Gianluca matarrese torna al festival di venezia con il documentario sulla faida familiare in calabria

Gianluca Matarrese Torna Al Fe

"Il quieto vivere" di Gianluca Matarrese, presentato al Festival di Venezia, è un documentario teatrale che racconta una faida familiare reale in un borgo calabrese, con protagonisti i veri membri della famiglia Matarrese. - Gaeta.it

Sara Gatti

1 Agosto 2025

Gianluca Matarrese presenta al Festival di Venezia la sua nuova opera, “Il quieto vivere”, inserita come Evento Speciale nelle Giornate degli Autori. Il documentario racconta una controversa faida all’interno di una famiglia calabrese, ambientata in un borgo isolato. Invece di attori professionisti, i protagonisti sono i membri reali della famiglia Matarrese, raccontando così una storia autentica e personale. Il film si distingue per la sua fusione tra documentario, teatro e finzione, offrendo uno sguardo diretto sul conflitto familiare.

La faida familiare al centro del racconto

“Il quieto vivere” si sviluppa attorno alle tensioni tra due cugine cognate, Maria Luisa Magno e Imma Capalbo, figure che incarnano le divisioni più profonde della famiglia. Maria Luisa, di circa cinquant’anni, si presenta come una donna decisa a emergere, anche attraverso i social network, pur dovendo affrontare lavori instabili e responsabilità familiari. Imma, invece, rappresenta una donna più legata alla tradizione, che abita nello stesso stabile e si oppone apertamente a Maria Luisa. La loro rivalità si manifesta in continue liti, denunce e scontri verbali, articolando un quadro di ostilità diffusa.

La madre di Maria Luisa, Carmela Magno, insieme alle zie anziane Concetta e Filomena e ad altri parenti, provano a mediare la situazione, ma lo scontro procede senza sosta. Il racconto si concentra su un periodo preciso dell’anno, il Natale, che per loro diventa un momento di particolare tensione, dove i tradizionali pranzi familiari si trasformano in battaglie verbali. L’identità del borgo e le dinamiche condominiali aggiungono ulteriore complessità alla vicenda, mettendo a nudo contrasti profondi e radicati.

Un linguaggio narrativo che mescola realtà e teatro

Gianluca Matarrese utilizza uno stile che mescola documentario, finzione e teatro per raccontare questa realtà familiare. Ogni confronto verbale, ogni pranzo sono resi come vere e proprie scene teatrali, ponendo l’accento sulle tensioni che percorrono l’universo chiuso di quel borgo calabrese. Questo registro ibrido permette di esplorare il confine sottile tra la realtà e la rappresentazione, mostrando come nelle liti familiari si nascondano spesso elementi di dramma e di comico amaro.

Scrittura e collaborazione

Il regista ha scritto il film con Nico Morabito, combinando riprese e dialoghi costruiti per accentuare il carattere performativo delle dispute. L’opera invita a riflettere sulle dinamiche sociali di un nucleo chiuso, dove il conflitto può sembrare destinato a una escalation, ma dove resta ancora aperta la possibilità di evitare la tragedia. L’ironia e la crudezza presente nel film creano un quadro complesso, che non evita di mostrare aspetti duri ma inserisce una leggerezza necessaria a tenere vivo l’interesse.

La produzione e la partecipazione a venezia

“Il quieto vivere” è prodotto da Donatella Palermo con Alex Iordachescu, sotto le insegne di Faber Produzioni e Stemal Entertainment in collaborazione con Rai Cinema, Elefant Films e RSI. La presenza del film al Festival di Venezia, nelle Giornate degli Autori, conferma l’interesse per opere che mettono in luce storie reali raccontate senza filtri, valorizzando la forza del racconto diretto e delle persone coinvolte.

Record di partecipazioni

Questa partecipazione segna la quarta volta di Gianluca Matarrese al festival, consolidando il suo legame con questa vetrina internazionale. La scelta di un contesto familiare reale come soggetto, con protagonisti non attori, dimostra una ricerca stilistica orientata a mostrare socialità e conflitto senza mediazioni convenzionali. Il film, ambientato in Calabria, porta sullo schermo dinamiche di paese e familiari che sono un riflesso di tensioni più ampie nella società contemporanea.