Un’inchiesta della Procura della Repubblica di Frosinone ha fatto luce su un presunto schema fraudolento finalizzato ad ottenere indebitamente l’indennità di disoccupazione da parte di un consulente del lavoro e un ingegnere. Secondo le indagini, questo meccanismo avrebbe causato un danno stimato di circa 930mila euro alle casse dell’Inps.
Le indagini della Guardia di Finanza
Le attività investigative sono state effettuate dalla Guardia di Finanza di Frosinone, che ha avviato un’operazione denominata “Naspi for Anyone“. Questo nome curioso racchiude una complessa serie di operazioni di polizia giudiziaria mirate a far luce su irregolarità nel sistema di disoccupazione. Gli inquirenti hanno effettuato perquisizioni, raccolto dichiarazioni e sequestrato telefoni e computer per un’analisi forense approfondita. Questi strumenti di indagine hanno permesso di ricostruire la dinamica delle assunzioni fittizie.
Al centro del caso ci sono le assunzioni retroattive, facilitate da un gruppo ristretto di quindici aziende in difficoltà. Queste aziende, apparentemente, facevano parte di un sistema ben strutturato che garantiva l’accesso all’indennità di disoccupazione. I lavoratori in questione venivano assunti ufficialmente, ma solo sulla carta. Una volta trascorso il periodo necessario per maturare il diritto al sussidio, venivano licenziati, e con abilità venivano guidati nella richiesta per l’indennità di disoccupazione, approfittando delle lacune nel sistema.
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I dettagli delle assunzioni sospette
L’analisi ha rivelato 240 posizioni lavorative che potrebbero essere collegate a questa frode. A sapere di queste assunzioni fittizie, spesso non corrispondenti alla realtà, erano solo i diretti interessati e i due indagati. I presunti lavoratori, vuoti di qualsiasi rapporto di lavoro effettivo, si trovavano a dover presentare la domanda per ottenere la Naspi, l’indennità di disoccupazione. Secondo l’accusa, vi era anche un accordo tacito in base al quale, una volta ricevuto il sussidio, i lavoratori dovevano trasferire una parte dell’importo agli indagati, creando così un ingente flusso di denaro illecito.
Questa operazione illustra come la malversazione possa infiltrarsi nel mondo del lavoro e dei sussidi, causando danni significativi alle risorse pubbliche. La Procura ha esercitato un’azione ferma per riscontrare ulteriori anomalie e verificare la validità delle accuse, concentrandosi su ogni documento e interazione che possa fornire chiarezza sulla situazione.
L’evoluzione delle indagini e le prossime fasi
Alla luce degli elementi raccolti e degli indizi formulati, la Procura di Frosinone ha emesso un decreto di conclusione delle indagini. Gli indagati hanno ora 20 giorni di tempo per presentare eventuali elementi a loro favore, pena l’inizio di un procedimento penale. Sarà decisivo comprendere le motivazioni dietro queste presunte frodi e se vi siano ulteriori responsabili coinvolti nella truffa che ha sfruttato il sistema di sicurezza sociale.
L’operazione “Naspi for Anyone” evidenzia l’importanza del monitoraggio e della vigilanza sulle pratiche di assunzione e sull’erogazione dei sussidi. Rappresenta un campanello d’allarme per l’intero settore e invita a riflessioni più ampie sulla sostenibilità dei sistemi di protezione sociale, affinché episodi simili non possano ripetersi in futuro.