Festival trame sonore a mantova: musica da camera tra palazzi storici e giovani talenti fino al 2 giugno

Festival trame sonore a mantova: musica da camera tra palazzi storici e giovani talenti fino al 2 giugno

Il festival trame sonore a mantova unisce artisti internazionali e giovani talenti in oltre 15 ore di concerti giornalieri, valorizzando palazzi storici come palazzo ducale e palazzo te fino al 2 giugno 2025.
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Il festival Trame Sonore a Mantova, fino al 2 giugno 2025, unisce artisti internazionali e giovani talenti in concerti diffusi in storici palazzi della città, offrendo un’esperienza musicale coinvolgente e comunitaria tra musica classica e contemporanea. - Gaeta.it

Il festival trame sonore a mantova, in corso fino al 2 giugno 2025, raccoglie artisti di fama internazionale e giovani musicisti in una proposta musicale che coinvolge tutta la città. La rassegna si svolge in luoghi d’arte prestigiosi e angoli nascosti del capoluogo lombardo, offrendo un’esperienza musicale ampia e accessibile. L’evento propone oltre 15 ore di concerti al giorno, magari sfidando il pubblico a scegliere tra programmi diversi ma ugualmente ricchi, tra musica antica, contemporanea e composizioni di grandi nomi.

Un’esperienza musicale diffusa fra le bellezze di mantova

Il festival si svolge in molte sedi storiche di mantova, come palazzo ducale, palazzo te, palazzo castiglioni e la rotonda di san lorenzo. Ognuna di queste location offre ambientazioni particolari che cambiano il modo di vivere la musica, dalle sale raffinate ai cortili aperti, fino ad arrivare ai salotti nobiliari privati con proposte legate all’humus della musikhaus, un vero percorso alla scoperta della mantova meno conosciuta.

La forza dell’evento sta nel modo in cui la musica si inserisce in questi spazi, calata in ambienti ricchi di storia e arte. Il pubblico può perdersi ad ammirare gli affreschi e i dettagli dei palazzi ottocenteschi senza perdere il filo musicale. Per questa tredicesima edizione, l’attenzione è in particolare rivolta alla città stessa, vista come protagonista insieme agli artisti che si esibiscono, in modo da creare un intreccio tra il passato e il presente.

Un clima amichevole e comunitario

La formula orizzontale del festival privilegia un rapporto diretto tra esecutori e ascoltatori, chiunque può partecipare senza gerarchie rigide. Musicisti noti e giovani emergenti condividono la scena, generando un clima amichevole dove l’impegno è quello di suonare più che quello di apparire. Per questo la maggior parte degli artisti indossa semplici magliette con il logo del festival, un segnale evidente di una visione comunitaria e informale.

La programmazione tra nomi celebri e nuove promesse della musica classica

Il direttore artistico del festival, carlo fabiano, ha concepito trame sonore come un esperimento dedicato all’ascolto. La proposta comprende oltre trenta location e offre percorsi tematici suddivisi tra repertori classici e contemporanei. Un pubblico attento deve scegliere tra appuntamenti che si tengono contemporaneamente, come il percorso “c’è musica e musica” dedicato a luciano berio per i cento anni dalla nascita, oppure “sostakovic50”, un omaggio dedicato al compositore russo a cinquanta anni dalla morte.

Il festival ospita musicisti che arrivano da molte parti del mondo. L’approccio è quello di scambiare esperienze e crescita artistica senza compenso economico, spinti dalla passione più che da motivazioni finanziarie. Tra le esecuzioni di rilievo, nella rotonda di san lorenzo si tengono i concerti della serie “’round midnight”. Proprio venerdì 30 maggio, per esempio, il quartetto novo accompagnato dalla pianista zlata chochieva ha eseguito il quintetto opera 44 di robert schumann, giovanissimi ma già acclamati dal pubblico.

Dialogo stretto tra artisti e pubblico

Ogni giorno di festival comincia con “un caffè con…”, momento in cui gli artisti raccontano cosa proporranno durante le ore successive, davanti al cortile di palazzo castiglioni. Questo dialogo con il pubblico predispone all’ascolto e crea un legame più intimo e diretto tra interpreti e spettatori.

L’atmosfera di mantova durante il festival tra musica e vita quotidiana

La vita del festival si muove tra i concerti e gli spostamenti degli artisti che trasportano i loro strumenti da un luogo all’altro. I violoncellisti, in particolare, devono affrontare l’ingombro delle custodie pesanti nei vicoli e nelle piazze della città. L’atmosfera è rilassata ma vibrante, fatta di incontri casuali come quello tra il tenore ian bostridge e la liutista elisa la marca fuori dalla sala dei fiumi di palazzo ducale.

Dalle finestre si sente qualche frammento delle note di mozart, ripetute dagli artisti in prova. La città si anima di suoni e persone impegnate in un rito che cerca di superare la tradizionale distanza tra palco e pubblico. Il coinvolgimento è aumentato da momenti conviviali come quelli che si tengono dopo i concerti serali con l’offerta di liquori locali o camomilla davanti al bar storico vicino alla rotonda san lorenzo.

Mantova come un grande palcoscenico

Questa attenzione ai dettagli rende l’evento vissuto dagli spettatori non solo come un’occasione musicale ma come una festa che trasforma mantova in un grande palcoscenico. Il festival fa sentire tutti, artisti spettatori e città, partecipi di qualcosa che supera il semplice ascolto e si avvicina a un’esperienza collettiva, inserita nella cultura e nella storia del luogo.

In definitiva il festival trame sonore di mantova rappresenta un luogo di incontro e di scambio tra grandi interpreti e giovani talenti, in un contesto che valorizza i palazzi storici e la tradizione musicale italiana, invitando a riscoprire la musica classica fuori dai suoi schemi consueti.

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