Il Friuli Venezia Giulia sta guardando al nucleare, e in particolare alla fusione, come una soluzione per affrontare le sfide energetiche che l’Italia dovrà affrontare nei prossimi anni. L’obiettivo è sviluppare un ruolo di primo piano nel campo scientifico e tecnologico, inserendosi all’interno di un dibattito nazionale che coinvolge l’opinione pubblica e le istituzioni. Le previsioni indicano che, nonostante la spinta verso le energie rinnovabili, il fabbisogno energetico del paese necessiterà di integrazioni da altre fonti, tra cui il nucleare. Ecco come si stanno muovendo Regione e comunità scientifica in un momento decisivo per il futuro energetico.
La posizione del friuli venezia giulia sulla fusione e l’energia nucleare
Durante la conferenza organizzata dal Sistema scientifico e innovazione della regione, l’assessore regionale del Friuli Venezia Giulia per la ricerca, Alessia Rosolen, ha sottolineato la centralità del ruolo che la regione vuole assumere nello sviluppo della nuova tecnologia nucleare, soprattutto quella legata alla fusione. Rosolen ha messo in evidenza come questa fonte energetica possa garantire un futuro più sicuro, che combini sostenibilità e competitività. La Regione ha già investito in altri progetti legati alla transizione energetica, come l’idrogeno rinnovabile, e ora punta a integrare il nucleare sostenibile nel proprio sistema di ricerca e sviluppo. L’attenzione si concentra sull’importanza di favorire investimenti e formare personale altamente qualificato, in grado di sostenere innovazioni tecnologiche.
Il ruolo dell’area science park nell’innovazione nucleare
L’Area science park, luogo dell’evento, rappresenta un centro nevralgico per la ricerca scientifica a livello nazionale e internazionale. Qui si discutono le strategie per far crescere la conoscenza applicata necessaria a superare le barriere tecniche e sociali ancora presenti attorno al nucleare. La fusione, rispetto alla fissione tradizionale, promette potenzialità maggiori in termini di sicurezza e impatti ambientali ridotti. Il Friuli Venezia Giulia intende quindi posizionarsi tra i protagonisti di questa sfida globale e contribuire allo sviluppo di progetti che possano affermarsi anche su scala europea.
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La percezione pubblica dell’energia nucleare secondo l’indagine swg 2024
Un’indagine svolta da Swg nel novembre 2024 rivela come la popolazione italiana stia cambiando punto di vista rispetto alle fonti energetiche. La maggioranza degli italiani ritiene improbabile che il paese possa coprire il fabbisogno energetico esclusivamente con fonti rinnovabili nei prossimi anni. L’87% degli intervistati prevede un aumento della domanda energetica, che rischia di comportare un incremento dei costi per cittadini e imprese.
Per quanto riguarda il nucleare, il sondaggio mostra un’opinione pubblica divisa ma con segnali di apertura. Il 52% degli intervistati considera il nucleare di nuova generazione a impatto ambientale ridotto, collocandolo tra le fonti più sostenibili dopo le rinnovabili e ben prima dei combustibili fossili. Il 48% è favorevole alla costruzione di nuove centrali nucleari in Italia, mentre un 24% si dichiara contrario. Tuttavia, la vicinanza agli impianti rappresenta ancora un tema delicato: solo un terzo degli italiani accetterebbe una centrale nucleare a meno di 20 chilometri dalla propria abitazione.
L’assessore Rosolen ha evidenziato come la questo dato dimostri il ruolo cruciale di un’informazione chiara e aggiornata, che possa aiutare l’opinione pubblica a superare pregiudizi e paure. “La ricerca indica che il consenso verso il nucleare può crescere se accompagnata da trasparenza e da una formazione adeguata delle persone coinvolte nel settore.” Si tratta di un passaggio necessario per affrontare le sfide energetiche nel contesto italiano.
La sfida formativa per il nucleare in friuli venezia giulia
L’adozione del nucleare, soprattutto nelle sue forme più avanzate come la fusione, richiede una preparazione tecnica e scientifica approfondita. Alessia Rosolen ha ribadito l’urgenza di costruire filiere formative solide per sviluppare competenze specifiche e affrontare l’innovazione del comparto energetico. Nel Friuli Venezia Giulia si lavora per creare percorsi dedicati, capaci di preparare ricercatori, tecnici e professionisti pronti a sostenere questo salto tecnologico.
Parallelamente, la Regione punta a favorire investimenti diretti nelle imprese che operano nel campo nucleare, promuovendo un ecosistema che colleghi ricerca e applicazioni industriali. Questa strategia riflette la volontà di non limitarsi a seguire il trend ma di guidarlo, costruendo conoscenze e capacità che rafforzino il tessuto economico locale. Le esperienze passate nelle rinnovabili e nell’idrogeno rinnovabile sono già un punto di riferimento per sviluppare progetti di energia nucleare sostenibile sul territorio.
L’interesse verso la fusione va oltre l’aspetto tecnologico: rappresenta una possibilità per generare energia con emissioni minime e rischi contenuti. Per la Regione significa anche aprire nuove strade nella ricerca scientifica e nei rapporti internazionali, integrandosi con programmi europei che puntano a questa forma di energia come futuro per il continente.
Sfide e opportunità per il sistema energetico italiano
Il contesto nazionale si confronta con una domanda energetica in crescita e con la necessità di ridurre l’impatto ambientale. Le fonti rinnovabili restano la base su cui costruire, ma gli esperti segnalano che potrebbero non essere sufficienti da sole per soddisfare i bisogni futuri. Il nucleare di nuova generazione sembra oggi una soluzione praticabile, almeno come complemento al mix energetico.
L’esperienza di regioni come il Friuli Venezia Giulia mostra che è possibile cogliere queste sfide anche con azioni concrete. L’investimento in ricerca, formazione e infrastrutture è fondamentale per non lasciare indietro il paese e, allo stesso tempo, per rendere la produzione energetica più stabile e meno soggetta a fluttuazioni di mercato.
Il tema resta però complesso, soprattutto per la gestione dei rifiuti e per i rischi percepiti. Serve un confronto aperto e informato con i cittadini, per costruire un consenso che superi riserve e diffidenze, ma anche per selezionare le tecnologie più adatte e sicure. La strada indicata dal Friuli Venezia Giulia rappresenta un esempio di come la ricerca possa guidare scelte concrete all’interno di uno scenario energetico ancora incerto, ma decisivo per il futuro economico e ambientale del paese.