a Roma, in un angolo della città, una piazza ricorda ancora il piccolo Stefano Gaj Tachè, due anni quando perse la vita nel terribile attentato alla sinagoga avvenuto il 9 ottobre 1982. Quel giorno un commando di terroristi palestinesi aprì il fuoco e lanciò bombe a mano contro i fedeli che uscivano dal tempio, causando la morte di un bambino e decine di feriti. A distanza di più di quarant’anni, nuove svolte nelle indagini hanno portato all’arresto in Cisgiordania di un sospettato ritenuto la mente dietro quegli attacchi e un altro accaduto nel cuore di Parigi.
La Strage Alla Sinagoga Di Roma e i suoi protagonisti
Il 9 ottobre 1982, tra la folla che usciva dalla sinagoga di Roma, cinque terroristi armati fecero irruzione, sparando all’impazzata e lanciando bombe a mano. In pochi secondi, la violenza causò la morte di un bambino di soli due anni, Stefano Gaj Tachè, e il ferimento di 37 persone. L’attentato scosse la capitale e rilanciò l’allerta sul terrorismo internazionale. Tra i responsabili, solo uno è stato identificato con certezza: Osama Abdel Al Zomar. Arrestato in Grecia, si rifugiò poi in Libia dove la sua presenza è stata confermata.
Questa drammatica pagina della storia di Roma rimane segnata dal nome di Stefano, che la città ha scelto di ricordare attraverso una piazza intitolata al suo nome. L’attacco lasciò ferite profonde nella comunità ebraica, mentre le indagini per riconoscere e catturare gli attentatori si sono protratte per decenni.
L’arresto in Cisgiordania e i sospetti sul mandante
Nelle ultime ore le autorità palestinesi in Cisgiordania hanno arrestato Hicham Harb, settantenne noto anche come Mahmoud Khader Abed Adra. Ritenuto la mente degli attentati sia alla sinagoga di Roma che a un ristorante ebraico a Parigi, questo uomo era ricercato da anni. In effetti, su di lui pende un mandato di arresto internazionale emesso dalla giustizia francese in seguito al rinvio a giudizio per omicidio e tentato omicidio per l’attacco del 9 agosto 1982 a Parigi, dove sei persone persero la vita e 22 rimasero ferite.
Le indagini italiane si sono concentrate su di lui nel 2023, quando la procura di Roma ha deciso di indagarlo ufficialmente per il coinvolgimento nell’attentato alla sinagoga. Ora questa cattura rappresenta un passaggio importante nel far luce su quegli eventi e nel dare una risposta giudiziaria a vittime e famiglie.
L’Attentato Parallelo A Parigi e il collegamento con l’azione terroristica a Roma
Il 9 agosto 1982, poco prima dell’assalto alla sinagoga di Roma, un altro attacco colpì un ristorante ebraico nel cuore di Parigi. In quell’aggressione morirono sei persone e altre 22 rimasero ferite. Il legame tra questi due episodi è stato da sempre al centro delle indagini europee, visto che si presume siano stati progettati o eseguiti dalla stessa rete terrorista palestinese.
Hicham Harb, arrestato recentemente, è ritenuto la mente di entrambi gli episodi. La sua identificazione e la successiva cattura sono state possibili grazie alla cooperazione internazionale e a indagini che sono proseguite per molti anni, anche attraverso richieste di collaborazione giudiziaria e monitoraggi su vasta scala. Questo arresto aggiunge un tassello a una vicenda aperta da più di 40 anni, che ha segnato profondamente le comunità coinvolte.
L’arresto, da parte delle autorità palestinesi, dimostra una collaborazione che continua tra diversi paesi per affrontare reati così gravi, e spinge avanti l’iter giudiziario per accertare tutte le responsabilità.
Gli eventi di quegli anni mostrano come il terrorismo abbia colpito con violenza e in più città comunità diverse, lasciando ferite che ancora oggi cercano giustizia. La recente cattura in Cisgiordania riporta l’attenzione su quei fatti e offre un passo ulteriore verso la definizione di una verità processuale.