La febbre catarrale degli ovini detta “blue tongue” sta preoccupando gli allevatori abruzzesi da giugno. Il virus ha colpito numerosi focolai in tutta la regione, con effetti significativi per il patrimonio zootecnico locale. Per far fronte a questa emergenza, la giunta regionale ha organizzato un tavolo tecnico con tutti gli attori coinvolti. Le attività messe in campo puntano a contenere la diffusione e a sostenere economicamente gli allevatori.
Prime rilevazioni e distribuzione dei focolai in abruzzo
Il primo caso di blue tongue in Abruzzo risale al 20 giugno 2025. Da allora, il virus si è diffuso in vari allevamenti, configurando una situazione preoccupante soprattutto in alcune province specifiche. Le autorità sanitarie hanno segnalato 75 focolai attivi nella regione: 40 in provincia di Teramo, 24 a L’Aquila, 8 a Pescara e 3 a Chieti. In tutti i casi è stato identificato il sierotipo BTV8, mentre in un solo focolaio si è evidenziata la presenza del sierotipo BTV1.
La febbre è una patologia virale che colpisce principalmente gli ovini, causando sintomi respiratori e nervosi che possono portare a gravi ripercussioni nella produzione e nel benessere degli animali. Il monitoraggio è affidato al sistema sanitario regionale, che coinvolge in prima linea le Asl e l’Istituto Zooprofilattico Abruzzo e Molise, deputato a controlli e sorveglianza.
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Questi dati rappresentano il punto di partenza per gestire l’emergenza, delineando la mappa della diffusione e identificando le aree più a rischio. Lo scenario rimane critico perché i focolai si concentrano soprattutto nelle zone di allevamento storico, con possibili effetti sulla filiera alimentare locale.
Il tavolo tecnico regionale: chi partecipa e quali attività sono state messe in campo
Il 4 luglio 2025, nella sede dell’assessorato a Pescara, si è riunito un tavolo tecnico regionale convocato per affrontare la blue tongue. Il vicepresidente della giunta regionale, Emanuele Imprudente, ha guidato l’incontro insieme alla direttrice del dipartimento agricoltura Elena Sico, al dirigente della sanità Camillo Odio e al capo di gabinetto Stefano Cianciotta. Presenti inoltre rappresentanti delle Asl abruzzesi e dell’Istituto Zooprofilattico.
L’incontro ha lo scopo di aggiornare le organizzazioni agricole e zootecniche sulle attività già avviate e condividere eventuali ostacoli riscontrati sul campo. Si è spiegato che la Regione ha seguito sin dall’inizio la situazione, adottando protocolli specifici e promovendo azioni di prevenzione e monitoraggio sul territorio. L’obiettivo è contenere la diffusione del virus con un approccio uniforme e coordinato.
Le autorità sanitarie hanno riferito sull’andamento epidemiologico, sottolineando l’importanza di un dialogo continuo tra enti e allevatori. È stata illustrata la novità di istituzionalizzare un coordinamento tecnico per gestire l’emergenza, integrando gli interventi di dipartimenti agricoltura e sanità con quelli dell’istituto zooprofilattico e delle Asl.
La presa in carico a livello regionale punta a offrire agli allevatori strumenti pratici e chiarezza sulle misure di profilassi, dalla gestione degli animali fino alle disposizioni per i controlli sanitari.
Le misure previste per il contenimento e lo smaltimento delle carcasse
Un punto centrale del confronto ha riguardato la gestione delle carcasse infette. Imprudente ha confermato che la regione garantirà attenzione all’opzione dell’interramento come metodo di smaltimento, considerato necessario sia per limitare la circolazione del virus sia per rispettare le prescrizioni di sicurezza.
Questa pratica viene prevista come misura preventiva e parte integrante delle azioni di controllo sui focolai attivi. La disponibilità della regione ad individuare fondi adeguati per sostenere economicamente gli allevatori è stata ribadita con forza, in attesa di una definizione precisa del quadro epidemiologico e delle necessità delle aziende colpite.
Le verifiche proseguono incessanti grazie all’impegno dei veterinari Asl che operano sul territorio, insieme ai tecnici dell’Istituto zooprofilattico e dei dipartimenti regionali. Controlli mirati sono indispensabili per evitare ulteriori contagi e per valutare l’efficacia delle misure adottate.
La collaborazione attiva tra enti, veterinari e allevatori appare decisiva per affrontare la fase più critica in modo coordinato, evitando pericoli per la salute animale e limitando i danni economici.
Nomina del commissario d’emergenza e interlocuzioni con il governo
Uno degli sviluppi annunciati riguarda la nomina di un commissario dedicato alla gestione della crisi blue tongue. È stato scelto Nicola d’Alterio, direttore dell’Istituto Zooprofilattico Abruzzo e Molise, a cui sarà affidato il coordinamento delle attività tecniche e operative.
Questa figura opererà per unificare le strategie e garantire una comunicazione efficace tra enti regionali, allevatori e autorità nazionali. La presenza di un commissario dovrebbe facilitare il flusso di informazioni e l’adeguamento delle misure in base all’evoluzione dei focolai.
Parallelamente, la regione ha stabilito contatti con il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali e il governo nazionale. L’intento è organizzare interventi di supporto aggiuntivi, che possano integrare le risorse regionali e facilitare il rilancio delle aziende agricole colpite.
Questi passaggi segnano un rafforzamento dell’impegno pubblico nel gestire l’emergenza e nel sostenere concretamente l’allevamento ovino abruzzese in un momento di difficoltà accentuata dalla diffusione della febbre catarrale.
L’attenzione resta alta e la rete di controllo lavora per mitigare l’impatto della malattia, aggiornando costantemente gli allevatori sullo sviluppo del contagio e sulle modalità di prevenzione da adottare.