Francesca comencini racconta la diaspora delle vele, documentario sulle famiglie che lasciano il degrado a napoli

Francesca comencini racconta la diaspora delle vele, documentario sulle famiglie che lasciano il degrado a napoli

Il documentario di francesca comencini racconta l’abbandono delle vele di Scampia, mentre Sky e la serie Gomorra riflettono le trasformazioni sociali e culturali di Napoli tra polemiche e solidarietà locale.
Francesca Comencini Racconta L Francesca Comencini Racconta L
Il documentario "La diaspora delle Vele" di Francesca Comencini racconta l’abbandono delle famiglie dalle Vele di Scampia, simbolo del degrado e della trasformazione sociale del quartiere di Napoli. - Gaeta.it

Il documentario La diaspora delle Vele, realizzato da francesca comencini, esplora l’allontanamento degli abitanti dagli edifici noti per il degrado a Scampia, quartiere di Napoli. Il film si focalizza sulle famiglie costrette a lasciare le Vele, simbolo di una comunità ormai in dissoluzione. Il progetto sarà presentato in un festival, segnalando l’attenzione sulle trasformazioni sociali e urbane di quell’area.

Il rapporto tra sky e napoli attraverso le produzioni televisive e il territorio

Sky è attiva nel capoluogo campano da oltre cinque stagioni con la serie Gomorra. Nils Hartman, rappresentante dell’azienda, ricorda che oltre alla produzione della serie, Sky ha scelto Napoli come location per altri eventi importanti, come la finale di X Factor e le riprese di Piedone. Sky Arte, canale dedicato alla cultura e all’arte, ha prodotto contenuti con importanti presenze locali, come il documentario di francesca comencini sulle Vele. Questa attività ha rafforzato la relazione tra la rete tv e la città nonostante i frequenti dibattiti e contestazioni nate soprattutto intorno a Gomorra. Hartman sottolinea la presenza capillare di Sky sul territorio, che va oltre la sola serie.

Le polemiche ai quartieri spagnoli e la reazione degli artisti locali

Marco D’Amore, attore di Gomorra, commenta le recenti proteste nei quartieri spagnoli, area della città che non è stata sede delle riprese della serie. Interessante è la partecipazione attiva degli artisti di San Gregorio Armeno: per anni hanno collaborato con la produzione, creando statuette dei personaggi più celebri dello show. D’Amore evidenzia come questa solidarietà, che va oltre la protesta, abbia offerto risate e momenti di leggerezza durante le giornate più difficili della lavorazione. Le statue artigianali vendute in quella zona hanno in qualche modo contribuito a mantenere il legame con la comunità locale, anche nelle tensioni.

La produzione di gomorra e la sfida di raccontare napoli in napoletano stretto

Riccardo Tozzi, produttore della serie, ricorda le difficoltà iniziali nel realizzare Gomorra in dialetto napoletano stretto. All’inizio, Londra e molti addetti ai lavori esprimevano dubbi su possibili barriere per il pubblico, ma la produzione ha insistito e ricevuto sostegno per portare avanti quella scelta. Tozzi disegna una visione più ampia: le polemiche locali appaiono marginali rispetto al successo e al contributo che la serie ha dato alla rappresentazione della città. Il prossimo capitolo, Gomorra – Le Origini, promette un’atmosfera diversa e meno conflittuale. Tozzi evidenzia comunque come il progetto abbia accompagnato il cammino di Napoli negli ultimi dieci anni.

Le vele di scampia, l’abbandono e il documentario come eco sociale

Le Vele di Scampia, enormi palazzi simbolo del degrado, stanno per essere abbandonate o demolite. Riccardo Tozzi racconta il primo incontro con i residenti di quel contesto, un momento di diffidenza da parte degli abitanti nei confronti della produzione. Dopo dieci anni di lavoro sul territorio con Gomorra, la situazione è mutata, con miglioramenti evidenti nel quartiere, anche se legati a molteplici fattori. Intanto, è partita la diaspora degli abitanti: il Comune ha offerto voucher per affittare case fuori dalle Vele. Il fenomeno della nostalgia per quella comunità spezzata è il tema centrale del documentario di francesca comencini. Il film raccoglie le parole e i racconti di chi ha lasciato quegli spazi, mostrando lo smarrimento e il legame affettivo ancora forte.

Un addio a scampia tra memoria e trasformazione urbana

“La diaspora delle Vele” documenta questo passaggio delicato, segnato dall’uscita di scena degli abitanti storici. Francesca Comencini ha dato voce a famiglie che riflettono su una comunità ormai dispersa. Il documentario sarà presentato in un festival, portando con sé il racconto del cambiamento di Scampia e di una realtà sociale che sfida il tempo e le periferie. Le Vele non sono più solo strutture abitative, ma diventano simboli di una trasformazione complessa tra nostalgia e speranze di rilancio urbano. La produzione televisiva e culturale che ha coinvolto Napoli racconta così anche questa pagina meno visibile della città.

Change privacy settings
×