Il disastro della funivia del monte Faito, avvenuto lo scorso 17 aprile e costato la vita a quattro persone, vede un aumento degli indagati da 25 a 26. L’inchiesta aperta dalla Procura di Torre Annunziata si concentra sulle cause e le responsabilità legate a quell’incidente drammatico. Tra gli indagati ora figura anche l’Eav, l’ente che gestiva l’impianto, mentre si attendono sviluppi sulle prossime fasi dell’accertamento tecnico.
Aggiornamento sulle indagini e la nuova iscrizione nel registro degli indagati
In vista dell’accertamento tecnico irripetibile, disposto dalla Procura di Torre Annunziata su indicazione del sostituto procuratore Alessandro Riccio, è stato notificato un avviso di garanzia anche a l’Eav. L’ente, che gestiva la funivia al monte Faito, è entrato formalmente nel registro degli indagati come parte responsabile delle operazioni di manutenzione e controllo dell’impianto.
La decisione di iscrivere l’Eav rappresenta un tassello importante delle indagini, perché apre la strada a una verifica più approfondita sulle procedure seguite nella gestione della funivia. L’accertamento tecnico ha lo scopo di stabilire le cause tecniche del cedimento o guasto che ha causato il disastro. Si tratta infatti di un procedimento delicato, classificato come irripetibile per la sua natura, in cui tecnici e periti esamineranno l’impianto per ricostruire quanto accaduto.
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La fase preparatoria ha portato a questa integrazione nel fascicolo, dopo la notifica dell’avviso agli altri 25 indagati, che riguardano diversi soggetti coinvolti nella progettazione, nella manutenzione e nei controlli eseguiti negli anni. Le ipotesi di reato contestate includono disastro colposo e omicidio colposo, riferite a condotte omissive ritenute alla base del malfunzionamento della funivia.
Reati contestati e coinvolgimento degli indagati nei vari momenti dell’impianto
Le accuse che pesano sui 26 indagati abbracciano un arco di responsabilità rilevante: dalla progettazione all’ispezione, manutenzione e vigilanza sull’impianto funiviario. Il quadro delle contestazioni ruota attorno a negligenze o mancati interventi che, secondo gli inquirenti, hanno portato all’incidente fatale.
Tra le persone coinvolte ci sono tecnici, dirigenti e funzionari che avevano compiti specifici di verifica e controllo. Questi soggetti sono chiamati a rispondere di disastro colposo e omicidio colposo. Le vittime dell’incidente includono il dipendente dell’Eav Carmine Parlato, la turista di origini israelo-palestinesi Janan Suliman, i coniugi Elaime Margaret e Graeme Derek Winn, mentre è rimasto ferito il fratello di Janan, Thabet Suliman.
Le lesioni colpose contestate si riferiscono invece ai danni riportati dal ferito grave, sottolineando la gravità dell’incidente. L’accusa punta a dimostrare che le omissioni di chi gestiva l’impianto hanno determinato condizioni pericolose mai corrette in tempo utile.
L’organizzazione dell’accertamento tecnico irripetibile e la posizione di alcuni indagati
Il conferimento dell’incarico per l’accertamento tecnico è stato programmato per le 15 del 19 giugno negli uffici della Procura di Torre Annunziata. Questo passaggio segna l’avvio operativo di una perizia fondamentale. Durante questa fase, i periti esamineranno parti dell’impianto, componenti meccaniche e sistemi di sicurezza per chiarire il nesso causale tra i guasti e l’incidente.
L’accertamento tecnico verrà seguito da accertamenti investigativi che potranno portare ad ulteriori sviluppi. Tre indagati hanno chiesto un incidente probatorio, una procedura prevista dal diritto processuale per proteggere le prove e assumere dichiarazioni che potrebbero essere decisive per il processo.
La decisione del giudice sull’incidente probatorio attende di essere comunicata. Questa richiesta riguarda momenti determinanti dell’indagine, in cui la testimonianza o la prova tecnica può essere acquisita in modo definitivo per evitare i rischi di perdita o alterazione nel tempo.
Le fasi successive potrebbero approfondire sia le responsabilità delle persone fisiche sia quelle degli enti coinvolti. In particolare, l’ingresso formale dell’Eav nel fascicolo apre la strada a eventuali sviluppi per stabilire responsabilità anche a livello istituzionale.
Gli aggiornamenti sull’inchiesta saranno fondamentali per conoscere l’esito della perizia e le eventuali misure che scatteranno a tutela della sicurezza degli impianti simili nel territorio campano e oltre.
L’attenzione rimane puntata sulle verifiche e sui controlli predisposti per evitare tragedie analoghe, mentre le famiglie delle vittime e la comunità attendono risposte concrete.