Stava parcheggiando l’auto sotto casa, era appena rientrato con la moglie, quando si è accasciato sul volante. È successo a Gaeta, il giorno di Pasqua, poco dopo le 13:30, mentre nelle case si preparavano i pranzi in famiglia. L’uomo, un sessantenne, ha perso i sensi all’improvviso: arresto cardiaco. A salvarlo è stato un poliziotto fuori servizio e due volontari della Croce Rossa che si trovavano poco lontano. Poi è intervenuto anche il personale del 118. Ora l’uomo è ricoverato all’ospedale di Formia, in terapia intensiva, vivo grazie a una catena di gesti rapidi e precisi.
Il poliziotto sente le urla, capisce subito e chiama aiuto
La moglie ha iniziato a urlare, disperata. Le sue grida hanno attirato l’attenzione di un agente del commissariato di Gaeta, che in quel momento non era in servizio. Non ci ha pensato troppo. È sceso in strada e ha chiamato due volontari esperti del comitato Croce Rossa di Itri, che conosceva. Insieme sono corsi verso l’auto.
Dentro, il sessantenne era incosciente. I tre lo hanno estratto dall’abitacolo, poi adagiato nell’androne del palazzo. Lì sono iniziate subito le manovre di rianimazione cardiopolmonare. Mentre i volontari praticavano il massaggio, il poliziotto ha allertato il numero unico per le emergenze, chiedendo l’intervento immediato di un’ambulanza.
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Dopo qualche istante, l’uomo ha ripreso un debole battito, ma il cuore si è fermato di nuovo. Nessuno ha mollato. Sono andati avanti, senza smettere un secondo.
Due scariche del defibrillatore, poi la corsa in ospedale
Quando l’ambulanza è arrivata, insieme a una volante della Polizia di Stato, i soccorritori dell’Ares 118 hanno preso in mano la situazione. Hanno subito attivato il defibrillatore. Due scariche, precise. Il cuore ha ripreso a battere, stavolta con più forza. Solo allora è stato possibile sistemarlo in barella e trasportarlo al pronto soccorso di Formia, scortati dalla volante.
Adesso l’uomo si trova in condizioni gravi ma stabili, è stato trasferito in terapia intensiva ed è in attesa di un intervento chirurgico. Ma è vivo. Solo grazie a quella catena di soccorsi immediati, iniziata per caso — o forse no — con un poliziotto che passava di lì e ha saputo leggere la paura in un grido.