La musica partenopea perde una delle sue figure più significative con la morte di Gianni Guastella. Tastierista e tra i fondatori degli Almamegretta, Guastella ha segnato con il suo talento la scena alternativa di Napoli dagli anni Ottanta in poi. Il suo percorso ha attraversato diversi decenni, portando avanti una forte attenzione ai temi sociali, unendo la passione musicale a un impegno concreto nella comunità di Ponticelli, quartiere popolare della periferia napoletana.
Il contributo musicale di gianni guastella: dagli anni ottanta agli almamegretta
Gianni Guastella è stato uno dei protagonisti della scena musicale napoletana alternativa degli ultimi quarant’anni. Il suo esordio avvenne negli anni Ottanta con i Cairo, gruppo new wave che portò a Napoli sonorità nuove e sperimentazioni sonore. Insieme a Paolo Di Sarcina, voce della band, e Patrizia Di Fiore nella performance scenica, Guastella adottò un approccio musicale originale che mescolava atmosfere psichedeliche e ritmi ipnotici, creando un linguaggio innovativo rivolto soprattutto ai giovani napoletani.
La svolta con almamegretta
Negli anni Novanta, Gianni Guastella fu tra i membri fondatori degli Almamegretta, una band che segnò profondamente il panorama musicale italiano. Il gruppo, noto per aver combinato radici mediterranee, dub ed elettronica, aggiornò la tradizione musicale partenopea inserendola in un contesto contemporaneo e urbano. Con Guastella alla tastiera, il suono degli Almamegretta si arricchì di stratificazioni sonore particolari e di un respiro internazionale. Questa esperienza rappresentò un momento di rottura con la musica tradizionale, aprendo la strada a nuove forme espressive legate al sociale e alla cultura di strada.
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Dall’impegno artistico al volontariato culturale a ponticelli
Dopo il lungo percorso con gli Almamegretta, negli anni 2000 Gianni Guastella scelse di dedicare il suo tempo anche al volontariato culturale. Entrò nelle Acli Beni Culturali di Napoli, contribuendo a rilanciare progetti di cultura sociale e musica nella zona di Ponticelli. Questo quartiere, spesso messo da parte dalle istituzioni, trovò in Guastella un attivista capace di interpretare l’arte come strumento di inclusione.
Il laboratorio musicale per gli anziani
Nel Centro Polifunzionale di Ponticelli Guastella ideò e condusse un laboratorio musicale dedicato agli anziani del quartiere. In questo spazio, la musica si trasformava in terapia e occasione di incontro tra diverse generazioni. Guastella usava le sue competenze per creare momenti di scambio culturale, dando voce a storie spesso dimenticate e facilitando il dialogo attraverso le note. La sua attenzione verso i più fragili dimostrò come la musica potesse servire a costruire relazioni di aiuto e riconoscimento reciproco.
Pasquale Gallifuoco, presidente delle Acli Beni Culturali, ha ricordato Guastella come un uomo generoso e artista che non ha mai abbandonato la convinzione che la musica possa diventare azione concreta, servizio alla comunità e strumento di solidarietà. Il laboratorio musicale per gli anziani rimane una testimonianza del suo impegno sociale oltre al talento artistico. La sua capacità di ascoltare e accogliere segnò un contributo prezioso al tessuto sociale di Ponticelli.
La memoria di gianni guastella nella scena napoletana e nel sociale
La scomparsa di Gianni Guastella lascia un vuoto nel mondo della musica e della cultura napoletana. Le sue composizioni e il percorso con gli Almamegretta continuano a rappresentare un capitolo fondamentale della musica italiana degli ultimi decenni. La sua attività nel quartiere di Ponticelli testimonia inoltre il valore sociale del suo lavoro al di fuori dei palcoscenici.
Il ricordo che rimane è quello di un artista che ha scelto di mettere la propria creatività al servizio degli altri, trasformando il proprio ruolo in qualcosa che travalica la performance musicale. La memoria del suo sorriso, la sua attenzione verso le persone più fragili e la sua dedizione al territorio rappresentano un esempio tangibile di come cultura e solidarietà possano viaggiare insieme.
In un periodo in cui i legami sociali faticano a mantenersi forti, la storia di Gianni Guastella ribadisce il peso reale che l’arte può avere nella vita quotidiana. I suoi lavori e l’impegno a Ponticelli rimangono un punto di riferimento per chi opera con la musica e la cultura nei contesti urbani meno centrali. La città di Napoli e il suo tessuto sociale perdono così uno dei suoi interpreti più autentici.