La 78ª edizione del festival di Cannes, aperta il 13 maggio 2025, presenta un programma ricco di film fuori concorso molto attesi dal pubblico e dalla critica. Tra questi spicca l’ultimo capitolo della saga di Mission Impossible con Tom Cruise, ma ci sono anche pellicole dai temi storici, drammatici e riflessivi, provenienti da registi di rilievo. Questo articolo esplora in dettaglio le sette proposte fuori concorso che arricchiscono la rassegna cinematografica quest’anno.
Mission impossible: the final reckoning, l’epilogo della saga con tom cruise
Il titolo più atteso di questa edizione è senza dubbio Mission Impossible: The Final Reckoning, diretto da Christopher McQuarrie. Questo ottavo capitolo della saga segna la conclusione delle avventure di Ethan Hunt, interpretato da Tom Cruise, e si distingue per dimensioni imponenti sia nella durata che nel budget. Il film supera i 160 minuti e ha richiesto una spesa di oltre 400 milioni di dollari, cifre che fanno intuire la portata dell’operazione.
La trama ruota attorno a una corsa contro il tempo per recuperare due chiavi essenziali per controllare un sistema di intelligenza artificiale capace di scatenare disastri globali. I sabotaggi previsti colpirebbero circuiti bancari e reti elettriche, mettendo a rischio la stabilità mondiale. Ad ostacolare Ethan Hunt nell’impresa c’è Gabriel, interpretato da Esai Morales, un personaggio misterioso con legami al passato di Ethan e con motivazioni incerte.
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Scene d’azione adrenaliniche
Come da tradizione della serie, le scene d’azione spaziano da acrobazie aeree a sequenze acquatiche e tecnologiche. Tom Cruise conferma la sua passione per le riprese dal vivo, aggrappandosi anche questa volta alle ali di un aereo in volo. L’aspettativa attorno a questo film è altissima, non solo per i fan della saga, ma anche per il pubblico generale attratto dai grandi blockbuster hollywoodiani.
La venue de l’avenir: il passato prende vita tra normandia e parigi
Il film La Venue de l’Avenir di Cédric Klapisch offre una narrazione intima e familiare ambientata tra la campagna della Normandia e la Parigi della fine del XIX secolo. La storia segue un gruppo di cugini che eredita una vecchia casa rurale e decide di scavare nella storia della loro famiglia. Tra oggetti antichi, lettere e fotografie, emergono le tracce di un’antenata, Adèle, interpretata da Suzanne Lindon.
Adèle ha lasciato la Normandia a vent’anni per trasferirsi a Parigi nel 1895, anno cruciale durante la rivoluzione industriale e culturale della capitale francese. La pellicola esplora l’impatto di questa scelta coraggiosa e la riscoperta delle radici familiari attraverso un viaggio nel tempo e nei luoghi.
Intreccio di memoria e identità
Il racconto intreccia elementi di memoria, identità e legame con il passato, offrendo uno sguardo sulle trasformazioni sociali ed economiche di quel periodo. Il film riesce a mantenere un tono intimo e riflessivo, adatto a chi ama narrazioni che uniscono presente e storia personale.
Vie privée: la crisi di una psichiatra tra presente e ricordi sepolti
Vie privée, diretto da Rebecca Zlotowski, è una commedia drammatica ambientata nella Parigi contemporanea. La protagonista è una psichiatra interpretata da Jodie Foster, descritta come una donna ordinata e solitaria, la cui routine viene sconvolta da eventi traumatici legati ai suoi pazienti.
Quando una sua paziente si toglie la vita e un’altra interrompe la terapia, la dottoressa decide di sottoporsi a una seduta di ipnosi nel tentativo di ritrovare equilibrio. Durante questa esperienza si ritrova catapultata in una vita passata, quella di un giovane musicista ebreo nella Parigi occupata durante la seconda guerra mondiale.
Temi affrontati nel racconto
La pellicola affronta con delicatezza temi come il lutto, la memoria e le identità nascoste. La narrazione multipla tra presente e passato crea una tensione emotiva che accompagna lo spettatore nel percorso di trasformazione della protagonista.
Highest 2 lowest: spike lee rivede kurosawa nella new york contemporanea
Highest 2 Lowest, firmato da Spike Lee, è un thriller che riprende il celebre film giapponese High and Low di Akira Kurosawa del 1963. Questa versione aggiorna l’ambientazione portando la storia a New York e trasponendo la vicenda dagli anni ’60 ai giorni nostri.
Denzel Washington interpreta il ruolo ispirato a Toshirō Mifune, narrando la storia di un uomo che si trova di fronte a una scelta decisiva nel momento culminante della sua carriera. La vicenda intreccia elementi di tensione familiare e dilemmi morali, affrontando anche temi di potere e responsabilità.
Omaggio e reinterpretazione
Il direttore artistico del festival Thierry Frémaux ha descritto il film come un racconto intenso sulla famiglia, capace di mantenere fede al materiale originale pur adattandolo ai contesti moderni. Il lavoro di Spike Lee appare come un omaggio e una reinterpretazione che unisce cinema asiatico e tradizione americana.
La femme la plus riche du monde e la storia dietro il personaggio di isabelle huppert
Nel film La femme la plus riche du monde, diretto da Thierry Klifa, sullo schermo troviamo Isabelle Huppert nei panni di Marianne Farrère, una donna potente e ammirata da molti ma osservata con sospetto dalla propria figlia. La vicenda ruota attorno alla relazione con Pierre-Alain, uno scrittore e fotografo parigino dal fascino ambiguo.
Il film trae ispirazione dalla vicenda reale che coinvolse Liliane Bettencourt, erede della casa cosmetica L’Oreal, e François-Marie Banier, fotografo e scrittore. La tensione nasce dalle donazioni milionarie di Marianne nei confronti di Pierre-Alain e dall’inquietudine della figlia, che teme possano esserci secondi fini.
Dinamiche familiari e conflitti di potere
La pellicola indaga questioni di fiducia, potere e dinamiche familiari attraverso un ritratto complesso e dettagliato. La presenza di Huppert, nota per il suo stile interpretativo sobrio e intenso, evidenzia il conflitto emotivo interno dei personaggi.
Partir un jour: una scelta tra passato e futuro in un contesto gastronomico
Partir un jour, film d’apertura del festival, racconta la storia di Cécile, che sta per aprire un ristorante gastronomico a Parigi quando viene chiamata da casa per un’emergenza: suo padre ha avuto un infarto. Costretta a tornare nel villaggio natale, si confronta con il passato che aveva lasciato alle spalle.
Nel paese d’origine, Cécile incontra il suo primo amore, risvegliando sentimenti e ricordi sepolti. Questo incontro mette in discussione le scelte fatte fin qui e la sua visione del futuro. Tra sogni professionali e legami familiari, la protagonista affronta un bivio personale.
Mix di emozioni e ambientazioni concrete
La storia mescola toni drammatici e riflessivi, con uno sguardo sensibile al rapporto tra radici, memoria e desideri individuali. L’ambientazione gastronomica dona un tocco concreto alle emozioni che attraversano il racconto.
13 days, 13 nights e il racconto del ritiro americano da kabul
Il film 13 Days, 13 Nights di Martin Bourboulon affronta un passaggio storico recente e delicato. La vicenda segue il comandante Bida a Kabul nell’agosto 2021, durante il ritiro delle truppe americane e la presa di potere dei talebani.
Tratto dall’omonimo romanzo, il lavoro mostra il caos e la confusione di quei giorni cruciali, offrendo una prospettiva militare e umana sugli eventi. La narrazione punta a ricostruire con dettaglio la tensione e le difficoltà vissute sul campo.
Attenzione alla realtà contemporanea
Questo film si distingue per l’attenzione alla realtà contemporanea e al ruolo delle forze armate di fronte a scenari complessi, mettendo in luce i momenti difficili di un conflitto tuttora vivace nell’opinione pubblica internazionale.