La nave portacontainer pl germany, con stazza lorda superiore a 60.000 tonnellate e bandiera singapore, è stata sottoposta a fermo amministrativo presso il porto di Genova. L’intervento è arrivato durante un’ispezione della Guardia Costiera, che ha rilevato difetti rilevanti nei sistemi di bordo. La vicenda evidenzia l’importanza dei controlli sulle imbarcazioni straniere che attraccano nei nostri porti, volte a garantire sicurezza e rispetto delle norme marittime internazionali.
La scoperta delle gravi carenze durante l’ispezione della guardia costiera a genova
Il fermo amministrativo della pl germany è scattato a seguito di un’ispezione approfondita condotta da Port State Control, il nucleo ispettivo della Guardia Costiera di Genova. L’unità, gestita da una compagnia con sede in Cina e in attività da oltre vent’anni, ha manifestato problemi seri al funzionamento di tutti e quattro i generatori di bordo. Questi difetti non riguardavano solo aspetti tecnici di routine, ma compromettevano il sistema di sicurezza e il controllo automatico della nave.
L’intervento degli ufficiali
Secondo quanto riferito da uno degli ufficiali coinvolti, “tali carenze potevano mettere a rischio non soltanto l’equipaggio, ma anche l’integrità stessa della nave e la sicurezza della navigazione.” Questi motivi hanno reso inevitabile l’adozione del fermo amministrativo come misura di protezione, per evitare potenziali incidenti in mare e disagi nel porto di Genova.
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Il ruolo della banca dati thetis e le ragioni dell’ispezione straordinaria
La pl germany era indicata nella banca dati europea Thetis come “priorità 1”, un livello di attenzione elevata riservato alle navi che non venivano controllate regolarmente. Infatti, la nave non era mai stata sottoposta a ispezioni negli ultimi 15 anni proprio perché operava in zone fuori dall’Unione europea. Questo fattore ha spinto la Guardia Costiera di Genova a effettuare un controllo più approfondito rispetto a quelli ordinari.
Il database Thetis e la sicurezza marittima internazionale
Questa banca dati raccoglie informazioni sullo stato delle navi e aiuta a monitorare la sicurezza marittima internazionale. Il caso della pl germany dimostra come il mancato controllo prolungato possa nascondere difetti rilevanti e situazioni di rischio, soprattutto per imbarcazioni longeve che operano sotto bandiere di comodo come singapore, gestite da operatori esteri.
Modalità dell’ispezione e condizioni per la ripresa del viaggio
L’ispezione ha riguardato ogni area operativa della nave, dalle sale macchine ai dispositivi di sicurezza, fino ai sistemi di monitoraggio automatico. Dopo la scoperta delle carenze, la pl germany non ha potuto lasciare il porto fino a quando le riparazioni necessarie non siano state terminate. Il processo ha previsto la verifica da parte della società di classificazione navale, che ha confermato la risoluzione dei problemi tecnici.
Ripresa della navigazione
Solo dopo una seconda ispezione da parte della Guardia Costiera di Genova, questa volta con esito favorevole, la nave ha ottenuto l’autorizzazione a riprendere la navigazione. Questo iter mostra l’importanza di un controllo dettagliato e della collaborazione tra autorità portuali, società di classificazione e armatori per salvaguardare la sicurezza in mare.
Il port state control come presidio per la sicurezza e l’ambiente marino
Il comandante del porto di Genova, ammiraglio della Guardia Costiera, ha sottolineato che il Port State Control rappresenta uno strumento indispensabile per assicurare che tutte le navi rispettino gli standard minimi di sicurezza, tutela ambientale e tutela dei diritti degli equipaggi. Il processo di verifica evita che navi con problemi tecnici o carenze strutturali possano mettere a rischio vite umane o causare danni all’ambiente marino.
Nel corso del primo semestre del 2025, a Genova sono state fermate 7 navi su 75 ispezionate, un dato che riflette la costanza e la serietà del lavoro della Guardia Costiera. Questi controlli, effettuati su imbarcazioni straniere, garantiscono un livello di attenzione continuativo e concreto nelle regole di navigazione e operatività portuale. Di fatto, sono una protezione obbligatoria non solo per i lavoratori a bordo, ma anche per l’intera filiera marittima legata al porto.