Il Friuli-Venezia Giulia ha fatto passi avanti nella qualità dei servizi sociosanitari, secondo il XIII Rapporto Crea Sanità dell’università di Roma Tor Vergata, presentato a Roma nel 2025. La regione si trova in una posizione intermedia nella classifica nazionale, con margini evidenti per migliorare la tutela sociale e la sostenibilità dei servizi. Il direttore centrale Salute, politiche sociali e disabilità, Giovanna Zamaro, ha evidenziato l’urgenza di potenziare l’integrazione tra sanità e assistenza sociale e di rafforzare le reti oncologiche.
La performance sociosanitaria del friuli-venezia giulia nel panorama nazionale
Secondo il rapporto Crea Sanità del 2025, il Friuli-Venezia Giulia si colloca nel terzo gruppo tra le regioni italiane per la performance sociosanitaria, con un indice compreso tra il 33 e il 41%. Questo dato definisce un livello medio di protezione sociale e sanitaria. Dal 2019 al 2024 la regione ha mostrato miglioramenti significativi, superando il 70% degli indicatori esaminati. I progressi riguardano principalmente l’efficienza e la copertura dei servizi, ma non bastano a collocare il Friuli-Venezia Giulia tra le regioni con standard d’eccellenza.
Fragilità e resilienza nella regione
Il posizionamento intermedio nel ranking generale segnala la presenza di qualche fragilità, in particolare nella capacità di reagire a crisi o cambiamenti imprevisti. La regione infatti non raggiunge ancora una resilienza tale da garantire una sostenibilità duratura nel medio termine. Le criticità emergono soprattutto nell’integrazione tra servizi sanitari e protezione sociale, un aspetto cruciale per migliorare il benessere complessivo della popolazione, specie delle fasce più vulnerabili.
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L’integrazione socio sanitaria come sfida prioritaria da superare
La direttrice Giovanna Zamaro ha sottolineato la necessità di potenziare l’integrazione tra sanità e servizi sociali, area in cui il Friuli-Venezia Giulia presenta un andamento altalenante. L’indicatore socio sanitario è definito “ballerino” nel report, a testimonianza della variabilità delle risposte regionali a bisogni complessi. La mancanza di un coordinamento efficace riduce la capacità di rispondere in modo tempestivo e articolato a situazioni che richiedono interventi combinati.
Questa debolezza incide anche sul gradimento dei cittadini, che richiedono servizi più accessibili e coordinati. Zamaro ha richiamato l’attenzione non solo sulla performance tecnica, ma anche sul consenso e la fiducia degli utenti nei confronti del sistema sociosanitario. Per questo è importante costruire relazioni più strette tra enti pubblici, privati accreditati, Terzo settore e fondazioni, creando reti integrate e funzionali.
Una governance efficace per ridurre le frammentazioni
In particolare, occorre una governance che agevoli il dialogo tra tutte le componenti coinvolte, riducendo frammentazioni e sovrapposizioni. Solo così si potranno migliorare le condizioni di vita di chi necessita di supporto sanitario e sociale combinato, abbassando anche i costi a lungo termine. Le esperienze positive, pure, dimostrano che un sistema integrato può garantire risposte più rapide e personalizzate.
Il rafforzamento della rete oncologica tra gli interventi in programma
Un tema decisivo su cui il Friuli-Venezia Giulia sta concentrando risorse e attenzione è la costruzione di una rete oncologica regionale. Il piano oncologico, che è in fase finale di elaborazione, punta a mettere in connessione strutture e professionisti per assicurare cure più coordinate ed efficaci ai malati di tumore. Questa rete servirà anche a distribuire meglio gli investimenti e a monitorare i risultati clinici in modo più puntuale.
Un sistema collaborativo per la cura oncologica
Zamaro ha spiegato che l’obiettivo è creare un sistema di networking solido, non solo tra gli operatori sanitari, ma anche includendo il Terzo settore, gli stakeholder privati convenzionati e le fondazioni di supporto. Un modello collaborativo che allarghi il campo d’azione permetterà di rafforzare la resilienza del sistema, che si basa sulla cooperazione tra pubblico e privato per garantire continuità e qualità delle cure.
Questa strategia punta a evitare dispersioni di risorse e rendere più efficiente la risposta oncologica regionale. Inoltre, migliorare la rete sanitaria integrata ha ricadute positive su tutta la cittadinanza, poiché la cura dei tumori richiede spesso un coordinamento complesso tra più servizi. Una rete ben funzionante può ridurre tempi d’attesa, migliorare la presa in carico e rendere più chiara l’offerta territoriale.
Le azioni pianificate sono pronte a partire e rappresentano un passo concreto verso un sistema sociosanitario più organizzato e capace di sostenere le sfide future. L’esperienza del Friuli-Venezia Giulia evidenzia dunque le trasformazioni necessarie per realizzare servizi maggiormente rispondenti alle esigenze reali della popolazione.