Le ultime ore nella Striscia di Gaza sono state tra le più drammatiche da quando è iniziato il conflitto. L’esercito israeliano ha continuato a bombardare senza sosta. Secondo il ministero della Sanità di Gaza, controllato da Hamas, sono almeno 75 i palestinesi uccisi e più di 370 i feriti solo nell’ultimo giorno. Tra le vittime, anche civili colpiti mentre aspettavano aiuti umanitari. Una situazione che si trascina da mesi, con un pesante tributo di sangue per la popolazione locale.
Attacchi israeliani in aumento: bilancio sempre più grave a Gaza
Nelle ultime 24 ore, l’esercito israeliano ha intensificato i raid nella Striscia di Gaza. Il ministero della Sanità locale ha aggiornato il bilancio delle vittime: almeno 75 morti e oltre 370 feriti. Numeri che si aggiungono a quelli già altissimi dall’inizio della guerra, il 7 ottobre 2023. Finora si contano più di 62.819 morti e 158.629 feriti.
Molto pesante il dato sulle vittime civili: tra i morti ci sono molti bambini, donne e anziani, spesso colpiti in momenti di estrema vulnerabilità. Il ministero segnala in particolare 17 persone uccise mentre attendevano aiuti umanitari. L’intensità dei bombardamenti rende quasi impossibile per la popolazione trovare un rifugio sicuro.
La Striscia di Gaza, già densamente popolata e con condizioni di vita precarie, è diventata un vero inferno. Ospedali e strutture di soccorso sono sotto enorme pressione, con risorse che scarseggiano e un’emergenza medica continua.
L’attacco all’ospedale Nasser scuote la comunità internazionale
Un colpo durissimo è stato l’attacco all’ospedale Nasser, nel sud di Gaza, che ha ucciso almeno 20 persone, tra cui cinque giornalisti presenti nella struttura. Un episodio che ha sollevato nuove preoccupazioni sulla sicurezza degli ospedali, sempre più bersagli in questa guerra.
Ospedali come il Nasser sono fondamentali per curare i feriti, soprattutto civili, ma la loro distruzione peggiora la crisi umanitaria. Ogni attacco riduce la possibilità di soccorrere chi rimane coinvolto nei combattimenti.
Nonostante gli appelli della comunità internazionale a rispettare le strutture sanitarie, gli attacchi continuano. Questo mette a rischio vite e indebolisce un sistema sanitario già fragile, complicando l’accesso alle cure e aggravando la sofferenza della popolazione.
Israele e la difficile partita degli ostaggi
Sul fronte israeliano, la situazione resta complessa, con il destino degli ostaggi al centro delle trattative. Il capo di stato maggiore dell’IDF, Eyal Zamir, ha detto che un accordo per la liberazione degli ostaggi è sul tavolo, ma la decisione finale spetta al primo ministro Netanyahu.
Nel frattempo, in Israele crescono le proteste. Una parte della popolazione chiede un’intesa rapida per liberare gli ostaggi e fermare le ostilità. Altri accusano il governo di mettere a rischio vite per ragioni politiche.
È una fase delicata per il governo israeliano, stretto tra pressioni interne e un equilibrio militare e umanitario fragile. La situazione è incerta, con molti fronti ancora aperti e un prezzo altissimo pagato soprattutto dalla popolazione civile di Gaza.
I dati delle ultime 24 ore mostrano che la crisi non accenna a rallentare. La tensione resta altissima, mentre cresce l’urgenza di negoziati che possano sbloccare la situazione degli ostaggi e portare un minimo di stabilità nella regione.