Francesco, calzolaio a 28 anni: una passione tramandata da padre in figlio

Francesco2C Calzolaio A 28 Anni

Francesco, giovane calzolaio con la passione di famiglia. - Gaeta.it

Sara Gatti

15 Settembre 2025

Francesco ha 28 anni e da quando ne aveva 12 dedica i suoi giorni a un mestiere antico e concreto: aggiustare scarpe. Ha cominciato in bottega appena finiti i compiti, spinto dalla voglia di imparare e di provare con mano questo lavoro che aveva già negli occhi, grazie al padre e al nonno. Questo racconto racconta un legame familiare e il valore di una tradizione manuale che si trasmette attraverso le generazioni.

Da bambino a calzolaio: un percorso iniziato in bottega

A soli 12 anni, Francesco non ha aspettato gli anni della scuola superiore per avvicinarsi al mestiere del calzolaio. Appena usciva dai compiti pomeridiani, scendeva in bottega per osservare e imparare. Quel luogo, dove si lavora con la pelle, il cuoio, e strumenti come martello e scalpello, si è subito rivelato familiare e attrattivo. Il ragazzo racconta con semplicità di essere rimasto affascinato da quegli attrezzi e dal modo in cui si riparavano le scarpe: un lavoro che gli sembrava quasi una forma d’arte. L’esperienza diretta e la pratica quotidiana hanno costruito le fondamenta della sua competenza. Crescere in quell’ambiente ha permesso a Francesco di maturare un legame forte con un’attività spesso trascurata ma molto apprezzata da chi conosce il valore di un lavoro manuale.

Strumenti e tecniche: la pratica quotidiana tra martello e scalpello

La bottega è lo spazio quotidiano di Francesco, dove si continua una storia famigliare iniziata con suo padre e suo nonno, entrambi calzolai. La manualità è centrale nel suo lavoro. Ogni mattina, con le mani sporche di colla e polvere di suola, prende in mano martello e scalpello per sistemare tacchi, cuciture, e tagliare pelli. Questi strumenti segnano il ritmo di una giornata di lavoro fatto di precisione e pazienza. Non si tratta solo di riparare, ma di ridare vita a un paio di scarpe, prolungarne l’uso e conservare memoria di un mestiere che ha resistito all’era della produzione di massa. Francesco ha imparato a riconoscere ogni difetto, ogni scollatura, e a intervenire con geste studiate nel tempo. Il lavoro si svolge a piedi nudi, una tradizione forse per sentire meglio il ritmo e mantenersi vicino alla vera natura della bottega.

Continuità familiare e passione per i mestieri tradizionali

La storia di Francesco non è isolata, ma appartiene a un filo che lega generazioni di artigiani. La sua passione nasce da un’eredità familiare concreta: un mestiere che va oltre la necessità economica e diventa un tratto identitario. In famiglia, il lavoro del calzolaio è un modo per trasmettere valori come la pazienza, la cura per i dettagli e il rispetto della manualità artigiana. Francesco tiene in vita questa eredità con rispetto e determinazione, portando avanti quella che non è solo una professione, ma un legame con il passato. Il fatto che abbia iniziato così presto conferma l’importanza della tradizione orale e pratica nella formazione di nuovi artigiani. Anche nel 2025, quando la tecnologia domina molti campi, esistono ancora persone che trovano un senso profondo in un lavoro fatto con le mani e il cuore.

Questa vicenda racconta un mestiere antico intriso di famiglia e dedizione, che resiste nel tempo perché chi lo pratica lo fa con passione e dedizione. Ogni giorno, Francesco continua a lavorare nella bottega che gli ha offerto un percorso unico e concreto.