Negli ultimi mesi il contesto economico e finanziario globale ha mostrato segnali di instabilità marcata, in particolare per le tensioni commerciali tra Stati Uniti e partner principali. In questo scenario mutevole, il sistema finanziario internazionale si sta ridefinendo e l’Europa si trova davanti possibilità inedite, ma anche a rischi evidenti come il protezionismo e l’introduzione di nuovi dazi. I protagonisti di questa fase, tra cui il governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta e il presidente dell’Abi Antonio Patuelli, hanno evidenziato queste dinamiche durante recenti incontri istituzionali.
i rischi del protezionismo e i dazi che frenano il mercato globale secondo Patuelli
Durante l’assemblea dell’Abi, Antonio Patuelli ha espresso una forte preoccupazione per la crescente minaccia dei dazi e misure protezionistiche che, a suo avviso, frenano la libera circolazione delle merci e pesano sull’economia globale. Commentando i possibili scenari, Patuelli ha avvertito che le guerre commerciali potrebbero aggravare le incertezze per le imprese, peggiorare la qualità del credito e compromettere il sistema bancario, spingendo l’economia verso una potenziale recessione.
Il presidente dell’Abi ha richiamato l’attenzione sul fatto che i dazi non rappresentano una novità, ma continuano a penalizzare la crescita sociale ed economica, destabilizzando i mercati. Per contenere questi rischi, Patuelli ha suggerito non solo di contenere nuove imposizioni tariffarie, ma di introdurre un “dynamismo” normativo, semplificando le regole esistenti piuttosto che eliminarle del tutto. In quest’ottica, occorre rivalutare i fattori economici attuali per incoraggiare investimenti produttivi più consistenti e stabili, che derivino dal risparmio e dai profitti delle imprese.
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Sul tema dell’euro, Patuelli ha riferito che la moneta unica sta ampliando la propria diffusione sui mercati internazionali, rafforzandosi soprattutto rispetto al dollaro. Questo trend, ha spiegato, deve essere seguito con attenzione perché rischia di penalizzare alcune esportazioni europee, soprattutto in mercati sensibili alle fluttuazioni valutarie.
il ruolo del dollaro in discussione e la risposta dell’Europa secondo Panetta
Fabio Panetta, governatore della Banca d’Italia, ha preso la parola durante l’assemblea dell’Abi per descrivere una fase di forti cambiamenti nel sistema finanziario globale. Ha ricostruito gli ultimi eventi chiave, a partire dagli annunci del 2 aprile che hanno avviato confronti complessi tra Stati Uniti e principali partner commerciali. Questi negoziati hanno creato instabilità sui mercati dei capitali, mentre in parallelo sono cresciute le preoccupazioni circa la sostenibilità dei conti pubblici americani, culminate nel declassamento del rating sovrano.
Panetta ha sottolineato che per la prima volta dopo decenni il ruolo dominante del dollaro negli scambi finanziari mondiali è apertamente contestato. Questa situazione ha spinto investitori e operatori a cercare alternative valide, tra cui l’euro e altri mercati europei, dando vita a un riorientamento graduale dei portafogli finanziari globali.
L’attenzione per questa dinamica è alta perché apre a una chance storica per l’Europa, che però si concretizzerà solo se sarà possibile rilanciare il progetto di integrazione economica, completare il mercato unico e adottare politiche condivise che supportino innovazione e produttività. Panetta, quindi, invita ad azioni concrete e coordinate per consolidare il ruolo europeo a livello internazionale.
Le conseguenze dei dazi sull’economia europea: prospettive e criticità
Un punto centrale delle osservazioni di Panetta riguarda il peso delle misure tariffarie statunitensi sull’area euro. Il governatore ha definito i dazi una fonte di incertezza significativa che pesa sulle previsioni di crescita. I dati attuali indicano che gli eventuali dazi oggi in vigore potrebbero ridurre di mezzo punto percentuale il Pil dell’eurozona tra il 2025 e il 2027, con effetti limitati sull’inflazione. Se però si dovessero imporre tariffe più alte o se l’incertezza sulle politiche commerciali dovesse prolungarsi, le conseguenze sarebbero più gravi, con un peggioramento della crescita e possibili ripercussioni sui prezzi.
In uno scenario di escalation, Panetta ha indicato due principali effetti negativi: un calo consistente della domanda europea da parte degli Stati Uniti e un aumento della presenza cinese sui mercati europei. Il fenomeno produrrebbe una pressione al ribasso sui prezzi, ma allo stesso tempo, il rafforzamento delle barriere doganali potrebbe frammentare le catene produttive globali. Ciò incrementerebbe i costi di produzione, con un impatto inflazionistico più marcato.
Alla luce di queste criticità, il consiglio direttivo della Banca centrale europea ha adottato un atteggiamento definito “agile e pragmatico”. Le decisioni sui tassi e le misure di politica monetaria vengono prese caso per caso, seguendo attentamente le informazioni e l’evoluzione delle prospettive inflazionistiche. Questa strategia mira a mantenere la flessibilità necessaria in un contesto caratterizzato da molte incognite e tensioni internazionali.