La decisione degli Stati Uniti di imporre un dazio del 30% su tutte le merci provenienti dall’Unione Europea a partire dal primo agosto 2025 ha scatenato preoccupazioni nel mondo economico italiano. Federvini, l’associazione che rappresenta le imprese del settore delle bevande alcoliche, ha sottolineato i possibili riflessi negativi di questa misura sulla competitività delle aziende italiane e sulle relazioni consolidate con il mercato americano, uno dei principali sbocchi per i prodotti made in Italy. L’intervento statunitense rischia di modificare uno scenario commerciale consolidato, basato su rapporti di fiducia e scambi reciproci.
Gli Stati Uniti come mercato chiave per l’export italiano nel settore agroalimentare
Da tempo gli Stati Uniti rappresentano uno sbocco fondamentale per le esportazioni italiane, soprattutto per prodotti che rientrano nella categoria dell’eccellenza agroalimentare e delle bevande. Questi beni hanno conquistato una fascia ampia di consumatori americani, generando un flusso economico significativo per entrambe le economie, quella italiana e quella statunitense. La misura annunciata, con un dazio fissato al 30%, rischia di minare la capacità delle imprese italiane di mantenere prezzi competitivi, indebolendo la loro presenza nei punti vendita americani. A cascata, l’aumento dei costi potrebbe tagliare consumi e ridurre l’occupazione legata a queste filiere, sia nel nostro paese che oltre oceano.
Il presidente di Federvini, Giacomo Ponti, ha messo in evidenza l’impatto che questo provvedimento avrebbe sulla catena commerciale: “Un aumento così elevato applicato senza distinzione penalizza fortemente settori ad alto valore come il nostro”. Oltre a mettere in crisi i produttori europei, tale dazio potrebbe danneggiare anche gli operatori economici statunitensi che collaborano stabilmente con la filiera europea. Non si tratta dunque di una scelta circoscritta a un singolo mercato, ma di una mossa che coinvolge un ecosistema economico transnazionale che si è sviluppato negli anni.
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L’interconnessione tra economia europea e americana nel commercio agroalimentare e horeca
I rapporti commerciali tra Unione Europea e Stati Uniti si caratterizzano per una forte interdipendenza, specie nei settori legati all’agroalimentare, alla distribuzione e alla ristorazione. Negli Usa, la catena del valore si articola in una struttura a tre livelli – importazione, distribuzione e vendita al dettaglio – che gode della presenza dei prodotti europei per sviluppare occupazione e contribuire al gettito fiscale. Secondo stime riportate da Federvini, per ogni dollaro speso in beni europei di qualità, si generano fino a 4,50 dollari nell’economia americana.
Questa connessione fa sì che un’iniziativa come l’imposizione di dazi generalizzati crei squilibri profondi. Si tratta di una mossa adottata senza il coinvolgimento diretto dei partner europei, che viola il principio di reciprocità alla base degli scambi internazionali. Le conseguenze potrebbero durare nel tempo, con effetti negativi per aziende, lavoratori e consumatori su entrambe le sponde dell’Atlantico.
Giacomo Ponti ha evidenziato che “non stiamo parlando soltanto della tutela dell’export italiano, ma di un interesse condiviso per la stabilità di un sistema economico comune.” I prodotti italiani si inseriscono in una rete di relazioni commerciali che coinvolge anche tanti lavoratori e operatori americani, con i quali è stato costruito un ecosistema funzionale e integrato.
La posizione di federvini e le richieste alle istituzioni europee e italiane
Federvini ha espresso con fermezza il proprio dissenso verso una decisione considerata sproporzionata e potenzialmente dannosa. L’associazione ha accolto favorevolmente il richiamo delle istituzioni europee, che hanno ribadito la necessità di preservare un dialogo di tipo transatlantico basato sul confronto e sulla tutela dei reciproci interessi nel rispetto delle regole commerciali internazionali.
La federazione ha avanzato la richiesta che le istituzioni europee ed italiane agiscano rapidamente e in modo coordinato per chiedere una revisione della misura o, quantomeno, la ripresa di un confronto aperto e multilaterale. La preoccupazione riguarda la possibilità che migliaia di imprese rischino di perdere terreno in mercati chiave. Il presidente Ponti ha sottolineato la necessità che l’Europa mantenga una posizione unita e decisa, capace di difendere le proprie filiere senza rinunciare al dialogo costruttivo.
Federvini ha confermato che intende continuare a collaborare con le autorità italiane ed europee e con i partner internazionali, con l’obiettivo di individuare soluzioni che consentano di tutelare la stabilità delle relazioni economiche tra Europa e Stati Uniti. L’associazione insiste sul fatto che un approccio concertato sia la strada più adeguata, in modo da salvaguardare produttori, distributori e lavoratori attivi in un sistema che ha creato valore su entrambe le sponde dell’oceano.