Il parco della Pace di Colli del Tronto, in provincia di Ascoli Piceno, sarà teatro di un momento importante dedicato a chi vive, parte o torna nelle aree terremotate del Centro Italia. Dal 20 al 22 giugno 2025 si svolgerà il primo “Festival della Restanza e della Tornanza” con il titolo “Restare, partire, tornare“. L’evento gratuito vuole affrontare in modo concreto la questione demografica che interessa principalmente i territori colpiti dal sisma tra il 2016 e il 2017. Sarà una tre giorni dove si confrontano idee e strategie per invertire la tendenza allo spopolamento e rilanciare l’entroterra coinvolto.
Il programma del festival: eventi, incontri e iniziative aperte a tutti
Il festival propone una serie di momenti diversi tra loro ma con al centro il dialogo e la creatività. Nelle tre giornate sono previsti talk con esperti, istituzioni e rappresentanti dei territori, laboratori dedicati alle pratiche tradizionali e moderne, performance artistiche che raccontano storie locali, degustazioni di prodotti tipici per valorizzare le eccellenze alimentari, e sessioni formative rivolte ai giovani e agli imprenditori. Tra i partecipanti ci saranno sindaci del cratere sismico, studiosi, giornalisti, e artisti che metteranno in luce tanto le criticità che le opportunità presenti nei luoghi colpiti dal sisma. L’iniziativa risulta un momento utile per infondere nuova energia e affinare soluzioni legate alla cultura locale, alla rete sociale e alle infrastrutture.
Restanza e tornanza: significato e ruolo sociale secondo il commissario guido castelli
Guido Castelli, commissario straordinario per la Ricostruzione 2016, sottolinea come i termini “restanza” e “tornanza” rappresentino concetti ormai presenti nella sociologia ma meno familiari nel linguaggio diffuso. Indicano un atteggiamento di azione e scelta consapevole di restare o tornare nel proprio territorio d’origine, senza nostalgia ma con l’intento di costruire un progetto di vita e lavoro. Secondo Castelli, queste parole esprimono un dinamismo attivo importante per contrastare l’abbandono e rafforzare la comunità. Il festival diventa così un’occasione concreta per dare voce ai giovani, generare connessioni tra energie diverse e sostenere lo sviluppo sociale e culturale dei territori, puntando a trasformare le attività di ricostruzione in un motore per una rinnovata vitalità.
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Il contesto del festival: ritorno e impegno dopo il sisma
Le zone interne del Centro Italia hanno pagato un prezzo altissimo a causa delle forti scosse che tra agosto 2016 e gennaio 2017 hanno colpito almeno 140 comuni tra Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo. Il bilancio parla di 299 vittime, una grande quantità di edifici distrutti, abitazioni danneggiate e danni complessivi stimati vicino ai 28 miliardi di euro. Questa devastazione ha lasciato dietro di sé un drammatico spopolamento, con molte persone costrette a lasciare le proprie case e i loro territori storici. Ma non tutti hanno abbandonato la speranza e la voglia di tornare o restare per ricostruire. Il festival nasce proprio per questo, per creare uno spazio dove condividere esperienze di chi resta, di chi ritorna, e di chi vuole progettare un futuro solido proprio in queste aree.
Le sfide demografiche e sociali dei territori colpiti dal sisma
Il fenomeno dello spopolamento nei comuni terremotati è legato a molte cause. La distruzione degli edifici e delle infrastrutture ha portato alla perdita di servizi essenziali, mentre la difficoltà di ricostruire ha rallentato la ripresa economica. Molti giovani si sono trasferiti in città in cerca di lavoro, svuotando ulteriormente interi paesi. Allo stesso tempo, la cultura, i saperi artigianali locali e le tradizioni rischiano di sparire senza nuove generazioni che li custodiscano. La presenza di eventi come questo festival aiuta a mettere a fuoco iniziative capaci di offrire strumenti pratici per favorire il radicamento e il ritorno. Si parla di valorizzazione della cultura, di nuove forme di imprenditoria territoriale e di strutture sociali che favoriscano un nuovo equilibrio abitativo, in particolare nella montagna e in aree collinari.
L’impegno delle giovani generazioni per il futuro dei territori interni
Uno degli aspetti più evidenti del festival riguarda la centralità del ruolo dei giovani. Sono loro che possono contribuire direttamente a riportare nuova linfa alle zone colpite, grazie a idee, creatività e competenze. Organizzatori e partecipanti puntano a coinvolgere i più giovani in progetti concreti legati alla cultura locale, all’imprenditoria e alla sostenibilità ambientale. La loro partecipazione non è solo simbolica ma pratica, con laboratori e momenti formativi dedicati. Questo rappresenta un investimento fondamentale per far sì che le aree devastate dal terremoto non rimangano solo un ricordo, ma diventino ambienti vivi e capaci di restare nella vita di chi li abita. La connessione fra giovani, istituzioni e realtà locali è proprio uno dei fili conduttori di questi giorni a Colli del Tronto.