La festa della Repubblica, che si celebra ogni 2 giugno, rappresenta un momento di riflessione sulla nascita della Repubblica italiana dopo il referendum del 1946. Nel 2025, questa ricorrenza conserva un valore significativo sia dal punto di vista storico sia come simbolo dell’identità nazionale, in un Paese che continua a confrontarsi con i principi della Costituzione.
Il referendum del 2 giugno 1946 e la nascita della repubblica italiana
Il 2 giugno 1946 è una data decisiva per l’Italia. Quel giorno, si tenne un referendum istituzionale che decise la forma di governo da adottare dopo la fine della seconda guerra mondiale. Gli italiani furono chiamati a scegliere tra monarchia e Repubblica; votazione che si svolse in un clima di grande partecipazione, con un’affluenza che sfiorò il 90% degli aventi diritto. La principale novità fu la partecipazione delle donne, che votarono per la prima volta in Italia, portando alle urne oltre 13 milioni di elettrici.
Il risultato di quella consultazione fu ufficializzato il 10 giugno 1946 dalla Corte di cassazione: il 54,27% degli elettori preferì la repubblica, mentre il 45,73% rimase favorevole alla monarchia. Questo voto segnò la fine della monarchia sabauda, aprendo una nuova fase della storia italiana, scandita da un’assemblea costituente incaricata di redigere la nuova Costituzione.
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Il consenso attuale verso la repubblica secondo il sondaggio swg 2025
Nel maggio 2025, l’istituto di ricerca Swg ha realizzato un sondaggio per rilevare l’orientamento degli italiani se fossero chiamati oggi al voto per scegliere tra monarchia e repubblica, replicando il referendum storico del ’46. Il campione di 800 maggiorenni ha mostrato un quadro chiaro: l’88% della popolazione preferirebbe la repubblica, mentre solo il 12% propenderebbe per la monarchia.
Il sostegno alla repubblica appare ancora più netto nelle fasce d’età più avanzate, superando il 90% tra gli over 64 anni. In ambito politico, la quasi totalità degli elettori di sinistra sostiene la repubblica, mentre tra i simpatizzanti di destra cresce leggermente l’adesione alla monarchia, che si attesta intorno al 20%.
Questi dati descrivono un’Italia che riconosce la repubblica come modello di governo consolidato e preferibile rispetto al passato, riflettendo una consapevolezza radicata nel tessuto sociale e politico.
La festa della repubblica oggi: una ricorrenza di tutti o di pochi?
Secondo il medesimo sondaggio Swg, l’82% degli intervistati vede il 2 giugno come una festa che unisce tutti gli italiani, senza appartenenza esclusiva a gruppi politici o ideologici. Solo l’11% crede che questa ricorrenza sia legata a una parte politica specifica, mentre il restante 7% esprime incertezza.
La percezione diffusa di questo evento come momento condiviso è fondamentale per la coesione nazionale. Tuttavia, la risonanza emotiva della festa non è considerata massima: circa il 43% degli italiani attribuisce alla festività una grande importanza, leggermente inferiore a quella riconosciuta al 25 aprile, festa della liberazione, che raggiunge il 49% di gradimento.
Paragonata a altre ricorrenze civili, come il primo maggio, la festa della repubblica si colloca in una posizione rilevante, ma non esclusiva, nel calendario delle commemorazioni pubbliche.
La percezione dei valori costituzionali a 79 anni dall’approvazione
Nel 2025, la riflessione sui principi sanciti dalla Costituzione italiana resta al centro del dibattito pubblico. L’analisi dei dati raccolti da Swg indica come buona parte della popolazione consideri i valori fondamentali ancora parzialmente da realizzare.
L’articolo 1 della Costituzione, che definisce l’Italia come “repubblica democratica fondata sul lavoro”, è ritenuto vicino alla piena attuazione solo dal 43% degli intervistati. Il 30% pensa che questo valore sia ormai consolidato e il 27% ritiene che sia ancora lontano da raggiungere. Situazione simile interessa l’articolo 2, che assegna la sovranità al popolo secondo i limiti costituzionali: il 43% lo vede vicino, il 24% consolidato, mentre il 33% lo giudica non ancora raggiunto.
Questi dati riflettono un’Italia che riconosce le ambizioni della Costituzione, ma registra un divario tra principi formali e pratica sociale e politica. La ricorrenza del 2 giugno richiama quindi non solo la memoria storica, ma anche la necessità di continuare a lavorare per un’adesione piena ai valori fondanti.
Un momento per celebrare la memoria e confrontarsi con il presente
Il 2 giugno mantiene il suo ruolo di ricorrenza nazionale chiave, che richiama all’unità e ai principi democratici sanciti dopo un periodo di profonde difficoltà e cambiamenti. La partecipazione storica femminile al referendum, l’affermazione del modello repubblicano e la scrittura della Costituzione restano pietre miliari del cammino italiano.
Oggi più che mai, la festa della repubblica invita a confrontarsi con l’identità condivisa e le sfide del presente. La maggioranza degli italiani dimostra fiducia nel sistema repubblicano, riconosce l’importanza di questa ricorrenza e mette in guardia rispetto alle ambizioni ancora parzialmente raggiunte della Costituzione. La giornata, quindi, si conferma come occasione per celebrare la storia e riflettere sulle responsabilità civiche attuali.