Friuli Venezia Giulia ha deciso di intervenire con un aumento degli stipendi per chi lavora nella sanità regionale. La misura punta in particolare a rinforzare i reparti più sotto pressione, come quello dell’emergenza-urgenza, dove si segnalano difficoltà diffuse in tutta Italia. Il presidente della regione, Massimiliano Fedriga, insieme all’assessore alla Salute Riccardo Riccardi e al direttore di Arcs Stefano Dorbolò, ha spiegato i dettagli di questa iniziativa.
Il rafforzamento degli stipendi nella sanità regionale
L’aumento salariale coinvolge diverse figure fondamentali del sistema sanitario. Infermieri e operatori socio-sanitari, ma anche medici, vedranno un incremento in busta paga. L’intervento nasce da un’esigenza precisa: migliorare la tenuta delle zone più critiche, soprattutto quelle legate all’emergenza. Fedriga ha sottolineato che “l’accordo non si limita a una decisione unilaterale, ma è stato discusso anche con i rappresentanti sindacali.” È un modo per dare una risposta concreta alle difficoltà che si registrano in tutta Italia nel mantenere personale qualificato e motivato in territori dove il lavoro diventa sempre più pesante e complesso.
Un sistema più stabile e meno fragile
L’obiettivo principale è assicurare un sistema più stabile e meno fragile, aiutando chi ogni giorno è chiamato a gestire situazioni di alta pressione. Il riconoscimento economico vuole essere un segnale tangibile che il lavoro fatto in queste aree rischiose viene considerato con attenzione. Con questo passo la regione non solo prova a fermare eventuali fughe o abbandoni, ma punta a costruire una sanità più reattiva e meno dispersiva in termini di risorse umane.
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Dati sulle entrate e uscite del personale sanitario in friuli venezia giulia nel 2025
Durante la presentazione sono stati resi noti alcuni dati relativi al movimento del personale nel comparto sanitario regionale. Nel 2025 si sono contate fino ad ora 401 assunzioni contro 235 uscite. Se guardiamo agli anni scorsi, il dato assume una nuova prospettiva: nel 2024 si erano registrate 1.294 entrate e 1.334 uscite, mentre nel 2023 erano rispettivamente 1.935 e 1.726.
Questi numeri suggeriscono che, pur esistendo un ricambio del personale, non si tratta solo di dimissioni o trasferimenti. Ci sono molti ingressi che coprono i vuoti, un elemento importante per mantenere la funzionalità degli ospedali e delle strutture sanitarie territoriali. Il confronto tra i diversi anni dimostra una certa stabilità nell’equilibrio tra arrivi e partenze, anche se resta irrisolta la questione delle zone più critiche dove si concentra la fatica maggiore.
Fotografia puntuale del sistema sanitario friulano
Le informazioni date durante l’incontro hanno mostrato una fotografia puntuale del sistema sanitario friulano e la volontà di intervenire là dove serve mettere più risorse umane. Questa attenzione ai dati è fondamentale per costruire misure mirate che rispondano non solo ai bisogni presenti, ma anche a quelli dietro l’angolo.
Il ruolo di assessore riccardi e la trattativa con i sindacati
Riccardo Riccardi, assessore alla Salute, è stato protagonista di una trattativa con le rappresentanze sindacali che ha portato all’accordo sugli aumenti salariali. È stato lui a mettere sul tavolo le esigenze emerse dai reparti e a individuare proprio nella valorizzazione delle retribuzioni uno strumento per affrontare la carenza di personale. L’approccio con i sindacati è stato diretto e pragmatico, con una condivisione di problemi e soluzioni.
Questo confronto ha permesso di costruire un’intesa che tiene conto delle condizioni del personale e delle necessità della sanità pubblica, evitando scelte calate dall’alto senza dialogo. L’interazione tra governo regionale e parti sociali diventa così un modello per muoversi in una fase complessa, dove il personale sanitario resta al centro della partita.
Mediazione e sostenibilità nel lavoro sanitario
Il ruolo dell’assessore è stato quindi quello di mediare e calibrare le proposte, considerandole sia dal punto di vista economico sia organizzativo, per rendere più sostenibile il lavoro nelle strutture sanitarie pubbliche. Il risultato raggiunto dà un segnale chiaro a chi opera in prima linea, ma anche a chi amministra risorse e servizi in settori fragili come quello della salute pubblica.