famiglia di hazem chiede accertamenti sulle responsabilità dei due giovani che lo hanno accompagnato

famiglia di hazem chiede accertamenti sulle responsabilità dei due giovani che lo hanno accompagnato

La tragedia di Hazem, ragazzo egiziano di 13 anni, solleva dubbi sulle responsabilità di Ossama A. e Mohamed Z., accusati dalla famiglia di averlo esposto a rischi in viale Vittorio Veneto.
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La tragedia di Hazem, 13 anni, coinvolto in un contesto pericoloso con due giovani connazionali, ha scosso la comunità e la famiglia chiede chiarezza sulle responsabilità. - Gaeta.it

La tragedia che ha coinvolto Hazem, un ragazzo di 13 anni, ha scosso la comunità locale e ha acceso un dibattito sulle circostanze che hanno portato il giovane in un contesto pericoloso. La sua famiglia, attraverso una dichiarazione pubblicata da “Il Giorno“, richiama l’attenzione su due persone che l’hanno accompagnato quella fatidica giornata di maggio nel luogo dove è avvenuto l’incidente. Emerge la richiesta di chiarire le responsabilità e fare piena luce su quanto accaduto.

Il contesto dell’uscita di hazem in viale vittorio veneto

Il 16 maggio 2025, Hazem, un ragazzino egiziano di 13 anni, si trovava in viale Vittorio Veneto assieme a due giovani suoi connazionali, Ossama A. e Mohamed Z., rispettivamente di 19 e 21 anni. In base alle informazioni raccolte, il gruppo era coinvolto in attività legate alla droga e proprio questa circostanza ha messo il minore in una situazione di pericolo. La famiglia sottolinea che l’uscita con quei due ragazzi ha pericolosamente esposto Hazem a rischi evitabili, vista la differenza di età e la natura del contesto.

L’accompagnamento di Ossama e Mohamed è infatti al centro delle accuse familiari, che chiedono una verifica affinché sia accertata la responsabilità di questi ultimi nell’aver portato un minore in un ambiente non idoneo. La presenza sulla scena di due giovani adulti ha complicato la situazione, alimentando dubbi e polemiche anche sulla loro condotta quel giorno.

Il dolore della famiglia e le parole di mariam, la sorella di hazem

Tra i familiari, Mariam, la sorella maggiore di Hazem di 18 anni, si è espressa chiaramente tramite la stampa locale. Ha chiesto che venga fatta piena luce sulle circostanze che hanno portato il fratello in quel luogo, accusando Ossama e Mohamed di negligenza. Le sue parole mettono in evidenza la preoccupazione per il fatto che un ragazzo così giovane sia stato messo in situazioni rischiose da chi avrebbe dovuto proteggerlo.

Il dolore di Mariam si somma a quello di tutta la famiglia che ora si trova a fare i conti con una perdita improvvisa e difficile. La giovane ha voluto sottolineare che la responsabilità degli accompagnatori non deve restare nell’ombra, in modo che eventi del genere non possano più ripetersi.

Il racconto del padre ahmed elsayed sui momenti prima dell’uscita

Ahmed Elsayed, padre di Hazem, ha descritto gli ultimi istanti prima che il figlio uscisse di casa quel giorno. Un dettaglio molto toccante riguarda il comportamento del ragazzo, che sembrava consapevole del momento e ha fatto più volte ritorno prima di uscire definitivamente. Ahmed racconta che Hazem è tornato indietro tre volte per abbracciare la madre e perdirle “ti amo” a gran voce.

Queste parole, segnate dal calore familiare, accentuano la tragedia del loro destino. Ahmed evidenzia come fosse chiaro che Hazem sentisse un legame profondo con la famiglia, contrariando ogni ipotesi di un allontanamento volontario o consapevole da parte del giovane. La testimonianza del padre aggiunge un elemento umano e drammatico alla vicenda.

Il lutto della madre heba e la comunità che segue il ricordo

Heba, la madre di Hazem, si è ritrovata a vivere un periodo di dolore intenso. Dopo la perdita del figlio, si dedica a seguire le tradizioni di lutto e a partecipare alle preghiere arabe che vengono trasmesse in televisione. Questo momento raccoglie la comunità egiziana e chiunque sia vicino alla famiglia, che condivide la sofferenza e il rispetto per il giovane scomparso.

La madre, nel silenzio della casa, ascolta quelle preghiere che ricordano la memoria del figlio e le radici culturali di una famiglia ormai segnata dalla tragedia. È un momento di raccoglimento e riflessione sul valore della vita e sul rispetto per chi non c’è più.

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