Una nuova, drammatica pagina di violenza si scrive oggi a Ripaberarda, frazione del Comune di Castignano, vicino ad Ascoli Piceno. Un padre ha ucciso la moglie, un brutale gesto che si verifica poche ore prima di una recita scolastica e a pochi giorni da Natale. La presidente dell’Ordine degli Psicologi delle Marche, Katia Marilungo, ha espresso il suo cordoglio e la sua profonda preoccupazione per questo atto insensato che segna in modo irreversibile la vita dei due figli della coppia. In un contesto già segnato da un aumento allarmante dei femminicidi, questo tragico avvenimento è un’altra testimonianza da dover affrontare con urgenza.
Un dramma inspiegabile e inaccettabile
La violenza domestica non mostra segni di rallentamento e il caso di Ripaberarda sottolinea una realtà inquietante. Sebbene si possa pensare che un omicidio in una famiglia possa derivare da un momento di follia, Katia Marilungo mette in guardia contro tali minimizzazioni. Secondo lei, il gesto violento è parte di un dramma più profondo, un’espressione di violenza e brutalità che non può essere ignorata. Le vittime, in particolare i due bambini, si ritroveranno a convivere con un dolore incancellabile.
Il femminicidio non è solo un atto di violenza letale; è il culmine di anni di abusi, incertezze e paure. Davante a un fatto così drammatico, la presidente dell’Ordine degli Psicologi lancia un appello: non si deve attendere che la violenza sfoci in situazioni angoscianti per chiedere aiuto. Ogni donna deve sentirsi autorizzata a cercare supporto, prima che sia troppo tardi.
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Dati preoccupanti sui femminicidi nelle Marche
Quest’anno, le Marche hanno registrato sei femminicidi, un aumento significativo rispetto ai quattro dell’anno precedente. Questi numeri parlano chiaro: la violenza contro le donne è in crescita e richiede un’attenzione urgente. Ma non solo gli omicidi sono in aumento; anche le richieste di aiuto ai Centri antiviolenza da parte di donne marchigiane sono cresciute in modo allarmante, toccando quota 748 nel 2023. Questo statistiche indicano una media di due richieste al giorno, segno che molte donne si stanno rendendo conto della necessità di uscire da relazioni pericolose.
Ciascuna di queste segnalazioni rappresenta un uomo che ha superato il limite, portando a gravi crisi familiari e traumi per le vittime. Tra queste donne, 251 sono arrivate al pronto soccorso con diagnosi di violenza, un numero che aumenta rispetto ai 208 segnalati nel 2022. La presenza di minori tra le vittime di violenza evidenzia un problema che coinvolge non solo le donne, ma l’intera dinamica familiare.
Un appello ai legami di solidarietÃ
Katia Marilungo non si limita a riportare i dati, ma invita tutte le donne che vivono situazioni di violenza, siano esse fisiche, verbali, economiche o psicologiche, a cercare aiuto. Chiedere supporto non è segno di debolezza; al contrario, è un passo coraggioso verso la propria sicurezza e benessere. Marilungo sostiene che le donne devono sentirsi legate da una rete di solidarietà , supportate da tutti noi per costruire una società più sicura e consapevole.
La comunità deve unirsi per porre fine alla violenza. Non basta condannare gli atti violenti; è necessaria una cultura che promuova rispetto e uguaglianza, creando spazi in cui le donne possano sentirsi al sicuro nel denunciare abusi. Solo allora si potrà sperare in un cambiamento duraturo e significativo, che non consenta più che tragedie come quella di oggi si ripetano. La memoria delle vittime deve accompagnarci nel nostro impegno quotidiano.