Nella notte tra il 24 e il 25 aprile 2025 a Fabrica di Roma, in provincia di Viterbo, è stato ucciso un uomo di 47 anni di origini romene. L’aggressione, avvenuta all’interno di un’abitazione, ha portato alla morte della vittima poco dopo l’arrivo dei soccorsi. Le forze dell’ordine hanno immediatamente avviato le indagini, puntando l’attenzione sul cognato, già noto alle autorità e sottoposto a sorveglianza elettronica. Ecco cosa è successo.
Dettagli sulla vittima e sul contesto dell’aggressione
La vittima, residente da tempo a Fabrica di Roma, era conosciuta e benvoluta dalla comunità locale. La persona, di nazionalità romena, non risultava coinvolta in attività illecite né con precedenti significativi. Il suo profilo pubblico era quello di un cittadino integrato nel tessuto sociale del paese.
L’episodio si è consumato all’interno di un appartamento, collocato al primo piano di un edificio lungo la strada principale del centro abitato. Secondo alcune testimonianze raccolte sul posto, la lite sarebbe iniziata dentro casa prima di degenerare nel violento pestaggio. Al momento non è chiaro cosa abbia scatenato la discussione fatale, ma la presenza di tensioni pregresse fra le parti appare probabile.
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Il ruolo del cognato e l’uso del braccialetto elettronico
Il presunto aggressore è il cognato 45enne della vittima, anch’egli romeno, con precedenti penali e segnalazioni per comportamenti violenti. Si conferma che l’uomo fosse sottoposto a controllo mediante braccialetto elettronico, misura cautelare disposta per evitare ulteriori episodi di disturbo o minacce nei confronti della sorella della vittima.
La presenza del dispositivo di sorveglianza fa ipotizzare come tra i due cognati si siano accumulate diverse tensioni, probabilmente legate a dissidi familiari di lunga data. Al momento, una delle piste seguite dagli inquirenti riguarda proprio i precedenti di stalking nei confronti della sorella della vittima, che potrebbe aver aggravato il conflitto.
Dinamica dell’aggressione e intervento dei soccorsi
Secondo quanto riferito da testimoni, dopo lo scoppio della lite nell’appartamento la vittima sarebbe stata colpita ripetutamente con pugni e calci. Un elemento centrale dell’aggressione sarebbe un colpo inferto con un frammento di bottiglia, probabilmente il colpo fatale che ha provocato la morte.
Nonostante le gravi ferite, l’uomo è riuscito a contattare la moglie telefonicamente, chiedendo aiuto per essere portato all’ospedale. Quando è giunta sul posto, la donna ha trovato il marito riverso in strada in condizioni critiche. I soccorritori del 118 hanno tentato la rianimazione sul posto, ma il cuore della vittima ha cessato di battere pochi minuti dopo.
Le indagini dei carabinieri e gli sviluppi in corso
I carabinieri della stazione di Fabrica di Roma hanno preso in carico le indagini sotto il coordinamento del comando provinciale di Viterbo. Le attività sono ancora in corso e vengono svolte con attenzione su più fronti.
Gli accertamenti puntano a ricostruire con precisione i momenti che hanno preceduto l’aggressione, raccogliendo testimonianze, acquisendo immagini di telecamere di sorveglianza e analizzando la scena del crimine. Il sospetto è che un conflitto familiare sia stato il detonatore, ma servono prove concrete per capire la dinamica completa e le responsabilità.
Il cognato, al momento, non è stato arrestato ma resta sotto osservazione. Le autorità valutano inoltre se procedere con ulteriori misure restrittive, anche alla luce del precedente uso del braccialetto elettronico. L’inchiesta proseguirà nelle prossime settimane per chiarire ogni aspetto della tragedia che ha scosso Fabrica di Roma.