di questo tipo.

I media hanno approfondito i dettagli del caso e degli effetti nei contesti sociali e legali, senza tuttavia modificare l’opinione pubblica che in larga parte sostiene ancora la pena di morte per reati particolarmente gravi. Il governo, mantenendo una linea prudente, continua a gestire queste vicende con attenzione, spiegando la necessità dell’applicazione solo in casi eccezionali e dopo processi estesi.

Riflessioni sul disagio giovanile e social

L’approfondimento di questi fatti ha stimolato discussioni anche sulla prevenzione del disagio giovanile e sul ruolo dei social network nel fronteggiare segnali di pericolo nelle persone vulnerabili. Lo stato giapponese, tra misure di tutela e applicazioni della legge, si muove in un quadro complesso, dove giustizia e sicurezza continuano a incrociarsi su temi delicati e complessi.

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