I dati dell’Autorità per l’energia, le reti e l’ambiente mostrano che, anche nel 2024, le bollette delle famiglie italiane rimangono tra le più elevate dell’area euro. Nonostante un calo registrato in 17 Paesi europei, l’Italia si posiziona al secondo posto per costi energetici, subito dopo la Germania. L’attenzione si concentra sulle ragioni di questo divario e sulle sfide per rendere più sostenibili i consumi e contenere le spese, mentre il dibattito politico si riapre su scelte strategiche come il nucleare.
I prezzi dell’energia in italia restano tra i più alti in europa
Nel 2024, le famiglie italiane continuano a pagare tariffe elettriche tra le più alte del continente. Secondo Arera, i costi registrati per il kilowattora in Italia raggiungono i 35,7 centesimi, dietro soltanto alla Germania che si attesta a 41,13 centesimi. Seguono poi la Francia con 28,03 centesimi e la Spagna con 26,26. I prezzi netti, cioè quelli senza oneri e imposte, restano in Italia del 14% superiori alla media europea che si aggira intorno a 22,7 centesimi a kWh.
Questi dati indicano che le famiglie italiane non hanno beneficiato pienamente del calo della componente energia, diminuita del 21% rispetto all’anno precedente, né della riduzione dei costi di rete. Al contrario, permangono costi elevati che pesano notevolmente sulle bollette finali. Arera sottolinea che serve uno sforzo costante per riequilibrare queste differenze e per allineare le tariffe italiane a quelle degli altri Paesi europei.
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Oneri, imposte e tasse pesano ancora sulle bollette italiane
Un elemento che incide in modo decisivo sul costo finale è la presenza di oneri, imposte e tasse, aumentate del 28% nel 2024. Questo incremento ha praticamente annullato i risparmi ottenuti grazie alla diminuzione della componente energia e alla riduzione dei costi di rete. La pressione fiscale sulle bollette italiane supera quella di altri grandi Paesi europei. È la più alta in Europa, superiore di oltre il 50% rispetto alla Francia e del 36% rispetto alla Spagna.
Analizzando le fasce di consumo, il rapporto Arera evidenzia come il differenziale nei prezzi tra Italia e Germania sia negativo in tutte le categorie: persino chi consuma oltre 15.000 kWh all’anno si trova a pagare di meno in Germania, anche se questa categoria rappresenta meno del 2% dei consumi domestici italiani. Rispetto alla Francia, invece, la differenza si mantiene positiva e più marcata nei piccoli consumatori fino a 1.000 kWh all’anno. Similarmente, rispetto alla Spagna la forbice si allarga ancora di più, raggiungendo punte del 37% nelle fasce di consumo medie.
Il mercato del gas: aumenti e confronto con europa
Nel settore del gas naturale, la situazione presenta dinamiche simili. Nel 2024, il prezzo medio per le famiglie italiane è aumentato del 15,1%, raggiungendo 13,1 centesimi per kilowattora. La crescita dei costi ha portato il prezzo italiano a superare del 5,3% la media dell’area euro, invertendo la tendenza rispetto al 2023 quando era inferiore dell’8,3%. I Paesi con le tariffe più alte sono i Paesi Bassi, con 16,8 centesimi, e il Portogallo con 14,8 centesimi. Al contrario, Ungheria e Croazia hanno mantenuto valori molto più bassi, attorno ai 2,88 e 4,62 centesimi per kWh rispettivamente.
Questi numeri indicano come il mercato del gas rimanga influenzato da fattori complessi, con variazioni importanti da un Paese all’altro. L’Italia fa fatica a ridurre i costi sia per i consumatori che per le imprese domestiche, mantenendosi tra quelle con prezzi più alti a livello europeo.
Le cause dell’aumento dei prezzi del gas nel 2024
Due principali fattori spiegano gli aumenti registrati nel gas italiano. In primo luogo, i costi di rete sono cresciuti passando da 2,6 centesimi per kWh nel 2023 a 3,0 centesimi nel 2024. Il secondo e più rilevante elemento è la ripresa della componente fiscale, salita da zero a 3,2 centesimi per kWh nello stesso periodo.
Nel 2023, infatti, gli interventi governativi avevano abbassato l’Iva al 5% e azzerato temporaneamente gli oneri di sistema, mitigando in modo significativo la bolletta finale. Quest’effetto però si è esaurito nel 2024, rendendo evidente l’impatto sulle tariffe senza l’aiuto delle misure straordinarie. La fine di questi sostegni si è tradotta in un aumento diretto dei prezzi per le famiglie italiane, che si trovano a sostenere nuovamente la piena pressione fiscale e contributiva sul gas.