Franco rubino si candida a rettore all’università della calabria con un programma di riforme interne

Franco rubino si candida a rettore all’università della calabria con un programma di riforme interne

Il professor Franco Rubino annuncia la candidatura a rettore dell’Università della Calabria per il 2025, proponendo una governance più partecipata, maggiore coinvolgimento dei dipartimenti e una distribuzione equilibrata delle risorse.
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Il professor Franco Rubino, docente di economia aziendale all’Università della Calabria, si candida a rettore nel 2025 proponendo una governance più democratica e partecipata, con maggiore coinvolgimento dei dipartimenti e una gestione equilibrata delle risorse. - Gaeta.it

Il professor franco rubino, docente ordinario di economia aziendale, ha annunciato la sua candidatura al ruolo di rettore dell’università della calabria, in vista delle elezioni universitarie del 2025. Con una carriera tutta dedicata a questo ateneo, rubino punta a un cambiamento nel modo in cui l’università viene governata, cercando un maggiore coinvolgimento democratico dei dipartimenti e una gestione più partecipata, rispetto agli ultimi anni caratterizzati da un modello più centralizzato.

Una lunga carriera all’unical e un impegno radicato

Rubino ha costruito la sua esperienza accademica interamente all’università della calabria, stabilendo forti legami con la comunità accademica locale. Nel corso degli anni ha ricoperto incarichi importanti come preside della facoltà di economia, direttore di dipartimento e componente del senato accademico. Oltre alla sua attività didattica e di ricerca, queste esperienze gli hanno permesso di conoscere da vicino le dinamiche e le criticità dell’ateneo calabrese. La sua conoscenza approfondita delle realtà interne offre una base solida per proporre modifiche strutturali che cerchino di bilanciare crescita, partecipazione e gestione delle risorse.

Le proposte elettorali: verso una governance più partecipata

Nel suo programma, franco rubino propone di trasformare il Consiglio di amministrazione da organo nominato a corpo eletto, garantendo così maggiore democrazia nelle scelte di governance. L’obiettivo è far crescere la partecipazione di tutti i dipartimenti alla vita accademica e amministrativa, coinvolgendo attivamente le diverse componenti dell’ateneo. Secondo rubino, “questa maggiore inclusione rappresenta la chiave per superare il modello verticistico, ereditato dalle riforme ormai datate della legge gelmini, che ha spesso limitato il confronto e la condivisione nelle decisioni più importanti.”

La critica al modello gestionale attuale e le aspettative per l’università

Rubino ha riconosciuto i risultati del rettore uscente, nel gestire con numeri e bilancio l’università, ma ha puntualizzato la propria differenza di vedute sul metodo adottato. Il modello centralizzato, che si è affermato, sarebbe a suo avviso meno efficace nel far sentire ciascuno partecipe della vita universitaria. “L’immagine del rettore che almeno una volta al mese si prende tempo per camminare tra i corridoi e parlottare con personale e studenti serve a sottolineare il bisogno di un controllo più diretto e umano dell’ateneo.” Questo approccio, più vicino alle persone, potrebbe contribuire a scoprire problemi sul nascere e migliorare la gestione quotidiana.

Ripartizione delle risorse e sviluppo uniforme dei dipartimenti

Secondo rubino, in passato l’ateneo ha vissuto squilibri nella distribuzione delle risorse per la nascita di nuove facoltà. Ora, dopo la fase di avvio, è necessario promuovere una crescita equilibrata di tutti i dipartimenti, senza concentrare esclusivamente gli investimenti sulle realtà più recenti. Una linea operativa di questo tipo punta a consolidare l’intera università, evitando dispersioni e favorendo un avanzamento parallelo e coordinato delle strutture accademiche. La crescita collettiva, quindi, si presenta come elemento centrale della proposta per il prossimo mandato di rettorato.

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